lunedì 27 aprile 2020

Intervista a Martina Angelini




 Ciao a tutti Magnetici! Ecco l'intervista fatta a Martina Angelini, un'autrice promettente che da oggi conoscerete ancora meglio. Mettetevi comodi e iniziate la lettura! 

 


1) Cosa ti ha spinto a intraprendere il lavoro di scrittrice?
Non lo considero un lavoro, ma una vera e propria passione. Ho cominciato fin da bambina, non saprei spiegarlo a parole, ma quando ho l'impulso di scrivere provo sempre una piacevole sensazione alla bocca della stomaco, come un bambino che mi danza sul petto. È una sensazione strana e piacevole, che mi spinge a credere che sia giusto il mio posto tra le pagine bianche e con le mani sporche di inchiostro.


2) Cosa hai pensato quando hai visto per la prima volta il tuo libro?
Ho pensato "Diavolo, qualcuno ha pubblicato esattamente una storia come la mia”, ci ho messo settimane a rendermi conto che quel blocco di carta stampato fosse reale e fosse mio.


3) Hai mai avuto ripensamenti?
Sinceramente non ho mai dubitato di Jack e penso che mai lo farò, ma ci vorrà tempo affinché raggiunga i cuori e le menti di ragazzi e ragazze e so che sarà difficile.


4) A chi hai fatto leggere per primo il tuo libro?
Alla mia amica Elena e mia madre. Sono state molto preziose, sono state le prime a sostenermi nella mia passione e non potrò ringraziarle mai abbastanza.


5) A cosa ti ispiri per scrivere?
Non mi ispiro a qualcosa di reale, ma dalle idee che mi nascono dalla mia fantasia e a cui mi aggrappo. Voglio saperne di più e ho capito che l'unica cosa che posso fare per afferrarle è scrivere e scrivere.


6) C'è mai stato qualcuno che ha provato a fermarti nel fare la scrittrice?
Sì, mio padre. Per il semplice fatto che non vede futuro nel mondo dei libri per un lavoro reale e guadagnare qualcosa di concreto. Purtroppo ha ragione, io non sapevo niente del mondo editoriale, ma sto scoprendo che in Italia non si campa di libri e sembra che solo gli scrittori che abbiano soldi per farsi delle pubblicità abbiano dei vantaggi, sopratutto se pubblicano con piccole case editrici. So che scrivere rimarrà sempre una passione, ma questo non mi ferma nel prendere la penna in mano.


7) Com'è nato 'Black Jack – L'Aquila e il Serpente'?
La risposta più semplice che posso dare è che Jack nasce dalla macchia d'inchiostro su un foglio bianco, il foglio bianco è la tela di ogni artista che sia uno scrittore o un disegnatore o uno scultore. Ho sempre scritto, ma il mio percorso nella vita mi ha portato prima a immergermi nel mondo del fumetto come sceneggiatrice, poco più avanti ho capito che per me era molto più facile e piacevole scrivere libri, ma il corso di sceneggiatura mi ha aiutato molto nel delineare una trama, con gli elementi essenziali a una narrazione decente. Inoltre ho conosciuto molte persone di talento e fantastiche che mi hanno dato tutti un qualcosa che mi ha aiutato a crescere. Non potrò mai essere abbastanza grata a loro e Jack nasce da questo, nasce da tutto questo percorso, forse rispondendo a questa domanda ho finalmente capito che Jack è nato per loro e, sopratutto, per me e tutte quelle persone che vogliono, che devono, sapere che il mondo è più grande e magico di come la nostra realtà ci impone di vederlo. La domanda che mi ponete è una domanda difficile, poiché Jack nasce da una ragnatela infinita di persone e passioni che mi hanno spinto ad alzare il velo da questo mondo e trovare l'Uomo Nero con il suo ghigno.



8) Ci sono stati momenti, mentre scrivevi, in cui avevi un blocco?
In definitiva no, perché mentalmente già tutti i punti essenziali della storia li avevo delineati, bisognava solo riempire gli spazi bianchi. Il mio più grande ostacolo era la pigrizia, sopratutto se faceva troppo caldo...


9) Descriviti come autrice e come persona. 
Direi solare e dal carattere tranquillo, molti tendono a sottovalutarmi visto come sono placida e in apparenza distaccata, è per questo che tendo a sorprendere spesso le persone con ciò che faccio o dico.



10) Il primo ricordo riguardo alla scrittura che hai. E quello legato alla lettura.
 
Ciò che mi ricordo sono delle tracce che la professoressa ci dava alle medie, su come fare dei racconti su ciò che avevamo letto. Il racconto era sulla marcia di Roma e io cercai di immaginarmi come doveva essere a quel tempo e cosa può spingere un popolo a seguire un solo uomo con idee estremiste. So solo che dopo che lessi il mio pezzo ad alta voce, c'era un silenzio di tomba per tutta la classe, non ho mai capito se fosse un segno positivo o negativo. Riguardo alla mia prima lettura, mi ricordo che i miti greci mi affascinavano molto, ma il libro che mi ricordo perfettamente di aver letto in quarta elementare è “La nonna sul melo" di Mira Lobe.


11) Il libro che ti ha cambiato la vita.
Ho tentato di scrivere due romanzi prima di Jack e sono stati tutti incompiuti poiché non mi piacevano o sembravano scopiazzature di altri. Finché non lessi Neil Gaiman, ora il mio autore preferito, “Il figlio del Cimitero” è il libro che mi ha fatto trovare il mio modo di scrivere. Non per la trama o i personaggi, ma per il modo semplice in cui Gaiman mette degli elementi fantastici a disposizioni del lettore, descrivendoli come se fosse un banale caffè che si prende la mattina.


12) Il libro che avresti voluto scrivere. 
Jack è perfetto com'è e sono felice che lui abbia deciso di essere narrato dalla mia mano, spero di essere degna della sua scelta.


13) C'è qualcuno a cui ti ispiri?
Sinceramente ci sono varie persone, membri della mia famiglia o persone famose, ma non saprei scegliere chi tra di loro sia più importante. Ognuno di loro contribuisce a spingermi in una buona direzione e a creare un percorso di cui voglio essere orgogliosa.


14) La critica più brutta che hai ricevuto. 
La critica più brutta che ho ricevuto non è per Jack, ma per un fumetto che non ha mai visto la luce, il disegnatore con cui collaboravo per fargli fare delle bozze lesse la trama e mi disse che non era niente di eccezionale, una scopiazzatura di un'altra opera famosa mischiata ad altro. Aveva ragione, gli sono grata perché mi ha aperto gli occhi su quel fumetto e mi ha ricordato che il mio scopo nella scrittura era, per l'appunto, scrivere qualcosa di diverso e originale in tutti i sensi. E' stato molto importante per la nascita di Jack.


15) Il complimento più bello che ti hanno fatto. 
Una signora di origine francese che vive nel mio paese, dall'aspetto severo, acquistò il libro sotto consiglio di un'amica. Dopo il suo acquisto venne da me per farselo firmare dicendomi che sarebbe tornata per farmi sapere cosa ne pensava. Ritornò dopo meno di una settimana entrando come un uragano dalla porta, mi fece venire un infarto. Mi fece tanti complimenti ma sopratutto mi disse “Hai un dono e aspetto il seguito”.



Ringraziamo Martina per aver risposto alle nostre domande, e aver passato un po' di tempo con noi. Anche noi aspettiamo il seguito, mi raccomando! 
Magnetici vi salutiamo e sempre Buona Lettura!






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