martedì 11 dicembre 2018

Recensione a "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini


Genere: Romance
Editore: Edizioni Piemme
Data d'uscita: 7 Ottobre 2010
Pagine: 362
Prezzo: eBook 7,99 - cartaceo 6,71





 Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a inseguirlo e a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan - il ragazzo dal viso di bambola, il cacciatore di aquiloni - è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve partire, tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è un mondo violento, assurdo e sinistro, dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più. Trent’anni di storia afgana - dalla fine della monarchia all’invasione russa, dal regime dei Talebani fino ai giorni nostri - rivivono in questo romanzo emozionante e pieno d’atmosfera, diventato uno straordinario successo internazionale, che è ora possibile gustare anche in un'edizione graphic novel splendidamente illustrata.





Quando finisco un libro le sensazioni che mi rimangono sono varie: commozione, euforia, maliconia, tenerezza! Ma sono poche le volte in cui termino la lettura e penso "questo è Il LIBRO" e con questo intendo quei Libri che, appena chiusa l'ultima pagina sai già che rimarranno per sempre dentro di te, che ci penserai per giorni, dei quali vorresti conoscere di persona i protagonisti; quei Libri su cui rifletterò per mesi o anni, che rileggerò e che vorrò far leggere un giorno ai miei figli perchè voglio che insegnino a loro ciò che hanno insegnato a me: IL CACCIATORE DI AQUILONI di KHALED HOSSEINI è uno di questi.

Il libro inizia raccontando l'infanzia di Amir e Hassan a Kabul, in Afghanistan.
Il legame che lega i due bambini è molto forte: 


"Hassan e io avevamo succhiato lo stesso latte, avevamo mosso i primi passi sullo stesso prato e avevamo pronunciato le prime parole sotto lo stesso tetto. La mia fu Baba. La sua fu Amir, il mio nome"
 

Amir, bambino amante della lettura e della scrittura e in 
continua ricerca dell'approvazione del padre, vuole molto bene ad Hassan, un bambino buono e generoso, devoto all’amico:
“Per te questo ed altro, Amir”
 

La scena del torneo degli aquiloni del 1975 è una delle più belle, più interessanti (non sapevo che esistessero questi tornei a Kabul) e anche delle più strazianti poiché, dopo l’atmosfera di gioia della festa, tutto cambierà per sempre.
Il momento in cui il rapporto tra i due amici muta, porterà il lettore a farsi molte domande e a sperare, forse, in un gesto diverso da parte del piccolo Amir.
 

"Dovunque guardassi vedevo segni della sua incrollabile fedeltà"



Oltre all’amicizia tra i due bambini un altro punto fondamentale è il rapporto tra padre e figlio: Amir crede di non essere mai abbastanza per il padre, sente di non essere apprezzato per le sue qualità e soprattutto per la sua passione per la scrittura. Quando i due si trasferiranno in America il loro rapporto subirà una svolta importante.
Un altro personaggio fondamentale sarà il fedele amico di Baba, Rahim Khan, molto legato ad Amir e suo sostenitore: quest’uomo avrà un ruolo essenziale nel momento in cui Amir, dall’America, si recherà prima in Pakistan e successivamente nella sua terra d’origine, l’Afghanistan, dove troverà uno scenario completamento diverso da quello vissuto da lui durante l’infanzia.
In questo viaggio Amir farà delle scoperte molto importanti, che condizioneranno per sempre la sua vita. Cosa ne sarà stato di Hassan? Potranno rivedersi? Potranno ancora ridere insieme come un tempo, magari sotto l’albero di melograno o vicino alla scritta che incisero anni prima: “Amir e Hassan, i sultani di Kabul”?
Sicuramente, Amir tornerà da questo viaggio cambiato per sempre, e con qualcosa di prezioso che lo legherà per sempre all’amico Hassan.

“Sogno che i fiori lawla torneranno a fiorire per le strade di Kabul, che nelle sale da tè potremo di nuovo ascoltare la musica del rubab e che in cielo torneranno ancora gli aquiloni. E sogno che un giorno tornerai a Kabul a rivedere la terra della sua infanzia. Se lo farai, troverai ad aspettarti un vecchio amico fedele.”

Lo stile dello scrittore è fluido, preciso e avvincente. Vi sembrerà di tenere per mano Amir, di sentire le voci, gli odori, i rumori di Kabul e di vivere insieme a lui questo fantastico viaggio. Penso che se esiste un libro che ti insegna la storia dell’Afghanistan sia questo; se esiste un libro che parla di amicizia, famiglia, amore, coraggio, devozione e bontà sia questo; se esiste un libro che ti faccia riflettere, gioire, commuovere, spaventare e AMARE sia questo.



Se esiste un libro che ti insegna la vita è proprio questo.



Libro acquistato.






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