venerdì 18 maggio 2018

Recensione a "Javier" di Debora C. Tepes




Genere: Mafia Romance
Data d'uscita: 16 Maggio 2018

Editore: Self publishing
Prezzo: eBook 2,99


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Vi starete chiedendo chi sono.
Sono un uomo disposto a tutto. Mi hanno voluto per la mia ferocia, mi hanno scelto per la mia imperturbabilità, e mi hanno trovato. Ora ho una missione da portare a termine e, costi quel che costi, non lascerò che il mio sangue macchi questa terra infetta.
Sono una macchina da guerra: le armi con cui mi difendo, le vite con cui gioco e la violenza con cui combatto mi rendono l’uomo che da dodici mesi guardo allo specchio. Qualcuno potrebbe definirmi il peggiore dei bastardi, e avrebbe ragione.
Nessuno mi fermerà.
Nessuno potrà impedirmi di raggiungere il mio obiettivo, neanche lei.
Il suo sguardo è letale, il suo sorriso è pericoloso, la sua rabbia è devastante. Lei è proibita, ma io possiederò il suo corpo, soggiogherò la sua mente e risucchierò la sua anima. Mi nutrirò di lei come il peggiore dei predatori.
Se proverà a opporsi, la distruggerò.
Nessuno dovrà scoprire chi sono.
Soprattutto lei.









Javier Romero è un agente della DEA impegnato in una missione molto pericolosa con il collega Michael Lee: deve raccogliere prove e informazioni su una famiglia colombiana, i Solano, che detiene una grossa fetta dei traffici illeciti. Sono rei di efferati omicidi e traffici illeciti, ma molto potenti e inattaccabili. È originario proprio della città che sottostà al loro dominio e quando era piccolo era uno spacciatore a Medellin, finché i suoi genitori sono stati uccisi e tutto il suo mondo è cambiato.
Javier diventa Manuel, Tirador, il cecchino, il tiratore scelto della famiglia Solano, grazie a un uomo che lo aiuta a ottenere la fiducia necessaria per infiltrarsi. Nella finca conosce tutti i membri della famiglia: Ricardo, il figlio maggiore di Don Julio, sanguinario al pari del padre se non di più; Santiago, figlio minore dedito alla bella vita e poco agli affari, e Yamile, l’unica figlia, segregata in casa da anni, punto debole della famiglia.

Lei è Yamile Solano. Altro che domestica con i piedi scalzi e l'aria selvaggia, la bellissima ragazza che mi sta venendo incontro come un felino è la figlia del boss. Possiede uno sguardo fiero ma penetrante, si muove con grazia e sensualità, e mi passano davanti agli occhi mille modi brutali in cui potrei scoparmela.

L’inizio del libro rimane molto descrittivo, l’autrice ci presenta i personaggi e la loro vita, il loro background, per poi trasportarci nella finca dei Solano e farci vivere con Manuel, sotto copertura con lui. Viviamo con lui i tormenti di un uomo che deve vivere una doppia vita, che deve dimenticare di essere un buono e agire senza nessuna morale. Deve uccidere a sangue freddo e deve combattere contro il desiderio di avere Yamile fra le sue braccia, nel suo letto. La desidera, consapevole che quella trasgressione non potrebbe che portare a qualcosa di sbagliato. Nonostante questa razionalità, lui cede alla carne e alle voglie più infime che gli ispira Yamile, perché il loro non è un rapporto sano, ma un rapporto malato in cui lui tenta di cacciarla e umiliarla per allontanarla da sé.
Perchè mi faccio trattare così da lui? perchè esercita questo potere su di me?
Manuel è un bastardo senza cuore, è violento, passionale, brutale. E mi piace proprio per questo.

Alla loro storia fa da contorno la quotidianità dei Solano, fatta di morte e distruzione. Una vita che risucchia Manuel/Javier come se fosse la sua: è il problema di ogni infiltrato, vivere fuori dalle regole destabilizza e sposta i limiti della propria morale in posti irraggiungibili, e ci vuole del tempo prima che tutto torni alla normalità, molto tempo, un tempo che a volte non si ha a disposizione.
Il libro non mi ha catturata dall’inizio come credevo, ma poi è cresciuto di intensità e non sono riuscita a staccare il pensiero dalle pagine e dall’evolvere della storia. Non vedevo l’ora di capire cosa sarebbe successo fra i due protagonisti e se lui sarebbe riuscito, finalmente, a capire quello che stava accadendo… ma mi fermo prima di dire troppo. Un consiglio a chi dovesse trovarsi nella mia situazione, sono poche le pagine descrittive all’inizio, poi si entra subito nel vivo del racconto e della tormentata storia di un uomo che deve scendere a patti con la sua anima e le sue convinzioni. Dopo poche pagine la storia prende il volo e non si scende più dalla giostra, fino alla fine, fino all’ultima pagina, si fa notte fonda se non si calcolano bene i tempi, proprio come succede spesso a me se un libro mi piace!
Prendete i fazzoletti, soffrirete con Yamile, proprio come ho fatto io.






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