Genere: Thriller
Casa editrice: Lettere Animate
Data d'uscita: 6 Febbraio 2017
Pagine: 132
Prezzo: eBook 2,99 - cartaceo 8,55
Pagine: 132
Prezzo: eBook 2,99 - cartaceo 8,55
Ogni uomo nella propria vita ha un segreto dentro di sè dal quale non può sfuggire. Un incubo reale che dimenticato in un angolo dell’anima vive latente nei pensieri e nelle emozioni controverse di una comunità che presto conoscerà il male oscuro. Cosa accadrebbe se ad un tratto quell’oscurità, che alberga nel cuore di uomini corrotti, venisse rivelata? Siamo in un monastero medievale e temprati uomini di chiesa decidono inspiegabilmente di morire nei modi più atroci. Un luogo isolato su una rupe maligna, pergamene forgiate nell'inferno, monaci al cospetto del proprio destino. Fuoco, sangue e libertà. Può l'anima istintiva e pura di un bambino recluso redimere dai loro peccati?
Oggi voglio presentarvi questo libro di Francesco Di Giulio. Per quanto il genere thriller non rientri appieno nei miei gusti, quando ho letto la trama attraverso il materiale che l'autore mi ha inviato, mi sono appassionata e interessata che ho iniziato subito la lettura.
Attraverso una cupa analisi delle vicende che caratterizzavano quell’oscura epoca, il signor Di Giulio è riuscito a rappresentare alla perfezione quella che purtroppo era, molto spesso, la corruzione e la decadenza morale della chiesa di quel periodo (tema che molti autori tendono ad evitare considerando la sua delicatezza). Forte seppur a volte crudo per le situazioni e le tematiche, "La libertà del pettirosso" ha saputo appassionarmi tanto da portarmi a terminare questa lettura nel giro di pochissimi giorni. Ho trovato la scelta degli argomenti estremamente innovativa e mai avevo letto un libro che parlasse di questo.
Ciononostante, per quanto la trama sia carina, non ho affatto apprezzato il modo di scrivere dell’autore. Non si è mai soffermato ad analizzare davvero nel profondo i personaggi se non con qualche parola. Sì, raccontava sempre la storia dei frati ma era come osservare la scena attraverso un vetro appannato. Non mi è arrivata mai una sensazione vera, forte, d’impatto. Anche le descrizioni dei luoghi, che sì, erano descritti, ma non è stata mai raccontata la storia di un particolare oggetto e non è mai stato descritto nei dettagli. Era come se all’opera mancasse qualcosa, quei dettagli, quella cura in più nella maniera di scrivere che ritengo venga da un lungo passato di scritture e che, Francesco Di Giulio, essendo ancora al suo primo libro, purtroppo, a mio avviso, non ha.
Nel complesso credo che l’autore avrebbe potuto sviluppare molto meglio l’ottima idea che aveva avuto per il suo libro rendendolo più d’impatto e coinvolgente.
Attraverso una cupa analisi delle vicende che caratterizzavano quell’oscura epoca, il signor Di Giulio è riuscito a rappresentare alla perfezione quella che purtroppo era, molto spesso, la corruzione e la decadenza morale della chiesa di quel periodo (tema che molti autori tendono ad evitare considerando la sua delicatezza). Forte seppur a volte crudo per le situazioni e le tematiche, "La libertà del pettirosso" ha saputo appassionarmi tanto da portarmi a terminare questa lettura nel giro di pochissimi giorni. Ho trovato la scelta degli argomenti estremamente innovativa e mai avevo letto un libro che parlasse di questo.
Ciononostante, per quanto la trama sia carina, non ho affatto apprezzato il modo di scrivere dell’autore. Non si è mai soffermato ad analizzare davvero nel profondo i personaggi se non con qualche parola. Sì, raccontava sempre la storia dei frati ma era come osservare la scena attraverso un vetro appannato. Non mi è arrivata mai una sensazione vera, forte, d’impatto. Anche le descrizioni dei luoghi, che sì, erano descritti, ma non è stata mai raccontata la storia di un particolare oggetto e non è mai stato descritto nei dettagli. Era come se all’opera mancasse qualcosa, quei dettagli, quella cura in più nella maniera di scrivere che ritengo venga da un lungo passato di scritture e che, Francesco Di Giulio, essendo ancora al suo primo libro, purtroppo, a mio avviso, non ha.
Nel complesso credo che l’autore avrebbe potuto sviluppare molto meglio l’ottima idea che aveva avuto per il suo libro rendendolo più d’impatto e coinvolgente.
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