mercoledì 13 settembre 2017

Recensione a "Innaturale" di Anya M. Silver



 Genere: Dark/Romance
Casa editrice: Self publishing
Data d'uscita: 26 Novembre 2016
Pagine: 368
Prezzo: eBook 4,99

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Non pensavo di essere preparata ad affrontare ciò che la vita aveva in serbo per me. 
Non ero pronta ad ammettere quello che sentivo crescere in me.
 Ho provato a resistere, ho lottato contro la mia debolezza, ma non è servito a niente.
 Alla fine, ho ceduto.

 Ho combattuto con le unghie e con i denti contro qualcosa di innaturale, un sentimento profondo, tossico, che mi ha fatta sua, contro la mia volontà. 
Forse una vittima, preda di un terribile incantesimo, prova le stesse cose che ho provato io per tutta la mia vita. 
Forse la magia è reale.
 Forse questi sentimenti sono davvero il frutto di un micidiale incantesimo. 
Oppure di una terribile maledizione. 
Perché mi sento maledetta, non incantata.
 L’amore tormentato e viscerale ha annebbiato la mia mente e fatto prigioniero il mio cuore, che ha sanguinato per lui, per così tanto tempo.
 Iago Cesar Vinci.



Il mio nome è Sveva Luisa Vinci e Iago è mio fratello






Sono passati parecchi mesi dall’uscita di questo romanzo e spesso la curiosità di leggerlo è stata surclassata dai tanti pareri negativi e dal polverone che ha scaturito il tema trattato. Ok, siamo figli di una società che impone regole comportamentali, di buon senso, ma chi ha deciso che siano giuste? E, soprattutto, perché seppur l’incesto è contro natura e fa sconvolgere, non se ne può parlare e affrontarlo in un romanzo? Qual è la differenza tra questo tema e la violenza fine alla vendetta? Premetto che sono un’amante del genere dark, come di tutti quei libri in cui la parte psicologia cattura l’attenzione e ti rende un personaggio chiaro e trasparente, non mi impressiono facilmente e quindi, calato l’enorme polverone che si è alzato su Innaturale, ho deciso finalmente di prenderlo in mano e togliermi la curiosità.
Il signor e la signora Vinci, hanno tre figli: Sveva, la più piccola, Iago e Alejandro, i suoi fratelli maggiori. Gente agiata, all’apparenza perfetta e unita, ma gli equilibri interni non sono del tutto stabili, sia per un passato che ha macchiato il padre, sia per nuove dinamiche che sembrano destabilizzare il presente. Sin da subito è chiaro l’affetto che lega i tre fratelli, ma qualcosa tra Iago e Sveva, va oltre, qualcosa che sin da bambini cercano di reprimere, ma che solo la partenza di Iago mette a tacere per diversi anni. Sveva cresce, approfondisce la sua passione per la pittura e il suo legame confidenziale con Alejandro, fino a quando la notizia del ritorno di Jago, fa crollare, ancora una volta, la serenità a fatica acquisita. I sentimenti di Sveva, per suo fratello Iago, non sono mutati e non appena lui fa ritorno, tornano a martellare prepotentemente la testa e il cuore, creando un groviglio di emozioni e sensi di colpa che atterriscono la giovane protagonista.

“Iago era il frutto del peccato, un frutto che volevo cogliere e divorare e, in egual modo, esserne divorata.
Da dentro.
Ero sull’orlo del precipizio, me ne rendevo conto, sapevo che se avessi continuato su quel sentiero tortuoso, avrei mandato a puttane tutto quello che avevo cercato di fare fino a quel momento. Tutto quello che avevo cercato di non fare… fino a quel dannato momento.”

Sveva spera che almeno Jago, durante l’assenza in cui non si è mai fatto sentire con lei, abbia abbandonato quegli istinti malsani, quei sentimenti innaturali, appunto, ma purtroppo per lei, non sarà così. Iago non solo nutre per lei un desiderio implacabile, ma non si fa remore nel mostrarglielo e nel pretenderla. Perché lui la vuole, la desidera in un modo viscerale e Sveva ha paura, non solo perché non riesce a tirarsi indietro a quelle pulsioni che la rendono felice e infelice allo stesso tempo, ma soprattutto perché Iago si è portato con sé un bagaglio di misteri e orrore che la terrorizzano e con i quali dovrà confrontarsi a viso aperto e agire da adulta.
Mio fratello era la mia anima gemella la mia metà ma era era anche un uomo disturbato innaturale.

Devo essere sincera, mi aspettavo che l’emozione principale che sarebbe nata in me, pagina dopo pagina, sarebbe stato il disgusto, soprattutto durante quegli attimi intimi che mai riusciresti a immaginare di condividere col sangue del tuo stesso sangue e, seppur Sveva sia cosciente che tutto ciò sia sbagliato e si tormenta giorno e notte non trovando pace ma si lascia comunque trasportare, invece, a mia insaputa, ciò che in me è albergato insistente è stata l’angoscia. Ogni pagina che sfogliavo, sapevo che, in qualunque modo si fosse conclusa questa storia, mi avrebbe lasciato l’amaro in bocca. Se Sveva avesse scelto di palesare pubblicamente i suoi sentimenti, o, al contrario, di rifiutarli, sarebbe comunque andata incontro a una vita tormentata, difficile.  Una vita che, in ogni caso, Iago le avrebbe reso complessa. Perché lui è oscuro, lui nasconde dentro molte più tenebre di quanto Sveva possa immaginare. Di fondamentale importanza anche il legame tra Sveva e Alejandro, legame altrettanto morboso ma di natura totalmente fraterna, così come la gelosia che lo stesso nutre per Jago, poiché è il prediletto del padre che danno adito a scontri e liti.

“L’anormalità, in noi, era divenuta normale.”

E poi un crescendo di bugie, paure, situazioni incalzanti e scene erotiche abbastanza forti, hanno fatto sì che la lettura volgesse al termine, e nonostante io abbia impiegato quasi un mese per terminarla, per il bisogno di riprendermi da quella sensazione che mi opprimeva il petto, non ne sono rimasta delusa. Personaggi delineati e chiari, trama svolta egregiamente per non parlare del finale che ha smontato ogni mio possibile immaginario e posso garantirvi che non mi ha assolutamente deluso, ne lasciato l’amaro che avevo ipotizzato.
Iago... era l'unico che volevo l'unico che avrei potuto avere e, paradossalmente, l'unico che non sarebbe mai potuto essere mio come avrei voluto. 

L’introspettività di Sveva toglie il fiato e devo dire che, personalmente, sarei stata soddisfatta ancora di più se fossi riuscita ad addentrarmi nello stesso modo in Iago, magari con pov su di lui. Ma è rimasto per buona parte nell’oscuro, e dato che ancora avverto questo alone di mistero aleggiargli intorno, ammetto che è stata una mossa azzeccata non approfondirlo dal suo punto di vista. In conclusione posso dire che sono felice di aver letto questo libro e non essermi fidata dei giudizi altrui, perché merita sia per l’originalità della storia che per la bravura della scrittrice.
Io lo catalogherò come uno degli indimenticabili, proprio per le emozioni che ancora oggi, avverto. 



(Indimenticabile)


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