Facciamo un breve riassunto: sono stata mollata, mio padre ha una “compagna” e sono qui al bancone di un bar sulla strada di una sbornia, con le mutande di un tizio sconosciuto nella borsetta. Per completare il quadro, sono quasi sul lastrico e non so come fare a pagare le bollette. Direi che non potrebbe andare peggio.
Eh già…cosa potrebbe andare peggio nella vita di Sofia? Un cuore grande, pieno di sogni mai confessati, di sentimenti mai vissuti appieno, di una vita costantemente sottoposta al giudizio altrui…un giudizio che spesso ferisce e fa male perché espresso da quelle persone che dovrebbero amarla incondizionatamente. La pasticceria che gestisce è solo una pallida imitazione di quello che lei vorrebbe, troppi debiti, troppe paure di uscire dalla sicura strada già tracciata, ma quando poi la situazione pare andare definitivamente a rotoli eccola che si ritrova, sbronza, nel letto dell’uomo più improbabile, quello che lei mai avrebbe scelto, quello che però la tratta con più rispetto di tanti altri.
Fuggire sembra la soluzione più facile, lasciarsi alle spalle un temporaneo momento folle per tornare la Sofia di sempre, ma non tutti i segreti sono destinati a restare tali e spesso quello che vorremmo a tutti i costi nascondere tende a saltare fuori dietro ogni angolo, cene di famiglia comprese!
Un anno. Un anno ancora e i debiti saranno estinti. È complicato andare avanti per come ho scelto di vivere io. Mi sono assunto una responsabilità più grande di me quando avevo appena diciannove anni. Non è stato semplice. Ma ne sono passati altri nove e resisto ancora. Non dovrebbe essere difficile stringere i denti per un altro anno. E poi… Meditare sul futuro mi infonde un misto di ansia e aspettativa. Sarà strano, per una volta, dover pensare solo a me stesso.
Fare lo spogliarellista non è certo il lavoro che da piccoloimmagini di fare nel futuro, eppure è la realtà di Christian, che si è avvicinato a questo mondo in cerca di un guadagno facile per sostenere la sua famiglia in difficoltà. Ma non c’è niente di semplice in quello che ha scelto di fare e anche se spera di poter a breve appendere il perizoma al chiodo, per così dire, nel frattempo deve assolutamente evitare che la madre venga a conoscenza del suo segreto. Ma quando a una cena si scopre che il padre di Sofia ora frequenta la madre di Christian la questione si complica e non poco. Quando la ragazza gli propone di aiutarlo a mantenere il suo segreto in cambio di lezioni di seduzione Christian pensa sia una buona idea aiutarla, peccato che la sua decisione potrebbe ritorcersi contro di lui con esiti imprevisti…
Ho capito di essere rovinato, forse, quando l’ho vista la prima volta. I suoi occhi. Enormi. La sua aria terrorizzata. E da allora in poi non sono riuscito a odiarla, o a essere distaccato. Si è dimostrata un esserino tutt’altro che innocuo, mi ha gettato in casini innumerevoli e invece eccomi qui, ad aiutarla ancora. Sarà per via di quello stesso sguardo che avevo io a quattordici anni, quando mi sembrava che tutti mi squadrassero e giudicassero. È così che la vedo: un’adulta che non riesce a scrollarsi di dosso le paure di una ragazzina. E io posso capirla più di chiunque altro.
Quello che amerete di questa storia è la meravigliosa imperfezione dei due protagonisti, che portano tra le pagine le loro insicurezze e le loro paure legate ad un mondo, il nostro, che vede nell’immagine il solo e unico metro di giudizio per valutare le persone, chi non rapporta a standard fisici ben definiti, come Sofia, o chi fa un lavoro considerato di serie B, come Christian diventa automaticamente un outsider. C’è chi questa condizione la padroneggia, infischiandosene per quanto possibile del giudizio altrui, concentrato sull’obiettivo che si è prefisso, o perché semplicemente ha già vissuto nel passato questo tipo di discriminazione, come Christian che non vive la sua situazione come un peso, ma come un passaggio temporaneo verso altro, trovandone persino dei lati positivi nei rapporti con i suoi colleghio nel poter aiutare altre persone. C’è chi invece questa condizione la soffre, come Sofia, che si vede sempre inadatta, sempre troppo: troppo grassa, troppo timida, troppo poco ambiziosa e che non trova la forza di svincolarsi da questo stato mentale perché ne è schiava da troppo tempo.
Che posso dire, mi sono riconosciuta in Sofia, nelle sue insicurezze fisiche, nella sua paura di mostrare la vera se stessa, dentro e fuori, nel suo dubitare dell’interesse genuino di Christian.
Quello che è giusto o sbagliato per noi stessi siamo gli unici a saperlo, non dovremmo mai permettere che il giudizio altrui ci faccia sentire in difetto, sminuiti, inferiori, purtroppo viviamo in un mondo fatto di apparenza, che si basa spesso su crudeltà gratuite nei confronti di tutto quello che non è ritenuto conforme ad uno standard che altri hanno deciso per noi. Ogni volta che esprimiamo un giudizio ricordiamo sempre che questo è un male potenziale che stiamo infliggendo ad un’altra persona, che potrebbe anche non avere la forza di sopportarlo. Spesso siamo noi i peggior nemici di noi stessi, perché sappiamo colpirci dove fa più male e non sempre qualcuno verrà a salvarci a dirci quanto siamo speciali, o importanti o belli, perciò, dobbiamo trovare il modo di salvarci da soli, amandoci un po’ di più, uscendo dalla nostra confort zone e perché no imparando ogni tanto a fregarcene del resto del mondo.
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