sabato 25 novembre 2023

Recensione a "L'ascesa al potere" di Chloe C. Peñaranda

 



Genere: Fantasy
Editore: Queen Edizioni
Data d'uscita: 25 Novembre 2023
Pagine: 490
Prezzo: eBook 5,99 - cartaceo 17,90

 
 
 
 

 In uno scontro tra corti, si verserà del sangue. Ma in uno scontro tra destini, il sangue sarà la chiave del potere.
Obbligata al servizio del re, Faythe deve tenere sé stessa e i suoi amici al sicuro. Nel frattempo, la lealtà di Nik viene
messa alla prova, mentre il principe combatte contro i metodi crudeli del proprio padre.
Con i regni che si preparano a riunirsi, Faythe è costretta a nascondere la sua vera identità. Ma i sospetti crescono in
fretta con l’arrivo del misterioso generale di una corte alleata. Avvicinarsi a Reylan potrebbe essere l’occasione giusta
per scoprire la verità sul passato di Faythe, ma è arduo guadagnarsi la sua fiducia, e ancor più difficile mantenerla.
Mentre il sentore di una guerra fa vacillare l’alleanza tra le corti, Faythe si ritrova in uno scontro tra pericolo e desiderio,
una forza che potrebbe far breccia attraverso le barriere del suo cuore.
Ma la minaccia di una battaglia non è il solo conflitto da temere. Faythe non può dimenticare il patto che ha stretto nel
bosco per salvare la vita del suo amico, ed è il momento di rispettarlo. Il suo compito la condurrà verso sconvolgenti
scoperte all’interno del castello, e la trascinerà verso qualcosa di ben più sinistro della guerra che incombe.
 
 
 
 
 
 
 

 

Era un perverso incrocio di ogni cosa che non doveva esistere al mondo. La sua abilità, il suo sangue, il suo antico retaggio: più scopriva cose su se stessa, più scollegata si sentiva, con la sensazione schiacciante di non appartenere più a nessun luogo. 

 

È giusto iniziare così, amici Magnetici, con una citazione che racchiude in sé tutte le note della protagonista di questo romanzo. Alla fine del primo libro abbiamo lasciato Faythe alla corte di High Farrow, dove è accorsa per salvare le vite dei suoi amici Jakon e Marlowe. Tre mesi sono trascorsi e la giovane vive tra i nobili Fae con il compito assegnatole, o forse sarebbe meglio dire impostole,  di capo delle spie. Il suo dono di penetrare la mente altrui è un tesoro prezioso di cui il crudele Re Orlon non vuole fare a meno, unica umana con capacità da Notturno che Nikalias, il principe che l’ha addestrata quando ancora viveva al villaggio, è riuscito ad affinare. Proprio lui, insieme a Tauria di Stagknight, unica erede al trono di Fenstead e protetta di Re Orlon da oltre un secolo, è l’unico conforto nella vita della protagonista; il legame che li unisce, al pari di quello che lei ha da anni con Jakon, squarcia l’oscurità opprimente che la circonda, prigioniera umana alla mercé di un tiranno. Non le è concesso lasciare la cittadella, le viene imposta una scorta e deve sempre rispondere alla chiamata del Re che, paranoico fino all’inverosimile, le impone di assistere ai concili per sondare le menti dei suoi stessi vassalli. Eppure, nonostante Faythe sia consapevole che la sua breve vita è condannata, ha il conforto di sapere che sia Jakon che Marlowe, di cui nel primo volume abbiamo conosciuto l’aspetto di oracolo, sono salvi oltre le mura, lontano dal terrore del castello. 

 

Il suo periodo da capo delle spie le era quantomeno valso della pratica e le aveva insegnato l’autocontrollo. Raccogliere pensieri era diventato come respirare.

 

Nonostante la presenza di Nik e Tauria, Faythe trascorre la maggior parte del tempo da sola, anche perché il castello nasconde molteplici occhi che attendono solo un passo falso da parte di ciascuno di loro; il Re tiene sotto controllo ogni aspetto della corte e del regno, mentre le guardie osservano con distacco quell’umana ritenuta, al pari di tutti gli appartenenti alla sua razza, inferiore rispetto a loro. Al di là della sua inadeguatezza e impudenza, Faythe è chiamata a svolgere un compito ancora più arduo quando Orlon annuncia la venuta per una visita di sette giorni dei sovrani alleati, Re Varlas di Olmstone e Re Agalhor di Rhyenelle. Il blasone del lupo a due teste e quello della fenice sono attesi per discutere della guerra contro il nemico comune, ma alla giovane è richiesto, contro ogni previsione, di presenziare come ospite ufficiale del re per poterle permettere di sondare le menti degli incauti visitatori. Questo è forse uno dei punti di rottura del romanzo, quando un elemento così discordante fa capolino e scuote le acque: perché il re non si fida dei suoi alleati e cerca trame oscure anche laddove non dovrebbero esistere? Costretta a ubbidire, la settimana di permanenza dei reali sarà tutt’altro che facile e si metteranno in moto eventi dolorosi, durante i quali tutti i protagonisti saranno messi alla prova. Se Varlas, educato e benevolo, è incuriosito da quella ragazza così fuori posto in mezzo agli immortali, Reylan, generale di Rhyenelle venuto a fare le veci del proprio sovrano, si presenta fin da subito come una sfida e un nemico. Incuriosito da lei e dal fatto di averne percepito il potere, è un antagonista pericoloso e di certo il migliore che Faythe si sia mai trovata ad affrontare. Fin dal primo incontro sulla scalinata dove tutta la corte è riunita ad accogliere gli ospiti, lo sguardo del leone bianco del Sud, nome tramandato dai tempi delle Grandi Battaglie, incrocia il suo e non lo abbandona.

 

Pericolosamente, seducentemente bello. Le parve di cogliere un accenno di giudizio nel suo sguardo quando la sua fronte ebbe un fremito, ma non poteva esserne sicura, vista quell’espressione granitica che non rivelava nulla. Quei pochi, brevi istanti le sembrarono lunghi come minuti, ma lui non la fissò abbastanza a lungo perché qualcuno potesse notare quello strano scambio di sguardi. […] La fece sentire a disagio il fatto che, tra tutti gli altri membri della corte, avesse incrociato proprio il suo sguardo, senza offrire a chiunque altro neppure un briciolo di attenzione. La cosa l’avrebbe turbata, ma si ricordò che con ogni probabilità dovevano essere state le sue orecchie tonde e il suo odore da umana a catturare la sua curiosità, e si rilassò. 

 

Nonostante l’immediato attrito che si scatena tra i due, Reylan è un personaggio decisivo per la nostra protagonista perché è fredda determinazione e forza infuocata, degno del simbolo della fenice che indossa, fedele al suo regno sopra ogni cosa. Eppure, al tempo stesso, è la perfetta controparte di quella giovane e insulsa mortale che non potrebbe mai, nemmeno in molte vite, vedere se non un bagliore del tempo che lui ha già vissuto. È umana, ma con poteri tali da poter uccidere una persona entrando nella sua mente, al tempo stessa dilaniata dai dubbi sulle proprie origini e completamente asservita alla volontà malvagia di un sovrano che negli ultimi cento anni è diventato lo spettro dell’uomo rispettabile che era. La frantumazione è dunque la caratteristica principale di Fayhte, insieme alla consapevolezza di non essere mai abbastanza, sempre in difetto, e colpevole a suo avviso di mettere in pericolo coloro che le sono vicini. Rappresenta a tutto tondo una giovane donna che si sente intrappolata in un corpo mortale e, a livelli più alti, incapace di conoscere e controllare quello che avviene dentro e intorno a lei. Ma come è possibile che sia solo questo, quando sulle spalle le ricadono responsabilità enormi che possono rivelarsi l’ago della bilancia per il destino di molti? Tauria, Nikalias, Jakon, Marlowe e Caius, l’unica guardia davvero gentile con lei e uno dei personaggi meglio riusciti del romanzo, hanno solo unidea imprecisa di quello che lei rappresenti, mentre per il generale dai capelli d’argento è come se fosse una pozza d’acqua trasparente. 

 

Per un istante, si sentì connessa al Fae in un qualche disperato modo, come se entrambi comprendessero cosa volesse dire essere un emarginato, diverso da ogni conformità, che non lasciava alle persone altra scelta se non piegarsi per timore dell’ignoto. Lui parve leggere quel pensiero nella sua espressione, e aggiunse: «Di solito ci sono due tipi di persone: quelle che temono il potere, e quelle che vogliono il potere. Spesso veniamo giudicati per ciò che siamo, anziché per chi siamo».

 

Come spesso avviene nei fantasy ben riusciti e con un sostanzioso world building alle spalle, i messaggi che trapelano attraverso voci normali e umane risultano straordinari. In questo libro tutti coloro che sono sopracitati hanno il compito preciso di servire uno scopo più grande, che pare effimero nella sua semplicità, perché contribuiscono a togliere il velo di incredulità e di inadeguatezza che la protagonista ha calato sui propri occhi, orpello che maschera quanto è davvero impossibile anche solo immaginare. Non posso scendere nei dettagli, perché vi rovinerei il piacere di una lettura decisamente intrigante e coinvolgente. Se il primo libro è stato un felice terreno preparatorio, con il secondo il livello s’innalza in modo drastico. La narrazione in terza persona è lo strumento ideale per soffermarsi, seppur con uno sguardo altro e distaccato, sui singoli personaggi che di volta in volta spiccano nei capitoli a loro in particolar modo dedicati. Il flusso è continuo e non vi sono sbavature, mentre i piani temporali s’intersecano così come quelli spaziali, dando vita a un romanzo corale in cui ognuno, umano, immortale, Spirito o Fae, trova la collocazione perfetta, mostrando con orgoglio tanto i propri punti di forza quanto le debolezze. Nonostante le vicende si susseguano con un ritmo costante e la tensione sia sempre mantenuta alta, ancora una volta voglio sottolineare l’importanza del viaggio interiore alla scoperta di se stessi; l’aspetto più rilevante è che questo viaggio, al contrario di quanto succede di solito, non interessa solo la protagonista, ma tutti i personaggi che le gravitano intorno. Nik e Tauria sono un fulgido esempio; bellissimi gli scambi tra loro, perché unico e doloroso è il rapporto che li lega. Ma anche Jakone e Marlowe si autoalimentano, costruendo la loro storia senza perdere di vista l’inevitabile intreccio con la vita di Faythe e con quella che diviene la sua missione. Come dimenticare poi Re Orlon, Re Varlas, il terribile capitano Varis? Vi è sempre una spiegazione per l’orrore che qualcuno, umano e non, può decidere di scatenare sulla terra, ed è quella più semplice di tutte. Il potere così a lungo anelato è il motore che muove il mondo di coloro che ne tessono le fila a proprio piacimento, anche se all’orizzonte lo spettro di un pericolo imminente vola con ali oscure fuori dai boschi maledetti. Non ci sono regole che non possano essere infrante; i legami di sangue sono rescissi davanti all’accusa di tradimento alla corona, anche quando questa è ben lontana dal meritare di essere venerata, soprattutto quando antichi segreti vengono allo scoperto e distruggono l’equilibrio di chi ne deve portare il peso. Infiniti sono gli insegnamenti più o meno celati dal connubio di luce e ombra, ghiaccio e fuoco, che animano le pagine verso un finale che, seppur temporaneo, è mozzafiato.  

 

«Che destino è stato scolpito attorno a te, bambina. Trascorrono millenni senza un’anima simile al mondo, una con il potere di sfidare il male, lo spirito di cambiare i cuori, e il coraggio per smuovere le montagne. Se solo tu osassi fare il salto e confidare di poter volare con la fenice, ovvio.»

«Cosa significa?» sbottò, un brivido le scivolò sottopelle. «Significa che c’è così tanto che devi imparare, ragazza dagli occhi dorati. Chi è nato con le ali non è mai destinato a restare in gabbia.» Fissò dritto quegli occhi. I suoi occhi. Ipnotizzata. «Io non ho un nome, Faythe. Semplicemente… Io sono. Non essere così affrettata nell’offrire ciò che non può esserti restituito.»

 

Che dirvi di più, Amici Magnetici? Se con le mie parole fossi riuscita a trasmettervi anche solo una minima parte dell’amore che ho provato per questo libro, allora potrei ritenermi felice. Non ne sono sicura e quindi lascerò che siate voi a decidere, come sempre, se valga la pena o meno di essere letto. Credo che sia un libro adatto a chi ama il fantasy, ma soprattutto a chi cerca una storia ben costruita, perfetta nella sua stesura curatissima, e con un messaggio potente da trasmettere, oltretutto estremamente moderno. Non vi è nulla, nulla di davvero impossibile per chi ha un cuore coraggioso e compassionevole; Faythe rappresenta la debolezza umana, ma anche la forza, la resilienza, il coraggio di chi sa di non avere niente da perdere. Non è attaccata alla propria vita, con enorme costernazione da parte di coloro che tengono a lei, ed è pronta a sacrificarla per permettere ai suoi amici di sopravvivere. A un livello più ampio, è pronta a fare qualsiasi cosa per salvare High Farrow e le genti che la abitano, senza distinzione tra umani e Fae; incarna alla perfezione gli spiriti dell’Anima, della Vita e della Morte, perché seppur sprezzante del pericolo per sé, è l’esempio di ciò che una regina, o un leader, dovrebbe essere. Tutti lo vedono, qualcuno meglio degli altri, mentre lei pare sorda e cieca innanzi a una realtà talmente improbabile da sembrare impossibile. Eppure gli occhi dovrà aprirli quando lo Spirito della Vita le parlerà nel tempio, soprattutto quando sarà chiamata a scegliere se risorgere dalle ceneri di un mondo immobile per risvegliarsi a nuova vita. Quelle ali di fuoco sconosciute, ma così simili alle fiamme che da sempre ama contemplare vogliono spiegarsi adesso, pronte a compiere il loro dovere e servire quello sguardo che deve infrangere le barriere della paura per sorvolare montagne e regni conosciuti, verso quell’Ombra che minacciosa torna a far sfrigolare le ossa, foriera di una fine che adesso appare ancora più vicina.

 

Un lento sorriso gli incurvò gli angoli delle labbra. «Questo non ha nulla a che vedere con la forma delle tue orecchie. Loro ti vedono, Faythe. Io ti vedo… e ti sento.»

 


 

 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE  per averci fornito l'eBook
 
 
 
 

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