lunedì 2 ottobre 2023

Recensione a "I signori della furia" di Samantha Rue e Angel Lawson

 


Genere: Dark Romance
Serie: I reali della Forsyth University #2
Editore: Virgibooks
Data d'uscita: 16 Settembre 2023
Pagine: 496
Prezzo: eBook 2,99 - cartaceo 16,00

 
 
 
 
 

Mi fanno del male, mi usano, abusano di me…

Sono stata io a metterci la firma. Letteralmente. Ho sottoscritto il contratto che mi ha resa la Signora dei Signori, una posizione che mi impone di fare tutto ciò che vogliono, ma solo pur di proteggermi da qualcuno di peggiore. Ho accettato di stare nei loro letti, in ginocchio, e di essere punita in caso di disobbedienza.

Ma non mi aspettavo una punizione del genere.

Killian è un uomo di un quintale di muscoli, di fisicità brutale e di puro disprezzo. Pensa che io non mi accorga che mi osserva mentre dormo.

Tristian è biondo e affascinante per chi non lo conosce. Per me è l'uomo che cerca di controllarmi, col suo sguardo gelido e il suo atteggiamento possessivo.

Rath è la tempesta dagli occhi scuri che mi ha portato nel suo letto. Anche se sono stata vittima della sua lingua tagliente, è il primo uomo ad avermi mai fatta sentire al sicuro.

Non mi ero resa conto di quanto mi avessero sfinita e al contempo appagata, ma è venuto fuori che mi hanno devastato il cervello tanto quanto hanno abusato del mio corpo. Nonostante le atrocità che mi hanno inflitto, mi hanno fatta sentire speciale. Accudita. Protetta.

E poi ho scoperto che era tutta una bugia.

Le premure di Tristian, gli occhi vigili di Killian e, peggio ancora, i miei momenti di soddisfazione nel letto di Rath... faceva tutto parte di un gioco.

Un gioco per stabilire chi è in grado di usarmi meglio.

Un gioco che hanno fatto fin dal primo giorno.

E ora?

È diventato un gioco che sarò io a vincere.

 
 
 
 
 
 
 

 

A pochi giorni dall’uscita del primo volume, ecco che “I Signori della Furia” fanno la loro comparsa, riprendendo il racconto esattamente dove lo avevamo lasciato. Un foglio di calcolo che lampeggia sullo schermo del portatile di Killian, illumina la stanza in penombra, mentre gli occhi di Story assorbono numeri e nomi impietosi che le provocano lividi più di quanto abbia appena fatto il fratellastro. Il velo si è sollevato sull’ennesima natura dei tre padroni di casa, aggiungendo sfumature crudeli a quelle che già li colorano. Adesso non vi è più possibilità di ritorno.

 

Io l’ho conquistata. L’ho vinta. In modo onesto e ............ corretto. Anche se non mi avesse scelto personalmente - il vero segno della vittoria - il punteggio del Gioco sarebbe comunque stato a mio favore. Non ho giocato sul sicuro come Tristian e Rath, con le loro meschine manipolazioni mentali. L’ho pretesa dal giorno in cui si è trasferita qui–e anche da prima. Dal giorno in cui ci siamo conosciuti, anni fa.

 

Killian “Killer” Payne ha ottenuto il massimo punteggio e lo ha fatto infliggendole una punizione in un seminterrato degli orrori e della manipolazione dove hanno perso entrambi. Lo ha fatto nel momento in cui le ha tolto e le ha dato una scelta, con un boccino d’oro che sa di amaro. Torniamo alla Forsyth dunque, con dinamiche apparentemente immutate, ma che nascondono una realtà ben celata; Story è a conoscenza del Gioco e del valore che i tre Signori hanno assegnato ogni volta in cui hanno ottenuto qualcosa da lei. La rabbia e il senso d’inadeguatezza le scivolano sotto la pelle, consapevole adesso più di prima di aver preso una decisione con cui, forse, ha solo peggiorato il proprio destino. E se la minaccia di Ted non svanisce, e con essa le ansie e il terrore, Story deve fare i conti con quella che è la sua attuale condizione: una marionetta nelle mani di chi finge di tenere a lei, ma in realtà la usa per i propri fini in un gioco che si espande oltre i muri dell’università e supera i confini del South Side.

Potrò anche appartenere a loro, ma su un piano profondo e fondamentale, sento che loro appartengono a me. Spetta a me conoscerli. Spetta a me ferirli. Spetta a me sconfiggerli.

 

Colpevole di aver concesso ai Signori un potere unilaterale, la giovane rivendica la propria personale catarsi; le parole della signora Crane scavano nel profondo e le concedono un barlume di chiarezza cui si attacca per riflettere. Da un lato continua a essere stretta nella morsa di sentimenti contrastanti, soprattutto per Rath che è il tipo di male che ti infetta. Ti si insinua nel sangue e si nasconde lì, procurandoti delle ferite in punti che non diventeranno evidenti finché non avrà finito con te. È una catastrofe interiore di cui non ti accorgi in anticipo. Dall’altro medita la propria vendetta e lo fa con i metodi subdoli che ha imparato dagli stessi maestri che la circondanoÈ il silenzio che impone a se stessa il motore per strutturare il modo migliore per attaccare dove sa di poter fare più male; di Rath e Tristian conosce le debolezze mentre per Kilian lei stessa è il tallone d’Achille. Ed è questo il punto di svolta rispetto al primo libro in cui, costretta all’asservimento nella scelta del male ritenuto minore, si è mossa all’interno di una bolla, delegando agli altri il potere sia di distruggerla che di salvarla. Adesso che ne è consapevole inizia a costruirsi una nuova identità, non rifuggendo più dalle etichette che le hanno affibbiato e di cui si è nutrita, vestita di una pelle che non si può staccare, di un tatuaggio che non si può cancellare.

Eppure a ogni azione corrisponde una reazione, uguale e contraria. Nel perseguire lo scopo di pareggiare i conti, si ritrova in una galleria degli specchi con incisa sulla pelle la somma di tutti i propri errori; ha firmato un contratto e il tradimento non è consentito. Così come la rabbia le fuoriesce dalle vene ed è riuscita ad assestare colpi non indifferenti ai propri aguzzini, allo stesso tempo la subisce, messa all’angolo di fronte al risultato delle scelte compiute. Tristian, Rath e Killian sono spietati nell’esigere da lei quello che ancora non ha concesso, quell’arrendevolezza assoluta che li attrae e li respinge come magneti. Non è forse per quella forza sottile che l’hanno scelta? Quanto sarebbe stato più facile avere a che fare con una delle altre candidate al ruolo di Signora, sempre compiacente e mansueta? Killian, che ha trascorso del tempo con lei quando Daniel l’ha portata a casa loro con la madre, ha avuto modo di studiarla più a lungo degli altri. Sa che il proprio comportamento è dettato da un’ossessione che ha tentato negli anni di reprimere e infine accettato per quella che è: odia e ama Story in egual misura perché riconosce il potere che quella ragazzina ha sempre avuto anche se non ha mai saputo esercitarlo.

 

Non c’è niente di peggio che non avere il controllo, essere guidati come schiavi senza cervello da una bestia selvaggia che vuole solo fare male, accarezzare e possedere. È il motivo per cui non potrà mai volermi, amarmi, accettarmi. Se sapesse quante volte ho soffocato questa parte di me, ho stretto i pugni e l’ho lasciata andare, forse potrebbe perdonarmi per le volte in cui non ci sono riuscito. Ma probabilmente no.

 

Più degli altri, e in parallelo con Story, Killian non esprime quello che sente e questo silenzio porterà in modo inevitabile alla tragedia. Le convinzioni su cui tutti hanno costruito i personaggi da interpretare vengono messe alla prova di continuo in un libro che, rispetto al primo, adesso scava ancora più a fondo nei lati oscuri e nelle fissazioni. Non tutto ruota intorno alla ragazza che hanno scelto, ma lei è l’escamotage perfetto per comprendere se stessi e per conoscersi meglio l’uno con l’altro, anche se sono amici fin da bambini e sanno tutto ciò che li riguarda; si proteggono come fratelli, persino di fronte a colei che, con pazienza e dolcezza apparente, scardina i presupposti delle loro vite. È Tristian, che non ha mai cessato di ergersi a suo primo difensore, a definirla in modo molto chiaro a Killian: “Basta darle un po’ di controllo, anche se inconsistente, e lei... sboccia come un ..... di fiore.” Ma questo, per quel fratellastro che rifiuta ogni legame perché lo sente troppo, non è ammissibile. Tristian può darle il controllo e raccoglierne i frutti, ma quello è lui. Io la voglio incapace di intendere e di volere perché è l’unico momento in cui non può rifiutarmi. Non può scegliere qualcun altro al posto mio. Non Tristian o Rath. Non i suoi benefattori su quel sito. Non mio padre. Solo me.

 

Scivolano fuori le insicurezze di ognuno adesso; i legami si rafforzano, almeno all’apparenza, e Story inizia a sperimentare vari metodi con cui mettersi alla prova. Le spedizioni punitive con Rath nella casa dei Principi o gli atti di vandalismo per vendicarsi di Perez la accendono, perché l’adrenalina di cui ha bisogno trova un altro modo per esplodere: è un miracolo di forza prepotente, accanto a uno o più dei suoi Signori, pari a loro in alcuni momenti e non sottomessa, nemmeno per un attimo nella sua mente. E se la pistola che impara a usare è un’arma che Killian rischia di vedersi puntata alla testa, il proiettile è quella stessa animosa necessità di riprendersi il proprio futuro, quando ormai passato e presente sembrano destinati essere contaminati per sempre. Story cresce nella galleria degli specchi deformanti e davanti al proprio odiato riflesso a casa, soprattutto attraverso il vuoto che la guarda vacuosconfitta e annientata, non le resta che compiere il passo successivo: morire come crisalide incompiuta o rinascere come feroce farfalla. Grazie anche alle sporadiche informazioni relative ai tre anni in cui ha vissuto in fugacomprendiamo meglio quello che è successo, permettendoci di collegare alcuni pezzi del puzzle fino ad ora senza dimora. Il terrore nei confronti di Daniel, di Ted, e quella violenza subìta dai tre ragazzi nella lavanderiadevono essere solo pezze su una trapunta patchwork assemblata con i dolori e le gioie che la compongono, ma non possono rappresentarla come intero; non devono farlo, altrimenti significherebbe che non vi è più alcuna speranza per lei che vuole solo un po’ di pace. 

 

“Mi avete fatto un sacco di cose davvero orribili. Mi avete ferita, manipolata, controllata, messa in ginocchio più e più volte. Ma credo che... ” Mi lascio cadere di peso sul tavolo, con gli occhi che si riempiono di lacrime non versate. “Vedo il male in tutti voi, ed è così brutto. Ma potrebbe esserci anche del buono. Non lo so... potrebbe esserci, giusto? Se voglio vederlo spazzato via?” Quando mi cade una lacrima, la strofino via e punto lo sguardo sulle tracce di fango che le nostre scarpe hanno lasciato sul pavimento. “No. Non voglio vedervi morti. Voglio vedervi mortificati. Voglio vedere quelle parti buone di voi e sapere che sono il motivo per cui continuo a tornare. Voglio sapere che non sono spezzata, che sono qui grazie a... ” Alzo al cielo gli occhi pieni di lacrime e dico di getto: “A quelle feste di Pasqua, a quelle mattine confortevoli, a quei viaggi in macchina, a quei pranzi. Ho bisogno di saperlo, perché altrimenti?” Scuotendo la testa, dichiaro: “Altrimenti io non sono niente.”

 

Comprendere questo la porta a compiere, nel finale, scelte importanti che cambieranno per sempre i connotati del rapporto che la lega a tutti e tre e, di conseguenza, anche la portata di quello che i ragazzi provano per lei, fino ad allora inaccettabile nel suo complesso. Non voglio e non posso dirvi di più perché altrimenti vi rovinerei una lettura il cui ritmo aumenta in modo esponenziale e ben costruito, decisamente migliore rispetto al primo volume che non si addentra più di tanto, e con ragione, visto il progetto della trilogia, nella psiche e nelle cause che hanno condotto i protagonisti dove sono adesso.

 

È strano immaginare il mio aspetto, ricoperta dall’oscurità di Rath e affiancata dalla luce di Tristian e dalla durezza di Killian. Chissà se sto finalmente imparando cosa significhi essere una donna Reale. Essere allo stesso tempo spietata e sorridente. Rigida e cedevole. Sincera e artificiale.

 

E se la lunga strada per l’Inferno passa attraverso il South Side e i segreti che nasconde, oltre che negli occhi di un Re che ha un motivo in più per vendicarsi adesso, cosa succederà quando le mani si sporcheranno di sangue e il conto alla rovescia finirà? Chi si salverà da quella ruota impazzita che si diverte a scuotere i destini di questo mondo elitario e violento, dove persino le luci di un luna-park si ammantano di terrore? Non ci resta che aspettare il terzo libro, amici Magnetici, che a breve uscirà e chiuderà un cerchio che, seppur con qualche lieve cedimento, ci ha dato una storia complessa, con risvolti inaspettati, e personaggi che di certo rimarranno a lungo impressi nella nostra memoria.

 

“Pensa quello che vuoi di noi, Story. Pensa che siamo perversi, crudeli, senza cuore, dispotici e vuoti. Forse hai ragione. Ma questa è roba vera. Quante persone possono dire che qualcuno ucciderebbe per loro?”

 


 

 
 
 
 
 
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