Supernova Mars Goldsmith ha ventitré anni, un nome esplosivo,
un cognome ingombrante ed è figlia di due scienziati miliardari, ma il
suo lavoro non ha niente a che fare con formule e teoremi. Crede nelle
favole, è innamorata dell’amore e la sua passione è realizzare i sogni,
sì… degli altri! Appena arrivata a San Diego, è pronta per iniziare la
carriera di wedding planner in una delle agenzie più famose della città.
Cosa potrà mai andare storto?
Julian
Wasserman ha trentasette anni e ha fatto del suo infallibile intuito
una professione. È un detective privato senza scrupoli, arrogante,
affascinante e sfrontato… ma ha anche dei difetti! Soprattutto, sa che
dietro ogni coppia sposata si celano sempre grosse bugie, ed è pronto a
smascherarle una dopo l’altra.
E c’è di più. Ha saputo che in città c’è una nuova wedding planner con un cognome inconfondibile. Quale occasione migliore per togliersi un paio di sassolini dalla scarpa?
Julian
ha parecchi conti in sospeso con i Goldsmith e questa è l’occasione
giusta per pareggiarli. E poi, quanto può essere divertente sabotare
tutti gli eventi organizzati dalla sua rivale? Da uno a dieci: infinito.
Peccato
che Supernova non abbia nessuna intenzione di farsi rovinare la
carriera da quel detective borioso ed egocentrico, e che importa se è
sexy da morire? Non cadrà mai nella sua trappola. Mai!
Lei organizza matrimoni, lui li distrugge.
Lei adora il lieto fine, lui odia il romanticismo.
Lei crede nell’amore vero, lui nelle sveltine in piedi.
Cosa può succedere quando la passione ribalta ogni teoria e dimostra che l’odio e la rivalità sono solo i preliminari dell’amore?
«L’amore vuole tutto, pretende che tu gli appartenga e non puoi fare altro che assecondarlo.»
Se tardi a trovarmi, insisti. Se non ci sono in un posto, cerca in un altro, perché io sono seduto da qualche parte ad aspettare te.
Walt Whitman
Ed eccoci qua, amici Magnetici, a salutare una serie che ci ha tenuto imprigionati negli ultimi due anni, che ci ha incantato per la maestria con cui è stata scritta e fatto persino un po’ innamorare di formule matematiche e problemi di fisica. Con “La Teoria della Rivalità” si chiude il cerchio della famiglia Goldsmith: con Nova, la figlia di Chase e Rebecca, diamo l’addio a un insieme compatto di emozioni e personaggi perfettamente delineati e incastrati tra loro, con cui abbiamo viaggiato persino in Italia, per approdare infine in una hacienda messicana, circondata da campi infiniti di papaveri.
Non è un caso aver iniziato questa recensione con la citazione del famoso poeta Walt Whitman, posta alla fine del libro. Essa racchiude, per me, il senso dell’opera stessa, l’attesa che pervade tutto il romanzo e determina le esistenze di Nova e Julian. Supernova Goldsmith ha tutto. È la figlia dell’uomo più ricco del mondo, il magnate geniale che ha sempre puntato a Giove e oltre, famoso per la sua intraprendenza e per la storia d’amore quasi cinematografica con Rebecca Pennignton, sua magistrale controparte ne “Le regole dell’attrazione”, primo libro della serie. Nova ha tutto, dicevamo, ma forse basta uno sguardo poco più che superficiale per riscrivere ogni certezza. Timida, riservata, distante anni luce dalla vita social che ci si aspetterebbe da un’ereditiera, non si definisce né particolarmente bella né interessante. Non c’è niente di geniale in lei, nulla che la accomuni agli straordinari personaggi che la circondano. Il senso d’inadeguatezza è il filo conduttore della sua esistenza, a malapena nascosto dai cerotti che le coprono le unghie tormentate. Sono di Chase le parole che troviamo all’inizio di questa storia, quando, durante una riunione di famiglia a Paradise Cay, per l’ennesima volta intravede in quella figlia così diversa da lui un disagio dal sapore silenzioso e triste.
deciso di trasferirsi a San Diego per perseguire il sogno di organizzare eventi e creare abiti da sposa, in netto contrasto con quello che il mondo si sarebbe aspettato da lei, lontano anni luce dall’azienda spaziale e dai progetti familiari. I sentimenti di Nova nei confronti di Chase, e della famiglia in generale, sono un punto nevralgico dell’opera per la loro complessità: è una giovane donna che non ha niente di eccezionale, se non il talento di rendere meraviglioso quello che la circonda allo scopo di vedere le persone felici. È un aspetto bellissimo del suo carattere e lei è l’unica a non vederlo. Ferita da un’esperienza passata che ha lasciato il segno, aspira a una vita tranquilla accanto al fidanzato Ethan, oltreoceano per perseguire gli studi di Medicina in Inghilterra. La loro storia, per citare uno straordinario Anthony Hopkins in un film altrettanto straordinario, non ha “un’ombra di trasalimento, non un bisbiglio di eccitazione; questo rapporto ha la stessa passione di un rapporto di nibbi reali”, eppure le va bene perché, non conoscendo niente di diverso, non aspira ad avere di più. Il vestito che Nova indossa lo cuce il suo migliore amico Dax quando, con poche parole, le riassume quello che vede: «Hai il nome di un’esplosione di stelle e ti comporti come un buco nero.», fino a quando tutte le regole vengono scombinate da un’eccezione che si chiama Julian Wasserman, investigatore privato che la giovane incontra a un evento di pittura. Julian è la sua nemesi, dentro e fuori.
Tanto lei è delicata e pallida, quanto lui è scuro e prestante. Tanto la sua pelle è candida, quasi trasparente, quanto quella di Julian è dorata e implacabile come il sole del Messico dove è nato.
Per non finire inghiottito dai ricordi, ma senza dimenticarli mai. Tre secondi sono il tempo in cui ho realizzato di voler sporcare tutto quel candore. Uno per guardarla, uno per inquadrarla, uno per odiarla.
Ho promesso a Efrem che avrei fatto il mio lavoro, è vero. Ma io sono figlio di promesse non mantenute e doveri non rispettati. Mi chiedo che storia racconti la sua pelle, così pallida da sembrare trasparente. Non ha cicatrici né imperfezioni, non porta i segni del tempo e dei rimorsi come la mia. Chissà se si è mai sbucciata le ginocchia, da bambina. Se abbia provato l’emozione di correre tra la sabbia e la polvere, se sappia cosa significa sporcarsi con le tempere, intingere le mani nel colore e inseguire le abuelas minacciandole di rovinare i loro abiti tradizionali.
Supernova ha una famiglia, un intero clan che la ama, ma si sente fuori posto. Julian è solo, nonostante Efrem e il migliore amico Zane. È lontano dalle sue origini perché talmente imbrigliato nelle trame della vendetta da essersi dimenticato di ricordare che proprio quel passato lo vorrebbe adesso vedere felice.
Hanno trascorso le loro esistenze inconsapevoli di cercarsi, ma quando s’incontrano, e si scontrano soprattutto, è un’esplosione: solo quando saranno in grado di accettarsi entrambi per quello che sono potranno finalmente sentirsi a casa, e a quel punto il luogo non avrà più alcuna importanza.
Questo libro è delicato, forte, deciso come il vermiglio sterminato dei campi di papaveri: gli opposti sono apparenti e s’incastrano in quella chiusura del cerchio, o rottura come direbbe Julian, in modo perfetto.
Perché quando si è creati per qualcuno non importa quanto distanti si possa essere nello spazio e nel tempo: ci sarà sempre quella strada invisibile tra le stelle, disseminata di luci brillanti come diamanti sullo strascico di un abito da sposa, che ci guiderà esattamente dove siamo destinati ad andare: fino a Giove e molto, molto oltre l’infinito.
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