Genere: Narrativa Storica
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 30 Settembre 2022
Pagine: 296
Prezzo: eBook 4,99 - cartaceo 11,40
Una commovente storia vera
Niente e nessuno riuscirà a impedire loro di sognare
Aprile 1944. Dopo aver vissuto per anni nascoste nel terrore di essere trovate, Rachel e la sorella minore, Mindel, vengono catturate dalla Gestapo e condotte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. La speranza di riuscire a rimanere insieme si infrange subito: Rachel, che ha diciassette anni, viene selezionata per il lavoro in una fabbrica di munizioni, mentre Mindel, che di anni ne ha solo quattro, viene mandata nel cosiddetto campo “stella” per prigionieri ebrei.
Da quel momento la missione di Rachel diventa trovare Mindel, perché sa bene che è troppo piccola per sopravvivere da sola al campo di concentramento.
Il lavoro massacrante in fabbrica, che consuma le mani e rovina gli occhi e i polmoni a causa degli agenti chimici, è reso ancora più gravoso dalla brutalità delle SS e dalla mancanza di cibo. Ma Rachel vuole sopravvivere. Deve farlo per sua sorella. Non ha intenzione di arrendersi finché non si sarà assicurata che Mindel è ancora viva e al sicuro.
Rachel e Mindel sono due sorelle, ebree, che vivono nella parte rurale della Germania non ancora colpita dai rastrellamenti totali del 1944: i loro genitori si sono rifugiati lì, in una loro fattoria di proprietà, sperando di salvare tutta la famiglia, ma una notte i nazisti arrivano.
Da quel momento inizierà la fuga delle due sorelle e la loro storia.
Rachel è molto più grande di Mindel, che ha solo quattro anni: per lei quella sorella è quasi come una piccola figlia, e questo legame, fortissimo e particolare, sarà proprio il filo invisibile che le terrà unite attraverso la devastante esperienza del campo di concentramento.
Deportate a Bergen- Belsen, le due sorelle sono subito separate: Rachel capirà immediatamente che la restante parte della sua famiglia è persa e che quel luogo di “Muselmann” – creature perdute – porta in sé la morte; Mindel, nell’innocenza della sua età, penserà di essere lei stessa la responsabile di quanto accaduto, per una delle sue marachelle.
«Perché dovevano rimanere in quel posto orribile? Perché non dicevano alle SS di lasciarli andare?»
Alcuni passaggi sono davvero toccanti: i giochi dei bambini, che da una parte permettevano loro di vivere l’infanzia, e dall’altra erano la perfetta e crudele riproduzione di quella realtà malata e distruttiva; il lento avvelenarsi del corpo anche nella esteriorità, dovuto alla scelta di lavorare nelle fabbriche chimiche.
L’abitudine ai pidocchi, al freddo, alla fame, alle scene di morte quotidiane, dà a entrambe la sensazione di essere ancora vive, di provare qualcosa: Mindel perderà il suo amico Lazlo, speranza di sentimenti e affetto, e Rachel se stessa fino in fondo, come i molti sopravvissuti ai campi che solo dopo decenni hanno trovato una piccola pace interiore.
L’autrice riesce a dare un quadro privo di compassione perché l’obiettivo è sì la descrizione, ma lasciandoci ben percepire quel flebile filo di speranza che lega le due protagoniste, che le protegge in quel guscio vuoto di corpo che Rachel e poi Mindel stessa diventano.
Alcuni passaggi sono davvero toccanti: i giochi dei bambini, che da una parte permettevano loro di vivere l’infanzia, e dall’altra erano la perfetta e crudele riproduzione di quella realtà malata e distruttiva; il lento avvelenarsi del corpo anche nella esteriorità, dovuto alla scelta di lavorare nelle fabbriche chimiche.
L’abitudine ai pidocchi, al freddo, alla fame, alle scene di morte quotidiane, dà a entrambe la sensazione di essere ancora vive, di provare qualcosa: Mindel perderà il suo amico Lazlo, speranza di sentimenti e affetto, e Rachel se stessa fino in fondo, come i molti sopravvissuti ai campi che solo dopo decenni hanno trovato una piccola pace interiore.
L’autrice riesce a dare un quadro privo di compassione perché l’obiettivo è sì la descrizione, ma lasciandoci ben percepire quel flebile filo di speranza che lega le due protagoniste, che le protegge in quel guscio vuoto di corpo che Rachel e poi Mindel stessa diventano.
«In cosa li avevano trasformati i nazisti? Non solo li avevano resi una sorta di subumani simili a bestie, ma anche dei veri e propri cannibali. Persone senza scrupoli. Se la sopravvivenza era in gioco, non c’era niente che contasse. Né la decenza, né l’orgoglio e neppure l’essenziale umanità.»
Diversi i protagonisti realmente vissuti e inseriti nella storia, come la stessa autrice ci dice nei Ringraziamenti, ma questo espediente narrativo risulta ben inserito, non scontato né una distrazione per il lettore, la cui attenzione resta sempre sulla storia delle due sorelle e sulla loro diversa percezione dell’atrocità.
Diversi i protagonisti realmente vissuti e inseriti nella storia, come la stessa autrice ci dice nei Ringraziamenti, ma questo espediente narrativo risulta ben inserito, non scontato né una distrazione per il lettore, la cui attenzione resta sempre sulla storia delle due sorelle e sulla loro diversa percezione dell’atrocità.
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook.
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