venerdì 1 luglio 2022

Recensione a "Tranne il colore degli occhi" di Roberta Marcaccio


Genere: Narrativa
Editore: CaRol Books
Data d'uscita: 19 Dicembre 2021
Pagine: 157
Prezzo: e-book 3,99 cartaceo flessibile 12,48






Nella primavera del 1950, la contrada Marzo di San Felice Maggiore dà i natali a due bambine: Michela, riservata, taciturna, solitaria, e Annamaria, solare, allegra, amichevole con tutti e piena di vita. Nonostante le loro differenze caratteriali, le due bimbe diventano grandi amiche e condividono ogni momento importante della vita: i giochi, la scuola, la famiglia, le amicizie. Fino al giorno in cui Michela sparisce. Annamaria la cerca ovunque, in paese, nel bosco. Nessuno sa dove sia finita o cosa le sia successo. Anche Diana, la strega che vive nella baracca vicino al torrente, si rifiuta di dirle la verità. E sono proprio le parole di quest’ultima a farle capire che, almeno per il momento, non avrà alcuna possibilità di ritrovare la sua amica. «Verrà il tempo del perdono, del riavvicinamento, della prova. Tu sarai chiamata a decidere se credi davvero in questa amicizia. Dovrai accettare una situazione difficile e fare i conti con il passato. Dimentica Michela.» La voce della vecchia si addolcisce. «Ora lei è fuori dalla tua dimensione e non ritornerà per molti anni.»







«I ricordi sono libri stampati, restano impressi sulla carta e non si cancellano neanche con il tempo che passa. Alcune cose diventano più leggere, altre invece ingigantiscono. Fino a soffocare.»

La storia di Michela e Annamaria si snoda proprio attraverso una serie di ricordi, della loro vita, del loro passato, di quel legame fortissimo che le univa e che le ha anche divise. Una vita che parte da lontano, da un amore che non ha potuto vivere, ma è stato nascosto, celato, quasi fosse proibito, e che il destino, con la sua solita ironia, ha invece mostrato a tutti in quegli occhi che entrambe condividono. Attraverso la lettura di poco più di centocinquanta pagine, conosciamo la realtà di un piccolo paese dove nel secondo dopoguerra era tanto difficile anche solo poter avere da mangiare, dove facile era cedere ai criminali di turno per avere proprio quel poco per sopravvivere. In questo quadro, si muovono non solo le nostre protagoniste, ma anche tutti i personaggi secondari, caratterizzati quasi da una sorta di rassegnazione nelle loro scelte: da Giovanni, che non accetterà mai quella figlia e la lascerà andare quasi in una sorta di liberazione, ad Antonio, che prende, "ruba", la spensieratezza dei suoi coetanei, a Diana, non strega, ma piuttosto un’antesignana del riconoscimento dell’uguaglianza di fatto, soprattutto nelle scelte delle donne. Una lettura che non racconta solo di donne e delle loro scelte, quanto di uno spaccato storico a volte quasi dimenticato, di un’Italia che spesso dimenticata, ma che cercava in tutti i modi di rinascere dalle ceneri di una guerra devastante e di un ventennio dittatoriale che aveva cancellato la figura e il ruolo della donna, riducendolo solo a quello di madre. Una storia dove proprio dalla forza di Michela ed Annamaria tutto riparte, anche nella scelta di ritrovarsi nella malattia, nel condividere quella stella che le rappresenta, perché in quella stella si ritrovano gli occhi di entrambe.

«Solo ora, dopo tanto dolore, Annamaria riesce a comprendere quanto dev’essere stata grande la sofferenza di Michela e quanto sia stato difficile recidere il loro legame per sempre.»

Scrittura di esordio per Roberta Marcaccio, conferma però quella profondità e sensibilità di analisi dei sentimenti e della vita, che si ritrovano in un’opera più recente che mi ha permesso di scoprirla: l’attenzione sui personaggi femminili viene compensata dalla comprimarietà di quelli maschili, necessari e delineati in completamento della narrazione complessiva. Una storia italiana nei personaggi, nella realtà storica e nell’ambientazione, e che regala una lettura particolare e commovente.

«Ecco a cosa servono i ricordi. A spiegare il passato e dare un senso a quello che è accaduto.»




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