LibriMagnetici: Recensione a "The Failing Hours" di Sara Ney

Genere: Contemporary Romance; Sport Romance

Serie: How to Date a Douchebag Vol. 2

Editore: Hope Edizioni

Pagine: 276

Prezzo: e-book 3,99 cartaceo flessibile 16,05

Zeke Daniels non è solo un cretino; è proprio uno stronzo, un idiota totale. Zeke tiene le persone a distanza. Non ha alcun interesse per le relazioni – come la maggior parte degli stronzi. Frequentare qualcuno? Essere in una coppia? No. Non è roba per lui. Non ha mai nemmeno pensato a cosa vorrebbe in una ragazza, perché non ha mai avuto alcuna intenzione di averne una. Diavolo, ha a malapena una relazione con la sua famiglia, e sono imparentati; non piace nemmeno ai suoi stessi amici. Quindi perché continua a pensare a Violet DeLuca? La dolce e tranquilla Violet – il contrario di lui in ogni senso. La luce contro la sua oscurità, anche il suo dannato nome richiama alla mente i raggi del sole, la gioia e stronzate del genere. E anche questo lo fa incazzare.

“I miei genitori devono aver saputo fin dall’inizio che sarei stato un peccatore… per quello mi hanno dato il nome di ben due libri della Bibbia. Dio sa che non sono un santo”. E ZEKIEL D ANIELS

Sara Ney è una delle poche autrici sulle quali si può sempre contare. I suoi new adult sono sempre una boccata di ossigeno, con eleganza e finezza riesce a raccontarti storie anche con tematiche difficili senza mai annoiarti. Zeke, compagno di squadra di Là che nel primo volume non si può che odiare, tirerà fuori qui un carattere niente male, e dietro tutto il suo cuore duro comparirà una bontà che in pochi hanno.

Questa collera che mi monta dentro è più tangibile di qualunque felicità di cui neanche ricordo la sensazione, non essendo mai stato altro che solo.

Costretto ad affidarsi a una tutor per mantenere il suo posto in squadra verrà affidato a Violet, una ragazza balbuziente dal passato difficile, ma che nonostante tutto riesce sempre a sorridere a fare di ogni suo giorno un capolavoro. Avrebbe dei motivi veri per piangersi addosso, ma non lo fa mai e questo porterà Zeke a cambiare molte prospettive, anche se non tutte.

Rappresenta quello che voglio essere: l’ottimismo, che è il modo con cui affronto la vita. Ed è luccicante, nuovo e ricco di simbolismo.

Un testo che racconta quanto anche avendo una famiglia ci si possa sentire soli e quanto non avendola ci si faccia forza nonostante tutto.

Wow. Va dritto alla giugulare, senza fare prigionieri. Mi inchioda con uno sguardo penetrante, in uno scontro di volontà che non vincerò mai.

Il protagonista pensava di essere sfortunato perché nato da due genitori senza senso e amore della famiglia, interessati solo a loro stessi, ma si renderà conto che nonostante tutto lui decide di voler stare solo, perché potrebbe avere la famiglia che vuole grazie ai suoi compagni di squadra che sono i suoi amici. Violet, beh lei mi ha dato la sensazione di Trilly, una ventata di buon umore magico che riesce a farti sorridere. Insicura come tante ragazze, il sorriso e la grazia sarà quello che farà riflettere quel grosso lottatore di Wrestling.

Dicono che chi muore resta sempre con te nello spirito: e so che è vero, perché sento i miei genitori ogni secondo di ogni giorno. Ma non significa che non faccia male. Fa solo meno male.

È sempre più vero che decidere di essere genitori è una scelta difficile per ciò che si fa e ciò che si insegnerà ai propri figli. Alcuni passaggi mi hanno provata e ho avvertito un dolore sordo al cuore per ciò che questi ragazzi hanno vissuto. Faccio i miei complimenti all’autrice che grazie al doppio pov, alle descrizioni minuziose, ma mai noiose e alle scene hot non eccessive vi ha regalato un bel libro.

Ho sempre pensato che i tuoi occhi siano incredibili». La sua voce rauca è bassa, sussurrante, appesantita dal sonno. Fa saltare un battito al mio cuore nero. Sento un calore nascermi nel petto mentre mi dedica le sue attenzioni nel buio. «Sono la parte migliore di te». «No. Non lo sono», sussurro di rimando, le sue dita che ancora mi fanno formicolare la pelle. «Non lo sono?». «No». Neanche lontanamente. «La parte migliore di me sei tu…»