sabato 3 agosto 2019

Recensione a "Cuore di Jagoda" di Irene Catocci



Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Self publishing
Data d'uscita: 10 Giugno 2019
Pagine: 306
Prezzo: eBook 2,99 - cartaceo 13,52

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Ambientato in Norvegia, tra lo splendore verdeggiante del fiordo di Olden e l'impervio ghiacciaio che lo sovrasta, Cuore di Jagoda è la storia di un amore contrastato, quello tra Aase e Lhase, due ragazzi come tanti. L'unica loro colpa è quella di essere figli di due culture troppo differenti per trovare un punto di unione. Da una parte i norvegesi e il loro scetticismo, e dall'altra il popolo nomade, chiamato barbaramente "zingaro", pieno di orgoglio e tradizioni ormai lontane nel tempo. 
Due innamorati in cerca della libertà. 
Due cuori che battono all'unisono in un unico petto. 

"Di che cosa hai paura, Jagoda?" 
"Che l'amore non basti."






Mi appresto a recensire un piccolo gioiello, mi sbilancio fin da subito con questa recensione e non mi sento assolutamente di parte conoscendo l’autrice, perché non mi sono mai tirata indietro con le critiche nei suoi confronti e, come lei stessa può confermare, non mi sono mai tirata indietro dal dire la mia opinione sinceramente, nonostante ci sia un rapporto di amicizia fra noi.
Mi sono spesso chiesta se si potessero rielaborare i grandi classici senza cadere nel ridicolo o senza incappare in critiche. Questo libro è una elegante rivisitazione della struttura di Romeo e Giulietta, ambientata in una intollerante Norvegia, dove due popolazioni vivono vicine ma non convivono, dove due bambini si incontrano per caso e si accorgono fin dall’inizio che qualcosa li lega in modo indissolubile.
L’amore dei protagonisti permea tutta la storia e supera tutte le barriere, fonde le due culture a abbatte le differenze, ma solo nella loro piccola bolla felice, solo nella loro piccola roulotte… al di fuori di quel posto incantato, le due culture si scontrano e creano difficoltà e ostacoli.
Tematiche molto forti, come quella dell’intolleranza e del razzismo (radicate in entrambe le popolazioni) si mischiano con le forti tradizioni di entrambi, creando una sorta di miscela esplosiva, che una qualsiasi miccia potrebbe far esplodere.
Il libro è scritto in terza persona, cosa che non amo personalmente, ma che ha dato la possibilità all’autrice di creare una prospettiva a tutto tondo su paesaggio, personaggi primari e secondari, emozioni e sensazioni, parole e desideri. La poesia che circonda questa storia la rende meno cruda e triste, la rende piacevolmente fruibile anche se si inabissa in ambienti oscuri dell’umanità.
Siamo in Norvegia, ma potremmo essere ovunque, in ogni luogo in cui tentano di convivere diverse culture ma dove, a lungo andare, uomini e donne tendono a ignorarsi per non fondersi, per non capirsi e per non accettarsi. Potrebbe essere la storia di chiunque: due amici, due amanti, due vicini di casa costretti a ignorarsi, spinti dall’ignoranza che li circonda, per non intaccare il delicato equilibrio tra due diversi popoli, tra due diverse culture o religioni.

Scorrendo le pagine ci ritroviamo innamorati di due ragazzi agli opposti, che vivono le loro differenze anche nei colori: la pelle, gli occhi, i capelli, ogni caratteristica fisica… è il loro cuore, i loro sentimenti, la loro unione a ricordarci come l’esteriorità conti poco o nulla.

Leggete questo libro, con la mente aperta, con il cuore libero da pregiudizi, leggetelo per quello che è: una storia lontana nel tempo e nei luoghi, una storia inventata, una storia sognata, creata e scritta da un’autrice. Leggetelo senza riflettere, leggetelo e apprezzatene la poesia… tanto arriverà il momento in cui il vostro cuore percepirà la crudeltà e la crudezza di questa storia.
Fidatevi, non è per soffrire che bisogna leggere di Aase e Lhase, ma per amarli con tutti i loro pregi e i loro difetti.




Grazie a Irene Catocci per averci fornito l'eBook.





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