lunedì 10 dicembre 2018

Segnalazione a "La memoria di Elvira" di Irene Milani



Genere: Storico
Editore: Nulla Die
Data d'uscita:  21 Novembre 2018
Pagine: 138
Prezzo: cartaceo 12,70







Il romanzo è composto da due storie distinte che confluiscono in un finale unico, al termine della seconda parte.
Parte prima:
Elvira è una giovane benestante che vive a Lazise del Garda. Siamo nel 1943 e, subito dopo l'armistizio, l'Italia è invasa dai Nazisti. La villa in cui abita è poco distante da quella in cui, in quel periodo, stabilisce la sua residenza Erwin Rommel, la volpe del Deserto.
Da sempre vissuta nel lusso e lontana dai problemi della gente comune, Elvira incontra il giovane partigiano Michele. Infatuatasi di lui accetta, forse più per amore che per reale passione politica, di partecipare ad un tentativo di uccidere il gerarca tedesco durante la festa per il suo cinquantaduesimo compleanno, facendosi assumere come cameriera all'insaputa della famiglia. La protagonista della seconda parte è Margherita, una giovane donna torinese, orfana di entrambi i genitori, che ha da sempre dedicato la propria esistenza al lavoro e al raggiungimento di un'ideale di perfezione algida e fredda, sfuggendo i legami personali per paura di soffrire ancora. Per lavoro effettua una trasferta a Lazise dove viene assalita da strani déjà vu e da una sensazione di malessere che non riesce a spiegarsi. Un nome riecheggia nella sua mente – Elvira – e dei luoghi le sembrano familiari pur non essendoci mai stata.
I frammenti di memoria, piano piano, ricostruiscono i fili di una storia di cui Margherita scopre di essere almeno in parte protagonista: tassello dopo tassello inizia a indagare sulle vicende di quella ragazza vissuta molti anni prima e a lasciarsi andare assecondando i propri sentimenti.


Quarta di copertina

È possibile avere dei ricordi non nostri? Può succedere che ad un certo punto, senza volerlo, ci rendiamo conto che il nostro cervello ospita anche frammenti di una vita che non abbiamo vissuto? Questo è il dubbio che travolge Margherita, giovane donna che lavora come pubblicitaria a Torino dopo una trasferta a Lazise. Cosa la lega ad Elvira, ragazza vissuta in quei luoghi durante la seconda guerra mondiale? Due protagoniste molto diverse tra loro vedranno intrecciare i fili della memoria lungo un sentiero che porterà Margherita sulle tracce di un passato di cui ignorava l'esistenza.

Il passato va custodito
in esso si può nascondere la sofferenza
e, allo stesso tempo, il rimedio ad essa.

A Elvira e Michele,
perché la loro storia possa insegnare
la forza del coraggio,
il coraggio della forza.

***
Incipit
Ricordo bene quel pomeriggio che, ne fui sicura dal primo istante, sarebbe entrato nei libri di storia. C’eravamo radunati tutti nella sala da pranzo e mio padre aveva acceso la radio: alle 19.42 ascoltammo in silenzio la voce del maresciallo Badoglio. Con poche parole aveva messo fine a una guerra che durava ormai da tre anni. E ora? Cosa sarebbe successo? Si diceva che l’Italia, per evitare più gravi sciagure aveva chiesto l’armistizio alle “soverchianti forze avversarie”.

 
***
«Darei qualunque cosa per stare con te.» Sentivo davvero nel profondo del cuore quello che avevo appena detto, ne ero convinta. In quel momento avrei rischiato la mia vita per lui.
«Non dirlo, non sai cosa potrebbe esserti chiesto in cambio. Purtroppo per ora dobbiamo accontentarci di questi pochi incontri clandestini, se e quando la guerra finirà ne riparleremo. Potresti non voler più stare con un bandito.»
 «O con un eroe...»

Era come tornare a casa dopo un lungo viaggio, riscoprire radici che ignoravo, aprire uno spiraglio nella corazza di cui mi ero rivestita da quasi trent’anni, lasciarsi andare a un sentimento quasi sconosciuto che — tuttavia — non osavo chiamare amore.
Ringraziai e stavo per uscire quando ebbi uno dei déjà vu più intensi. Elvira e Michele erano proprio nello stesso punto: le lacrime scorrevano sul volto di lei, ancora arrossato dai baci e dalle carezze di lui. Potevo sentire dentro di me il dolore di entrambi, il desiderio che li univa, la paura di lei, la rassegnazione di lui. Alla domanda su cosa avrebbe fatto, Michele aveva risposto “Proverò a fare l’eroe”.

 


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