martedì 24 aprile 2018

Recensione a "Tutto il buio dei miei giorni" di Silvia Ciompi





Genere: New Adult
Editore: Sperling & Kupfer
Data d'uscita: 10 Aprile 2018
Prezzo: eBook 9,99 - cartaceo 12,66





Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.
Tutto il buio dei miei giorni è lo straordinario esordio di Silvia Ciompi, una giovane autrice italiana, già apprezzata su Wattpad da oltre tre milioni di lettrici, e tuttora in vetta alle classifiche. Una potente e struggente storia d'amore che ci ricorda che, quando tutto sembra perduto, l'amore è l'unica luce dentro al buio.






Tra qualche giorno mi sveglierò e starò di nuovo bene, questo senso di oppressione e disperazione che si è impossessato di me svanirà e io tornerò a essere solo Camille. Sarò la ragazza che amava lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, che saltava sugli spalti e teneva il tempo con le mani.
La mia vita è ancora lì, non è finito tutto, giusto il tempo di riaggiustare i pezzi e poi tornerà come prima...
 
Cari lettori ben ritrovati. Ho voluto iniziare questa recensione proprio così, con una frase piena di significato che caratterizza questo libro dall’inizio alla fine. Il dolore, la rabbia e la perdita faranno da contorno all’intero romanzo. Non è una storia da cuori e fiori, anzi tutto il contrario.
Camille e Luca sono due ragazzi completamente opposti, ma con una passione che li lega e fa parte del loro DNA e cioè l’amore per lo stadio. Luca è un ultras ed è cresciuto in quell’ambiente sporco e caotico ma che ha fatto diventare questa passione uno stile di vita. Camille invece ha conosciuto questo mondo grazie al papà che da piccola la portava a vedere le partite, è così ha imparato ad amare quel posto e farlo diventare una parte di sé, la sua casa, l’unico posto dove si sente se stessa.
Ma è proprio lì, in quel posto tanto amato, che la sua vita cambia completamente quando una macchina la travolge lasciandola mezza morta sull’asfalto. In quel momento anche la vita di Luca cambia perché lui è in quella macchina e la ragazza che è stata investita così brutalmente è proprio l’ultima che voleva vedere in quelle condizioni. Non può essere la “sua” Camille, la ragazza che l’ha colpito con un solo sguardo in una giornata di pioggia, non può essere colei che gli ha fatto battere il cuore così forte.

Lei deve vivere.

 Lei deve vivere.
Lei deve vivere.
Non può morire. Se muore che cazzo faccio?

Ed è da qui che le loro vite si incrociano e non si lasciano più. Luca non la lascia un secondo e di nascosto guarda quella ragazza che purtroppo rimarrà paralizzata per tutta la vita. La brutta realtà piomba su Camille come un uragano, quando si sveglia su quel letto di ospedale e pian piano si lascia andare finché un giorno il ragazzo che ha sempre guardato e ammirato da lontano, Teschio (Luca), appare nella sua stanza, e con i suoi modi bruschi e rudi la sprona a reagire.

"Allora smettila di fare quella faccia e reagisci."


"Se non stai zitto, pezzo di merda, ti prendo a pugni."
"Io sono qui, spezzata. Quando vuoi." 

Ci deve essere ancora la vita da qualche parte dentro quel corpo da bambina, io lo so che c'è. Ma non basta provocarti per tirarla fuori. Sei più spezzata di quanto credessi e non posso perdonarmi per questo. Non ce la faccio a sopportarlo.
 
Io mi fermo qua con il racconto, ma non perché non ci sia più niente da dire, anzi, ma reputo che una storia del genere vada letta per capire ogni significato, sentire ogni emozione sulla propria pelle e percepire il dolore così rude è distruttivo di due ragazzi così giovani. E tenetevi pronti perché in tutto questo verrà a galla una scoperta sconcertante che lascerà Camille ancora più “spezzata” di quello che è!


Buona lettura!

 

Nessun commento:

Posta un commento