Nel campus della Rage Forge University giravano voci su una partita scandalosa giocata nientemeno che dalla squadra di baseball del campus.
Onestamente, non mi interessava, non erano affari miei.
Ma quando il mio caporedattore mi ha tolto la possibilità di essere pubblicata sul giornale e la mia sorellina ha ricevuto una misteriosa carta da gioco, mi è venuta una subdola idea.
Così mi sono intrufolata alla festa, decisa a ottenere uno scoop.
Non sarei stata scoperta, non sarei stata sedotta e non sarei assolutamente morta.
Questo fino a quando non fui fermata e lasciata senza parole da un paio di occhi colore del muschio e da una mascella così divina che per poco non mi sono sciolta.
Mi ha attirato a sé, abbastanza vicino da sentire la pressione della sua bocca sulla mia pelle e il calore delle sue mani sul mio corpo. Senza dubbio, ero una pecora diretta al macello, il che si rivelò vero solo quando lui scoprì il mio bluff.
Feci l'unica cosa possibile per salvare ciò che restava del mio sogno: un patto con lui, con il diavolo.
Odiavo che lo volessi ancora, odiavo che lo volessi da quella notte. Aveva la luna nel suo petto e il mio cuore era la marea. Eravamo connessi e legati insieme mentre esistevamo lontani l’uno dall’altra.
Il sogno di Mallory Shaw è quello di diventare una giornalista, di entrare come stagista nella redazione di una grossa società editoriale, e per farlo vuole contare solo sulla sua bravura e capacità, e non utilizzando il cognome che porta o l’aiuto economico del padre miliardario. Al momento la sua ascesa è temporaneamente in stand by e quello che le occorre è un grosso scoop giornalistico capace di metterla in luce.
Quale migliore occasione di un invito ad una festa privata dei Devils, la squadra di baseball universitaria?
Lo svolgimento di queste feste comprende una buona dose di mistero e delle carte da gioco su cui viene riportato il numero di una base, che determina quanto “approfondito” sarà l’incontro col giocatore che ha prodotto l’invito. Il sospetto di Mallory che ci sia ben altro sotto le spoglie di una comune società sportiva, la porta a sostituirsi alla sorella e ad accettare l’invito.
Ero ridicolo. Non avrebbe funzionato; alla fine non avrei avuto quella ragazza. Ora ero Frankenstein. A scuola giravano voci su di me: la mia mano era una massa confusa di pelle frastagliata e avevo pochi soldi. Avevo perso gli scout, non mi voleva nessuno. Non stavo andando da nessuna parte e lo sapevano quasi tutti.
Decker James si trova alla festa dei Devils con una sola missione in testa: la vendetta, sedurre una certa ragazza fa parte di un piano ben congegnato che però subisce una brusca battuta di arresto quando la donna nella stanza si rivelerà diversa da quella che lui attendeva.
L’aver affrontato la tragica morte del padre e l’aver perso la sua possibilità di farsi reclutare come giocatore professionista in una squadra titolata, hanno davvero gettato Decker nello sconforto. I compagni di squadra lo evitano sebbene lui comunque continui a contribuire al buon andamento della squadra e le condizioni economiche della sua famiglia lo obbligano a rinunciare sempre di più al baseball per poter dare una mano alla madre.
La conoscenza con Mallory contribuisce a piantare il seme del dubbio nella mente di Decker, a chiedersi se valga veramente la pena rischiare di perdere il rapporto che stanno costruendo per perseguire una vendetta che pare, a volte, insensata.
Lei era come una di quelle stelle cadenti, bellissima ma sfuggente… non qualcuna che sarebbe durata o avrebbe fatto parte della mia vita.
Ho faticato un attimo a ritrovarmi in questo romanzo, inizialmente ho trovato abbastanza strano leggere di una squadra di Baseball che si comporta come una setta, soprattutto per uno sport che dovrebbe favorire l’aggregazione e lo spirito di squadra. Il modo in cui i compagni trattano Decker dopo il suo infortunio l’ho trovato gratuito e a tratti immotivato, anche tenendo conto della perdita che il ragazzo ha subito e per la quale meriterebbe solidarietà e non ostracismo. Anche la storia del matrimonio combinato l’ho trovata un po’ fuori contesto, soprattutto quando si cita il bisogno che la ragazza abbia necessità di avere un uomo accanto… è una visione un po’ anacronistica a mio giudizio.
Detto questo ho invece apprezzato l’analisi che viene fatta del rapporto tra Mallory e il padre, oltre che quello tra lei e la parte acquisita della sua famiglia, quindi matrigna e sorellastra. Il suo sentirsi “esclusa” da un certo tipo di rapporto familiare, più per colpa di altri che sua, mi ha fatto comunque apprezzare il modo in cui Mallory cerca e riesce a far funzionare il rapporto con Taylor, che comunque è più predisposta della madre a cercare di costruire un contesto familiare con lei.
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