Thamy è un ex Marine e una contractor abituata a camminare sul filo del rasoio, ma questa volta il rischio è diverso. Coinvolta in un gioco di potere, si ritrova a dover proteggere anche la sorella. L'equilibrio della sua vita sembra sgretolarsi a ogni passo, mentre Sniper le apre una nuova prospettiva sulla realtà.
Incastrati in una rete di tradimenti e alleanze pericolose, Sniper e Thamy dovranno affrontare il passato per trovare una via d'uscita. Ma nel loro mondo, fidarsi di qualcuno è un rischio mortale. La passione sarà la rovina o il fuoco che incendierà il cuore di due guerrieri?
Non è una donna, è una sfida ad abbattere le sue difese e scoprire come sia davvero, spogliata dalla corazza del soldato.
Cari Magnetici, sentivate la mancanza delle assolate spiagge di Malibù? Nessun problema perché oggi ci torneremo con il sesto volume della serie Outlawed Malibù e in compagnia di bikers che non hanno sicuramente bisogno di presentazione. Certo, leggendo questo libro concorderete con me che più che sulle spiagge della California sembra di essere tornati a Omaha Beach durante il D-Day e questo dipende sia dal background militaresco dei nostri protagonisti, sia dal loro modo assolutamente marziale di concepire i rapporti umani e il corteggiamento in particolare.
«Va bene, giochiamo.» Le sue labbra mi sfiorano appena la guancia, nel tragitto che le porta all’orecchio. «Le sole regole che rispetto sono quelle degli Skulls, l’unico da cui prendo ordini è il mio Prez, perché lui vive per i valori in cui crediamo ed è pronto a morire per quelli. Non esistono scappatoie o flessibilità date dagli eventi, nessuna zona franca dove sia possibile rinnegare ciò su cui abbiamo prestato giuramento.»
Le prime interazioni tra Sniper e Thamy, infatti, sembrano quelle di due strateghi intenti a disporre i primi pezzi sulla scacchiera, attenti ad aprire bene le “ostilità” senza tuttavia svelare troppo il gioco e la strategia che c’è dietro. Il fatto che lei sia una contractor iscritta sul libro paga del suo peggior nemico, certo non invoglia Sniper a fidarsi immediatamente di lei. Nel loro primo incontro, all’interno di un locale affollato si studiano come due cecchini che devono rispettivamente prendersi le misure, simili per formazione e addestramento si “riconoscono” immediatamente in mezzo ad una moltitudine di persone.
Idealmente ti fanno pensare a due leoni che si fiutano, cercando di capire se e dove l’altro attaccherà e naturalmente la chimica tra loro schizza a livelli altissimi.
Strizza l’occhio e con un cenno del capo mi invita ad andare. Non so più se lo assecondo per scoprire la verità o perché sono impazzita del tutto, dato che non mi importa. Voglio seguirlo. Voglio conoscerlo. Voglio comprendere quest’uomo che mi dà l’impressione di poter essere la mia rovina o di possedere la chiave per qualcosa che credevo di avere già: la libertà. Non ha senso, però vince l’istinto che grida di scommettere su me stessa, di credere ancora in quella voce che mi ha tirato fuori dai casini diverse volte, permettendomi di portare a casa la pelle, perché stavolta non è diverso e la posta in gioco è, forse, persino più alta.
“Semper Fidelis” è il motto dei marine, eterna fedeltà ad un corpo e a un ideale che non cessa con la carriera militare, come un vestito che puoi semplicemente smettere di indossare, ma è un modo di vivere e pensare che ti si imprime nel corpo e nella mente. Thamy e Sniper provengono entrambi da quel mondo, hanno in parte superato le stesse sfide, sono militari abituati ad analizzare scenari, valutare perdite, calcolare rischi: il loro non è un corteggiamento, è un assalto al fortino!
Come è possibile che ogni suo gesto sembri possedere la chiave per qualche parte di me di cui persino io ignoravo l’esistenza? Eppure, ci riesce con una naturalezza a cui mi è impossibile opporre resistenza.
Personalmente ho trovato questi due personaggi assolutamente totalizzanti, riescono a dominare la scena con la loro sola presenza, nei loro scambi senti gli ingranaggi del cervello girare, sono meticolosi nel loro studiarsi a vicenda, sono cauti nel concedere la loro fiducia, ma quando si riconoscono per quello che veramente sono, compagni, diventano l’uno la conseguenza dell’altro. Come accade davvero nelle coppie di cecchini dove uno mira e l’altro spara, ma entrambi sono indispensabili per il successo del team, formano una unità nelle missioni, e nel caso di Sniper e Thamy anche nella vita. Sono così “giusti” l’uno per l’altra che non c’è niente da spiegare o capire, si incastrano come i pezzi di un puzzle in maniera così precisa che comprendi che da qui in avanti non esisterà l’uno senza l’altra. Sniper è in grado di comprendere i bisogni e le paure di Thamy perché li prova costantemente sulla sua pelle. La dedizione che entrambi hanno riservato all’ambiente militare dove sono stati forgiati deve essere reindirizzata e loro lo fanno l’uno sull’altra. Probabilmente alcuni atteggiamenti impositivi sarebbero “troppo” per qualsiasi altro, ma non per due persone abituate a ricevere e dare ordini e che vivono la gerarchia come un concetto assolutamente normale, perché appunto fa parte della loro formazione.
Indifesa. Per me. Non importa se alla cintura porta una 45. Adesso è come fosse nuda e disarmata, per lei significa tutto proprio come per me. Siamo addestrati per tenere sempre alta la guardia e solo se qualcuno ci copre le spalle troviamo attimi in cui riposare. Fidarsi equivale ad affidare la propria vita alle mani di un’altra persona. È il confine tra la vita e la morte.
L’accuratezza dei dettagli verso il background militare dei due protagonisti denota un grande lavoro di ricerca e documentazione, ci parla di amore e cura verso ciò che si sta scrivendo, e questo è una garanzia quando parliamo di questa autrice. È bello come le parti più “seriose” o drammatiche del racconto siano spezzate da personaggi secondari che rappresentano un momento di evasione dalla suspense del momento, quasi a farci tirare il fiato prima di riprendere il filo della vicenda.
E alla fine voglio parlarvi di Lei… la vera e unica protagonista della storia, quella di cui tutti vi innamorerete come sempre capita per un personaggio del suo spessore: Bastet, a lei non servono parole per conquistare immediatamente la scena, d’altronde un personaggio fuori dal comune come Sniper non poteva avere un comune animale domestico, ma solo uno che si adattasse alla sua natura, selvaggia e indomita pur tuttavia addomesticabile da un sentimento semplice come l’amore.
«Tu sei diventata più importante della mia vendetta, l’hai spazzata via e poi l’hai resa nostra. Compagni d’arme.»
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