martedì 18 luglio 2023

Recensione a "Cuore di Foglia, Radici di Pietra" di Giuditta Ross

 


Genere: Fantasy
Serie: Gli Eredi della Foglia #2
Editore: Hope Edizioni
Data d'uscita: 11 Giugno 2023
Pagine: 400
Prezzo: eBook 3,99 - cartaceo 14,15

 
 
 
 

 
Una goccia di sangue, e l’Alberopietra è risorto. Nairnering ha un dono straordinario, ma è sicuro di non meritarlo. La sua anima è nera e il suo cuore marcio, al punto di non poter sperare, neppure per un attimo, di potersi redimere.
Eppure è disposto a dare tutto per il suo adorato principe.
Mojheardean di Pietrabuia è salito sul Trono di Pietra. Tutto il dolore patito, ogni lacrima, ogni ora disperata passata nel terribile abbraccio del Rovo di Morte l’ha condotto a quel momento. Anche l’intenso, indesiderabile piacere provato tra le braccia di Nairnering Cuordifoglia è stato funzionale a quell’unico scopo: risollevare le sorti della sua gente. Allora perché adesso non riesce a scacciarlo dalla mente e dal cuore?
L’alleanza con Mabliereen, Regina della Luce, può essere la svolta necessaria a cancellare secoli di guerra civile tra i fae di Pietrabuia e i Luminosi. Tuttavia qualcosa si sta muovendo alle loro spalle. Un nemico infido e antichissimo sta per mettere a repentaglio la pace così duramente conquistata.
La guerra incalza e Mo e Nair, insieme ad Alice, Alistair, Rain e la Regina Mab dovranno trovare il modo di unire le forze per contrastare un avversario disposto a tutto pur di schiacciarli.
 
 
 
 
 
 
 

Desiderare tanto da non poter respirare, ecco cosa non si potevano perdonare. Ecco cosa li avrebbe distrutti, corrosi dall’interno.
 
Se avete letto il primo volume de “Gli eredi della Foglia” e lo avete amato quanto me, allora potete solo immaginare, amici Magnetici, come possa essere stata felice di leggere la storia di Nairnering e Mojheardean. Senza nulla togliere a quella di Alice e Alistair, che spalanca le porte su questo mondo fantastico, Nair e Mo si sono piantati nel cuore appena li ho conosciuti e, semplicemente, non se ne sono voluti andare. “Alice, non è il Paese delle Meraviglie” ha avuto, tra tanti meriti, proprio quello di non relegare i personaggi di contorno a meri secondari: sia Mo che Nair, come Rain, Mab, Noan e ‘Dhu, ci hanno accolti a braccia aperte, incidendosi come lame in un racconto di sogno e sangue, lasciandoci orfani quando abbiamo letto la parola “fine”. Nonostante il romanzo sia tutt’altro che breve, avremmo voluto davvero non finisse mai e adesso è giunto il momento di approfondire molto di quello che è stato lanciato verso di noi. Se Alice e Alistair hanno avuto momenti di scontro e incomprensioni spesso fomentati dalla rabbia e dalla passione, qui il tono cambia, ed è quello di una melodia malinconica, ma non per questo meno incessante. È il suono di un nome che trema scivolando sulle pareti di pietra di un castello che nasce da essa, lucido come il dolore che porta con sé.
 
Nairnering. La sua mente continuava a sussurrarne il nome. Di giorno come di notte. Lui aveva fatto in modo che il destino di Pietrabuia potesse cambiare. Lui e il potere inestimabile del Sangue della Foglia.
 
Divisi come moderni figli di Montecchi e Capuleti, Mo e Nair appartengono a due fazioni opposte del regno dei fae. Se il primo è un Grigio, ultimo erede di una stirpe caduta in disgrazia per le scellerate decisioni dei suoi predecessori, Nair è un Luminoso, con un dono che lo segna e lo divide.
 
Era quello che non aveva più sopportato del suo magnifico retaggio. La felicità che vi trovava. Una felicità che non guardava in faccia nessuno, che non teneva conto della sua anima nera. Del male che aveva fatto, del dolore che aveva portato con sé ovunque andasse. Per questo l’aveva messo a tacere come un’ignobile tara. La Grande Madre non poteva aver accordato a lui un tale inestimabile dono.
 
Ma oltre a questo vi è di più, perché siamo a conoscenza del passato indicibile che li lega e li distrugge.
Accusato di aver preso parte al tentato omicidio di Alisee, prima che divenisse Alice quando Alistair l’ha salvata, Mo è stato imprigionato per anni tra i rami del Rovo di Morte, torturato all’infinito perché creduto colpevole al pari del fratello. Quello che li ha legati e che tuttora li lega è la consapevolezza del dolore subìto e inflitto, in uno scambio continuo alimentato da un sentimento che non ha potuto fare a meno di nascere. Bellissimo il modo in cui l’autrice riesce a rendere questo rapporto, oltre ogni definizione di dominazione o assoggettamento: non sono né vittima né carnefice, entrambi alla pari in ciò che li divora, sia esso rimorso o vergogna.
 
«Non c’è perdono per me» gli disse, troppo da vicino, la sua voce che sapeva di fumo e desolazione assoluta. «Ma questo non mi impedisce di desiderare, di bramare quello che non merito. Quello che non mi appartiene.»
 
Nair sembra deciso a mantenere le distanze e le sue parole hanno un sapore irrevocabile, perché è consapevole dell’importanza del proprio ruolo di ambasciatore presso Pietrabuia. Anche Mojheardean è all’apparenza inavvicinabile, mentre lotta per mantenere il distacco da lui durante le lunghe notti solitarie frastagliate dagli incubi.
 
«Sei qui come…» una spina nel cuore, a giudicare dal dolore, «… ambasciatore di Mabliereen della Luce Ardente. Niente di più. »
 
Mentre la battaglia infuria dentro di loro, gli eventi scatenati dalla distruzione del Rovo e dalla messa alle strette del Cerchio sono implacabili e le corti fatate rischiano la guerra civile. Quanto la corruzione ha inciso sugli animi di coloro che avrebbero dovuto ergersi come giudici onesti? Il Vetronero ha davvero cessato di esistere o i suoi frammenti smaniano per ricongiungersi ed essere usati nuovamente per sovvertire il trono di Mabliereen? In tutto questo la debole corte restaurata di Mojheardean necessita di un protettore; il principe stesso, adesso Re per quanto si senta inadatto, ha bisogno di qualcuno che riesca a vedere oltre le trame del popolo. Alistair è un alleato formidabile, ma ha chiarito fin dal principio che l’incolumità della sua compagna ha la precedenza su tutto il resto, fine del mondo compresa. E mentre Rain assolve il suo compito restando accanto a Mab, combattendo contro i mostri che gli albergano nel petto e il sentimento che prova per lei, è dunque a Nair che spetta quello arduo di proteggere Mo, cercando al tempo stesso di sopraffare il lamento pulsante del proprio cuore.
 
Incuranti dei drammi che albergano nei protagonisti, pedine poco raccomandabili e avversari temibili si muovono sulla scacchiera del gioco per il regno. Chi ha deciso di ristabilire un nuovo Cerchio ha chiamato a raccolta moltitudini di schiavi: mentre fae, umani e mannari vengono sacrificati per perseguire uno scopo preciso, una mostruosa creatura lotta per rinascere, cibandosi del sangue più puro con cui bagnare le proprie spine. Tra tutti i nuovi personaggi spicca Veyla, rapita anch’essa allo scopo di nutrire il Rovo, che ha poteri nascosti molto simili a quelli di qualcuno che conosciamo bene. La sua intrepida parlantina e il coraggio tipico dei bambini sono un raggio di luce in un libro dai toni più cupi del precedente: adesso siamo nel vivo della storia e le sofferenze di entrambi i popoli devono trovare una risoluzione, pena la perdita definitiva dell’Equilibrio che regge le sorti del mondo intero, umano e non. Veyla è speranza, soprattutto per Mo e Nair, perché il legame che si crea è simile a quello di una famiglia, in cui due genitori inesperti devono imparare a gestire i capricci esplosivi di una copia in miniatura di Alice. E non ne abbiamo abbastanza nemmeno di lei, che ritroviamo adesso muoversi a proprio agio nel castello dell’amico Mo, sempre protetta dall’ombra imponente di un vampiro del tutto privo di senso dell’umorismo e ossessionato dalla sua sicurezza. E mentre i nostri occhi vagano cercando conforto all’ombra dell’Alberopietra, una nota ci chiama da lontano, inquieta e potente. È il richiamo silenzioso di quel gemello distante, quel Rain freddo come il ghiaccio il cui fuoco trattenuto adesso urla per essere liberato e risuona per i boschi come un lamento purissimo, pronto a esplodere e fare terra bruciata in quella che si preannuncia essere la conclusione perfetta di questa bellissima trilogia.
 
Fu il chiarore di un lampo e il colpo lo schiantò, abbattendolo, il dolore un fiore che si ingrandiva a dismisura appena sotto lo sterno. L’ultima cosa che vide prima che quel fuoco bianco lo divorasse fu il viso stravolto della sua regina. Poi, le lingue di fiamma gelida sprigionarono dal suo corpo, lambirono e bruciarono ogni cosa. Ogni pensiero.

 


 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 

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