Collana: Romance
Titolo: Gelo
Serie: Primo volume di una dilogia
Autore: Rosangela Mariani
Editore: Triskell Edizioni
Genere: Romance contemporaneo - Introspettivo
Lunghezza: 265 pagine
Prezzo: e-book 4,99 cartaceo flessibile 15,00
ISBN EBOOK: 979-12-207-0214-0
ISBN CARTACEO: 979-12-207-0216-4
Sono Angelo, di nome ma non di fatto. Chi mi conosce bene mi chiama Gelo. Durante una vacanza con i miei compagni di sempre – mio cugino Fabrizio e Seth, un amico newyorkese – ho incontrato due gemelle, tanto uguali nell’aspetto quanto diverse nel carattere. Nell’ambiente banale di un villaggio turistico, quest’incontro, apparentemente superficiale, riporta a galla un rimosso che speravo di aver congelato per sempre; quelle due hanno minato le mie cortine di giaccio, incrinandole. Di loro vi dirò solo che una è cantante dotata e predatrice, come me. Io e lei ci siamo sfidati, in un gioco di sesso e cinismo, rovente tra le lenzuola e gelido fuori dal letto. L’altra è un mistero inafferrabile: è semplice e pulita, eppure illeggibile. Senza sforzo alcuno, è diventa il fulcro del gruppo: Seth, con cui condivide la passione per la danza, l’ha considerata da subito una cara amica; Fabrizio ne è rimasto affascinato e ha sviluppato un istinto di protezione nei suoi confronti. E io… io mi sono fatto ammaliare. Annichilito da sentimenti che non provavo da anni, mi sono ritrovato a rivivere i momenti cruciali della mia vita, quelli che mi hanno portato a diventare freddo e cinico. La vacanza avrebbe dovuto chiudere una fase delle nostre vite prima di aprirne una nuova. Tutto era già pronto per volare in America; ma il destino era in agguato e ci ha sbattuto in faccia quanto le nostre certezze possano sgretolarsi nel tempo di un respiro. Io non volevo partire, cazzo. Invece eccomi qui, ad asciugare l’acqua che sgorga dalla mia anima: il disgelo è iniziato, inesorabile.
***
Un viaggio fisico e metaforico, che si snoda tra il mare e il deserto, la lussuria e il dolore. Per morire. Per rinascere. Per continuare a vivere.
«Adesso è il tuo turno,» disse accavallando le gambe. «Spogliati.» Appoggiò il gomito al bracciolo e intrecciò le dita della mano destra nei suoi capelli lisci mentre la sinistra ciondolava mollemente nel vuoto. Mi tolsi la giacca senza troppi convenevoli. Un uomo non è mai sensuale quando fa uno spogliarello: al massimo riesce a mantenere intatta la propria dignità. Mi spogliai come se fossi solo, in camera mia e non di fronte a una donna che aveva l'illusione di poter giocare con me come una gatta con il suo topolino di gomma, con l'unica differenza che non le toglievo gli occhi di dosso, in segno di sfida, insensibile ai suoi tentativi di sottomettermi. La camicia seguì la giacca, senza movimenti innaturali o ancheggiamenti ridicoli. Nessun pudore. Nessuna vergogna. Nessuna ostentazione. Avevo un corpo asciutto, scolpita da anni di nuoto: muscoli disegnati - non pompati - e addominali appena visibili sotto la pelle tesa. Non mi trascuravo ma nemmeno prestavo un'attenzione maniacale al mio fisico che, per mia fortuna, non mi aveva mai tradito. Senza chinarmi, sfilai le scarpe. Non mi tolsi la cintura, semplicemente la slacciai, così come feci con tutti i bottoni dei pantaloni, che mi sfilai insieme alle calze. Tenni i miei pari gamba grigi. «Io ti tolgo gli slip se tu mi togli i boxer,» proposi, rimanendo immobile ai piedi del letto. «Mi sembra giusto,» rispose Viola alzandosi.
***
Era un ragazzo, maschio come me. Il suo corpo era come il mio, reagiva agli stessi stimoli, amava le stesse carezze, godeva per gli stessi movimenti. Mi abbandonai al momento e chiusi gli occhi. La sua mano si avvicinò alla cintura dei jeans lieve e delicata, ma non femminile. La diversità era evidente. La ruvidità maschile si percepiva oltre la sua pelle curata, le dita affusolate, i polpastrelli morbidi. Al confine tra dita e palmo si percepivano i calli tipici di chi passa ore alla sbarra; le unghie erano corte e curate e accarezzavano i miei pettorali senza veramente graffiarmi. Arrivato alla sua meta, Seth fermò la sua mano sui miei addominale ancora acerbi, che si tesero in attesa della mossa successiva. Lui mi guardò cercando un cenno di assenso, un incoraggiamento a proseguire oltre l'ostacolo della cintura. In risposta, gli presi la mano e me la misi in mezzo alle gambe, sopra la stoffa ruvida dei jeans, incapace di aspettare oltre per scoprire che effetto facesse. Seth mi accarezzò, premendo il palmo sul rigonfiamento sotto i pantaloni e tremò. Catturandomi le labbra, armeggiò con la fibbia della cintura, litigò con bottoni e cerniera, s'insinuò sotto la stoffa dei boxer raggiungendo la mia erezione. Un brivido mi colse, scuotendomi con violenza e... tutto finì. Sentire la sua mano afferrarmi, percepire il suo odore farsi più intenso, più maschio, spense ogni desiderio e sgonfiò ogni passione. Decisamente non ero gay. Purtroppo.
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Bianca mi guardò dritto negli occhi, stringendo le labbra per cercare le parole giuste, nel tentativo di non essere fraintesa. «Non è vero che evito gli altri, non mi sembra di essere un'asociale: sto parlando con te, sono amica di Seth, di Brio. No, Gelo, non sfuggo le altre persone, non vivo in un eremo e nemmeno desidero la solitudine. Semplicemente non mi curo delle opinioni altrui. Non permetto al giudizio degli altri di inficiare le mie scelte, non concedo a nessuno di scegliere per me. Certo, non disdegno i riconoscimenti, ma non li cerco, non vivo perché gli altri mi elogino.» «...e nemmeno perché gli uomini si fiondino addosso a te: non porti tacchi, non metti nulla per esaltare la tua bellezza... o forse è una tecnica anche questa,» la provocai. «Non mi piace mettermi in vetrina. Non m'interessa sedurre, o meglio, non m'interessa sedurre chiunque, colpire a caso nella massa. Ciò che davvero desidero, intensamente, follemente, è essere sedotta, ammaliata e sorpresa da qualcuno che io possa amare oltre ogni limite.» A queste parole abbassò gli occhi, quasi imbarazzata da una confessione tanto intima. «Chi potrebbe trovarti se ti chiudi in una conchiglia, Bianca?» le sussurrai. Alzò appena le palpebre per guardarmi, negli occhi la profondità del mare. «Un pescatore di perle?» Mi avvicinai a Bianca e mi resi conto che qualcosa d'insolito stava accadendo al mio viso, una cosa inusuale, quasi dimenticata: stavo sorridendo.
Rosangela Mariani nasce e vive a Lissone, in quella che Battisti definiva “Brianza velenosa”. Classe 1965, è laureata in Giurisprudenza ma non ha mai esercitato in campo forense. Sposata e madre di due figli, ha più passioni che tempo. Mammaesme, suo alter ego, nasce qualche anno fa per soddisfare la sua voglia di scrivere, in un anonimato che la rende libera di esprimersi senza inibizioni. Viaggiatrice accanita e divoratrice di romanzi romance, ama scavare nell’anima dei suoi personaggi per smontare gli stereotipi e scoprire quali perle si celano dietro le maschere della banalità.
Consigliato a chi ha voglia di emozioni forti!
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