Genere: Romance young/New Adult
Editore: Words Edizioni
Data d'uscita: 17 Gennaio 2022
Prezzo: e-book 2,69 (offerta lancio) dopo 2,99 cartaceo 15,90
Romanzo vincitore dei Watty’s 2019 categoria Young Adult
Cosa succede quando quello che pensavi fosse l’amore della tua vita tradisce la tua fiducia? Intendo, cosa succede dopo che gli hai lanciato la sedia della scrivania dritta in faccia? A queste domande cerca di dare una risposta Laura, per gli amici Lali, quando si trova con il cuore in pezzi. E a frantumarglielo è stato Tazio, l’amore con la A maiuscola, lo stesso che da mesi cerca in tutti i modi di farle capire quanto sia pentito. Ma se all’improvviso uno sconosciuto, arrogante e drammaticamente sbagliato, facesse barcollare ogni sua convinzione? Uno come Francesco, ad esempio, l’ombroso ragazzo tatuato che sembra essere un errore vivente, il cliché del maschio alpha che porta con sé solo scompiglio e che nemmeno si sa da dove sia venuto. Così, Lali si trova a un bivio: sceglierà di fare un passo indietro, tornando a crogiolarsi nella sicurezza di un sentimento sbocciato anni prima tra feste dopo la scuola e occupazioni studentesche, o di gettarsi nello sfacelo? Attenzione: contenuti per adulti. E non solo perché sono presenti scene esplicite di sesso, ma perché la protagonista di questo libro è ironica, senza filtri, talvolta ubriaca e spesso infarcita di riferimenti nerdosamente letterari… proprio come la sua autrice. Leggere consapevolmente. Crea dipendenza.
1. Mi domando cosa può vedere… una ragazza sfatta e palesemente su di giri, bagnata come un pulcino, con il trucco colato fino alle guance, i capelli rossicci attaccati alla faccia, gli occhi ancora arrossati a causa di quell’ora e mezza al ristorante trascorsa a piangere seduta sulla tazza del water. Se avessi un paio di pitbull al guinzaglio, probabilmente passerei per una tossica che elemosina due euro per il biglietto del treno. «Non mi giudicare…» borbotto, rispondendo al suo sguardo indagatore con una smorfia, «di solito sono una gran figa.» «Ehi, gran figa» replica con un sorriso di scherno, indicandomi. «Ti stai dando fuoco ai capelli.»
2. «Ti prego, Sostanza dei miei giorni, non facciamoci allontanare da uno stupido disguido. Tu, per me, sei più bella di una kefiah di quinta mano che è stata in Palestina.» Nina nemmeno si volta a rispondergli; in compenso, Ciubbe ha puntati addosso gli occhi di tutti gli studenti, che ridono per quella dichiarazione d’amore strampalata e già pregustano un teatrino esilarante, e continua. «Ti prego, non te ne andare. Per me sei più bella della erre moscia di Guccini!» Un piccolo applauso si leva intorno a noi, mentre un gruppetto approva le parole del rasta con urla di incitamento. Ciubbe si rivolge a questi ultimi con un occhiolino e sempre al megafono confessa: «Fa la difficile, ma è già innamorata.» Vedo Nina quasi scomparire dietro l’angolo dell’istituto, continuando a rifiutarsi cocciutamente di dare corda a quel pagliaccio, perennemente impegnato a dar spettacolo. «Nina, Nina, Nina! Per me sei più bella dell’abolizione della proprietà privata, te lo giuro!» Qualcuno gli urla dietro: «Mollala, Ciubbe, quella è un fascio, si vede dal vestito!» «Non capitolerà mai» commento, scuotendo la testa rassegnata. «Non capitolerà mai» conferma Tazio con un’alzata di spalle.
3. Tazio continua a baciarmi con irruenza e io non sono da meno nel rispondere a quel bacio tanto desiderato; cerco di farglielo capire spostando le mie mani sulla schiena e stringendolo forte, toccandolo lì dove spesso finiscono i miei sogni, e mentre le esplosioni, in strada, si fanno a mano a mano più rare Tazio si allontana, prendendo fiato, ma tenendo le mani ben salde ai lati del mio viso. «Grazie per esserti fermato a parlare con la ragazza sugli scalini» gli dico in un sussurro lieve, ancora sconvolta da tutto quello che è appena successo. «Grazie per avermi salvato da me stesso.» Con il respiro corto, Tazio mi lascia un bacio in fronte e rimane così per qualche secondo ancora.
4. «Voglio ballare con uno sconosciuto.» Lo dico con un tono impercettibile che supera il pianoforte, la pioggia e il grido dentro la mia testa, che lo supplica, muto, di raggiungermi nella tormenta. Lui esaudisce il mio desiderio ancor prima che lo esprima a parole. Occhi negli occhi, occhi sulle labbra. La pioggia che cade incessante tra di noi trattiene un po’ dei nostri respiri, mentre io continuo a muovermi lentamente, e lui non fa altro che guardarmi, ora un po’ più vicino, un po’ più bagnato. «Voglio toglierti quella maglia.» Sorrido, forse la vodka parla al posto mio, ma non mi interessa. Vedo le mie mani annullare la distanza che ci separa, prendere l’orlo della sua t-shirt e tirarlo su, sempre più su. Francesco non smette di guardarmi dall’alto della sua statura e, semplicemente, alza le mani per facilitarmi il lavoro, senza dire una parola né opporre resistenza. Nel compiere il gesto, le mie mani toccano da vicino ogni millimetro del suo torace. Scivolano lente sulla V che porta più in basso, toccano lo sterno bagnato, la fitta rete di tatuaggi che fino a oggi avevo solo immaginato congiungersi con quelli delle braccia. È duro, teso, terribilmente virile, e quando i miei seni nudi sotto la maglietta entrano in contatto con la sua pelle ha un sussulto a cui fingo di non badare. Finisco, meticolosa, il mio lavoro, e lancio la sua t-shirt lontana da noi. Mi allontano per ammirarlo senza ritegno, così, nudo e bagnato con addosso solo i pantaloni della tuta. «Cazzo, ti hanno disegnato con un righello.» «Non possiamo analizzare quanto sono bello, che ne so… al coperto?»
5. «Lali. Dimmi perché sei venuta.» Tentenno, strizzandogli un altro po’ le chiappe per non sbagliarmi. «Non lo so… fanno così gli amici, no? Ci sono nel momento del bisogno.» Un lampo di fuoco attraversa i suoi occhi. Lascia nudi i miei seni e con un gesto improvviso mi strappa il perizoma. Poi libera la sua erezione, impalandomi con forza. Mi esce un gemito potente dalle labbra e quasi mi accascio sul lavandino. Con una mano mi sorregge, tenendomi il petto. La seconda spinta è più profonda della prima. Urlo un altro gemito incontrollato, mentre mi aggrappo al suo braccio per tentare di non crollare in avanti. Non ho mai provato niente di simile. Francesco mi raddrizza facendo leva con il bicipite e avvicina il mio orecchio alle sue labbra. «Noi…» Un’altra spinta mi fa gemere senza controllo. Lo sento dentro in tutta la sua lunghezza, percepisco l’eccitazione e il suo respiro caldo sul collo, mentre le sue parole appena percettibili mi lasciano delle scariche di appagamento in tutto il corpo. «… non saremo mai…» Una quarta spinta mi costringe a inarcare ancora di più la schiena, supplicandone tacitamente ancora. «… amici.» Un’altra spinta, e questa volta ansimo direttamente sulle sue labbra. Francesco riesce a mantenere la lucidità di guardarmi mentre godo, mentre cedo come creta sotto il suo assalto vigoroso. Sono circondata da tatuaggi e occhi neri, mentre lui comincia ad aumentare la velocità delle spinte e a perdere progressivamente il controllo: chiude gli occhi sempre più spesso, il suo respiro diventa affannoso. Mi morde la spalla per sfogarsi, ma non percepisco dolore. Sono solo le sue mani sul mio corpo, che non mi abbandonano nemmeno un secondo, che mi accompagnano e mi cercano e mi sorreggono mentre perdo le forze. Che mi marchiano del suo fuoco possessivo e premuroso, che non fanno niente senza prima ricevere un mio consenso.
Beatrice inizia a scrivere per disperazione, durante un inverno trascorso in un paesino di montagna dove l’unico passatempo era quello di evitare il congelamento. Alla fine di quell’anno di supplenza, Beatrice aveva imparato a mungere le mucche e a scrivere romanzi rosa. Usa uno pseudonimo perché teme il giudizio dei suoi alunni, che non immaginano quanto spesso la loro professoressa di italiano usi parolacce fuori dall’aula, e dei suoi amici, che non immaginano di vivere delle vite che qualcuno ha pensato bene di romanzare. Come quando fuori piove è il suo romanzo d’esordio, che ha vinto i Watty’s 2019 per la categoria narrativa romance young adult.
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