Capitolo 1
Non so se essere felice o triste, dal momento che la mia vacanza a le Hawaii, più precisamente a Hilo, con Terrence, è giunta al termine. Niente da dire sul posto, visto che si tratta di un piccolo paradiso terrestre, immerso nell'Oceano Pacifico centrale; tutt'altro discorso riguardo a Terrence, ahimè! Stiamo insieme da circa due anni, ma la passione si è sopita quasi subito e con essa anche la volontà di condividere qualsivoglia azione o cosa con lui. Perché non l'ho ancora lasciato? Bella domanda! Lo so, me la suono e me la canto, e non è tutto, mi rispondo anche. Ben appunto, proprio per non allontanarmi troppo dalla pazzia che mi contraddistingue, non saprei nemmeno come rispondere al mio ultimo quesito. Bugia! La verità è che non ho le palle di affrontare l'ennesima rottura e che la paura di rimanere da sola... mi terrorizza. Il pensiero di diventare una vecchia zitella, magari inacidita a causa della mancanza d'amore e di sesso, è l'incubo più grande che molesta la mia mente, da sempre.
Estratto
Lo sguardo mi cade sul cellulare di Terrence, appoggiato sul tavolino pieghevole davanti a sé. Indecisa sul da farsi, l'osservo nervosa, mentre divoro l'unghia dell'indice della mano destra. Che faccio? Cerco la prova inconfutabile del suo falso amore per me o continuo a fingere di essere la sua fidanzatina felice e fintamente ignara di quanto lui faccia veramente schifo? Ho il sentore che mi tradisca da tempo e, nonostante la cosa non mi stia affatto bene, la mia insana e del tutto inesistente volontà di prenderlo a schiaffi, per farmi dire la verità, mi ha sempre impedito di guardare in faccia la realtà. Ma adesso... sono davanti a un'occasione irripetibile e, se non dovessi sfruttarla, dubito che me ne capiti un'altra, in futuro. Sinceramente, non ho idea di quanto debba ancora rimanere nel limbo del dubbio. Voglio sapere davvero se si sente con un'altra? Voglio avere sul serio un pretesto per odiarlo e per lasciarlo? Accidenti, certo che lo voglio! Sono stanca di essere ciò che non avrei mai voluto diventare; ne ho abbastanza di vivere come se mi andasse bene tutto, per paura di finire come mia zia; sono stufa di affossarmi con le mie stesse mani e di sprofondare sempre più sotto nel terreno, anche perché, se dovessi andare avanti in questo modo, finirei col raggiungere gli inferi. Basta comportarsi come l'arrembata di turno, è ora di tirare fuori le unghie e di affrontare la vita con alterigia, col petto gonfio e la schiena dritta. Prendo il suo telefono e premo l'indice sul tasto laterale. Quando compare la schermata che richiede l'impronta digitale, per effettuare lo sblocco, afferro un lembo del polsino della camicia del mio ragazzo e, con estrema delicatezza, faccio in modo che il suo pollice si adagi sullo schermo. Evviva! Il cellulare è totalmente operativo e lui dorme ancora come un pascià. Nella schermata principale ci sono Messenger, Instagram, WhatsApp e Facebook ma, con sommo dispiacere, dopo un'attenta analisi, non trovo nulla di compromettente. Però, facendo scorrere verso l'alto il pollice, oltre alle classiche applicazioni già pre-installate sul telefono, trovo Telegram e WeChat. Apro prima una e poi l'altra, e resto scioccata nello scoprire che non è solo un traditore, bensì... un porco seriale.
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