Genere: Contemporary Romance
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 18 Ottobre 2018
Pagine: 320
Prezzo: e-book 2,99 cartaceo rigida 7,50 cartaceo flessibile 12,90
È la vigilia di Natale e Ottavia si gode uno dei periodi dell'anno che preferisce. Anche suo figlio è al settimo cielo: col nasino all'insù osserva i fiocchi di neve che imbiancano i tetti delle case. I biscotti allo zenzero sono ancora caldi, riempiono del loro profumo l'auto carica di regali, una musica allegra accompagna Ottavia, Mattia e Stefano mentre si mettono in viaggio verso la casa dei nonni. Quasi abbagliati dalla felicità, si accorgono troppo tardi della macchina davanti a loro... Ottavia si sveglia in un letto d'ospedale e capisce subito che qualcosa è cambiato: lo vede negli occhi e nella voce della madre, negli sguardi dei medici. Fuori continua a nevicare, come se la soffice coltre bianca volesse coprire ogni cosa, ma il ricordo di Mattia e Stefano è e sarà troppo vivo per potere essere dimenticato... È possibile trovare il modo per non annegare nel dolore? Si può trovare la forza, dopo aver toccato il fondo, per riscrivere il proprio destino?
Quando ho iniziato la lettura di questo libro, ho pubblicato un post in cui ho scritto: “Questo è uno di quei libri che scavano solchi profondi nel cuore sin dalla prima pagina. Libri in cui sai che più andrai avanti nella lettura e più quei solchi saranno profondi, ma non riesci a fermarti.” Adesso che ho sfogliato anche l’ultima pagina e concluso la meravigliosa storia di Ottavia, non posso che confermare quello stesso pensiero.
Nonostante il libro sia frutto della magnifica fantasia dell’autrice, Ottavia incarna alla perfezione centinaia di donne reali che affrontano ogni singolo giorno con ferite profonde nel cuore che non si colmeranno mai.
Una donna, una madre, una moglie che vive una vita normale, semplice, come quella di migliaia di altre donne. Ma ciò che può sembrare all’apparenza semplice è in realtà qualcosa di straordinario di cui spesso non ci accorgiamo. Diamo ogni gesto per scontato, ci arrabbiamo per stupidaggini, non assaporiamo ogni istante nel modo giusto e poi, all’improvviso, la prospettiva cambia e ci si rende conto di tutto.
Un lutto improvviso stravolge la vita della protagonista. Un lutto che lascia senza fiato, incapaci di reagire.
“Credevo di essere morta. Avrei preferito essere morta.”
Questa è una delle frasi che più mi è rimasta impressa dalle prime pagine perché racchiude esattamente il pensiero di ciò che si prova quando si affrontano realtà terribili.
Ottavia è stravolta dal dolore. È arrabbiata con tutto e con tutti. Non riesce a trovare una spiegazione, perché, in fondo, non c’è. E quante volte la domanda “perché proprio a me?” ce la siamo posta tutti? Come si fa a spiegare la morte improvvisa? Quella che arriva nella tua vita e spazza via ogni certezza? Quella che ti porta via due pezzi del tuo cuore?
Ottavia è incapace di ritornare a vivere. Si trascina con difficoltà nella quotidianità e, nonostante sia circondata da parecchi personaggi secondari che la invogliano a reagire, a “ritornare a respirare”, lei non ci riesce. La sua è una lotta continua contro quel dolore forte che crepa il cuore e contro la realtà che la inghiotte. Una realtà in cui è sola, all’apparenza. Una realtà che, secondo lei, nessuno può capire. Il muro che innalza tra sé e il resto del mondo è spesso, duro da abbattere, ma un raggio di sole c’è sempre pronto a illuminare di nuovo tutto e a farti vedere con occhi nuovi.
Mentre leggevo questa storia, ho immaginato la vita come una ragnatela: un intreccio di fili delicati, fragili, che a volte spaventano, ma altre stupiscono per la bellezza. Se però solo uno di quei fili si spezza, crolla tutto e di quella struttura che credevi solida, costruita con tanto amore e dedizione, non resta che un ammasso aggrovigliato colmo di dolore. Il dolore della sconfitta, della rabbia. Una matassa che non può essere recuperata. E allora cosa rimane se non ricominciare a costruire un altro intreccio? Filo dopo filo, lacrima dopo lacrima, speranza dopo speranza. E Ottavia finalmente prova a ricominciare, a costruire una nuova vita senza mai dimenticare il passato.
Un percorso fatto di ricordi vissuti, di terapie, di momenti in cui si rende conto che chi le sta accanto sta soffrendo tanto quanto lei e che, in fondo, sola non lo è mai stata.
“Certe volte le cose arrivano come uno schiaffo, basta una parola per vedere tutto da un’altra prospettiva.”
Ho amato ogni singola parola che la protagonista rivolge a suo marito e a suo figlio. Ogni ricordo, ogni istante condiviso e l’ho vissuto quasi fossi dentro la storia. Ammetto di aver avuto bisogno di molto tempo per leggere l’intero libro, non perché abbia pecche, ma per le interminabili emozioni che mi ha suscitato. Per la semplicità ma allo stesso tempo la profondità delle parole. E ho pianto a ogni pagina, e non è così per dire. Un inno alla vita, nonostante le lacrime versate, che l’autrice ha scritto magistralmente.
Perché la vita va vissuta in onore di chi non c’è più e nel rispetto di chi questa possibilità non ce l’ha avuta, seppur con profonde ferite nel cuore. Perché ogni pagina di questo viaggio meraviglioso merita di essere riempita con ciò che di più prezioso abbiamo: L’AMORE.
Un libro che non è solo una storia d’amore e di dolore, ma è anche spunto di riflessione perché tratta un tema molto delicato: il trapianto degli organi. La scrittrice ci invita a riflettere e ragionare su quanto possa essere importante donare. Perché anche questo è amore. La possibilità di regalare una parte di noi per chi ha ancora una vita da poter vivere.
Dovete leggere questo libro perché arricchisce dal punto di vista emozionale e umano. Perché regala empatia, permette di immedesimarsi e capire cosa provano gli altri, quando tu non vivi le loro stesse esperienze. Perché aiuta ad amare ogni istante e a vivere appieno il presente.
Cinque petali sono pochi. Per me questo è un INDIMENTICABILE che custodirò nel cuore e di cui farò tesoro. Grazie infinite a Lucrezia Scali, a LibriMagnetici e alla Newton Compton Editori.
Quando ho iniziato la lettura di questo libro, ho pubblicato un post in cui ho scritto: “Questo è uno di quei libri che scavano solchi profondi nel cuore sin dalla prima pagina. Libri in cui sai che più andrai avanti nella lettura e più quei solchi saranno profondi, ma non riesci a fermarti.” Adesso che ho sfogliato anche l’ultima pagina e concluso la meravigliosa storia di Ottavia, non posso che confermare quello stesso pensiero.
Nonostante il libro sia frutto della magnifica fantasia dell’autrice, Ottavia incarna alla perfezione centinaia di donne reali che affrontano ogni singolo giorno con ferite profonde nel cuore che non si colmeranno mai.
Una donna, una madre, una moglie che vive una vita normale, semplice, come quella di migliaia di altre donne. Ma ciò che può sembrare all’apparenza semplice è in realtà qualcosa di straordinario di cui spesso non ci accorgiamo. Diamo ogni gesto per scontato, ci arrabbiamo per stupidaggini, non assaporiamo ogni istante nel modo giusto e poi, all’improvviso, la prospettiva cambia e ci si rende conto di tutto.
Un lutto improvviso stravolge la vita della protagonista. Un lutto che lascia senza fiato, incapaci di reagire.
“Credevo di essere morta. Avrei preferito essere morta.”
Questa è una delle frasi che più mi è rimasta impressa dalle prime pagine perché racchiude esattamente il pensiero di ciò che si prova quando si affrontano realtà terribili.
Ottavia è stravolta dal dolore. È arrabbiata con tutto e con tutti. Non riesce a trovare una spiegazione, perché, in fondo, non c’è. E quante volte la domanda “perché proprio a me?” ce la siamo posta tutti? Come si fa a spiegare la morte improvvisa? Quella che arriva nella tua vita e spazza via ogni certezza? Quella che ti porta via due pezzi del tuo cuore?
Ottavia è incapace di ritornare a vivere. Si trascina con difficoltà nella quotidianità e, nonostante sia circondata da parecchi personaggi secondari che la invogliano a reagire, a “ritornare a respirare”, lei non ci riesce. La sua è una lotta continua contro quel dolore forte che crepa il cuore e contro la realtà che la inghiotte. Una realtà in cui è sola, all’apparenza. Una realtà che, secondo lei, nessuno può capire. Il muro che innalza tra sé e il resto del mondo è spesso, duro da abbattere, ma un raggio di sole c’è sempre pronto a illuminare di nuovo tutto e a farti vedere con occhi nuovi.
Mentre leggevo questa storia, ho immaginato la vita come una ragnatela: un intreccio di fili delicati, fragili, che a volte spaventano, ma altre stupiscono per la bellezza. Se però solo uno di quei fili si spezza, crolla tutto e di quella struttura che credevi solida, costruita con tanto amore e dedizione, non resta che un ammasso aggrovigliato colmo di dolore. Il dolore della sconfitta, della rabbia. Una matassa che non può essere recuperata. E allora cosa rimane se non ricominciare a costruire un altro intreccio? Filo dopo filo, lacrima dopo lacrima, speranza dopo speranza. E Ottavia finalmente prova a ricominciare, a costruire una nuova vita senza mai dimenticare il passato.
Un percorso fatto di ricordi vissuti, di terapie, di momenti in cui si rende conto che chi le sta accanto sta soffrendo tanto quanto lei e che, in fondo, sola non lo è mai stata.
“Certe volte le cose arrivano come uno schiaffo, basta una parola per vedere tutto da un’altra prospettiva.”
Ho amato ogni singola parola che la protagonista rivolge a suo marito e a suo figlio. Ogni ricordo, ogni istante condiviso e l’ho vissuto quasi fossi dentro la storia. Ammetto di aver avuto bisogno di molto tempo per leggere l’intero libro, non perché abbia pecche, ma per le interminabili emozioni che mi ha suscitato. Per la semplicità ma allo stesso tempo la profondità delle parole. E ho pianto a ogni pagina, e non è così per dire. Un inno alla vita, nonostante le lacrime versate, che l’autrice ha scritto magistralmente.
Perché la vita va vissuta in onore di chi non c’è più e nel rispetto di chi questa possibilità non ce l’ha avuta, seppur con profonde ferite nel cuore. Perché ogni pagina di questo viaggio meraviglioso merita di essere riempita con ciò che di più prezioso abbiamo: L’AMORE.
Un libro che non è solo una storia d’amore e di dolore, ma è anche spunto di riflessione perché tratta un tema molto delicato: il trapianto degli organi. La scrittrice ci invita a riflettere e ragionare su quanto possa essere importante donare. Perché anche questo è amore. La possibilità di regalare una parte di noi per chi ha ancora una vita da poter vivere.
Dovete leggere questo libro perché arricchisce dal punto di vista emozionale e umano. Perché regala empatia, permette di immedesimarsi e capire cosa provano gli altri, quando tu non vivi le loro stesse esperienze. Perché aiuta ad amare ogni istante e a vivere appieno il presente.
Cinque petali sono pochi. Per me questo è un INDIMENTICABILE che custodirò nel cuore e di cui farò tesoro. Grazie infinite a Lucrezia Scali, a LibriMagnetici e alla Newton Compton Editori.
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook.
Ciao, interessante, ottima recensione!
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