Da sempre innamorata del migliore amico di suo fratello, Alyssa ha deciso che è arrivato il momento di farsi notare da lui, a qualsiasi costo.
Riuscirci, però, non è affatto semplice, perché Ryder è uno dei ragazzi più popolari della città e non è interessato a una relazione stabile. Né, soprattutto, sembra avere tempo da perdere con una ragazzina, non quando il suo unico interesse è anche la sua più grande passione.
I motori e le corse clandestine.
Alla ricerca del brivido, Ryder riesce a sentirsi libero solo quando sfreccia a tutta velocità sulla sua auto, acclamato da tutti, in quelle gare che sono il controsenso della sua vita. Un'esistenza vissuta sotto il peso di segreti, sensi di colpa e di un’oscurità che lo attanaglia ogni giorno di più, spingendolo ad allontanarsi da chi sembra considerare alla stregua di una sorellina fastidiosa.
Eppure le verità celate prima o poi salgono a galla e tornano a chiedere il conto.
Come i sentimenti che lui tenta costantemente di soffocare, credendo così di proteggere l’unica persona di cui gli importa davvero.
La sorella del suo migliore amico.
Perché al di là di ogni brivido, al di là di ogni pericolo e di ogni colpa, Alyssa continua a rischiarare il suo buio, ricordandogli di poter amare ancora.
E Ryder questo non può permetterlo.
Sussulto quando il suo naso sfiora il mio, occhi negli occhi. Verde e cristallo uniti. Un suono ci rimbomba intorno e troppo tardi mi rendo conto che è il mio respiro.
Che cosa succede quando i colori esplodono con la potenza di un tuono? Quando i brividi della corsa scivolano sulla pelle increspandosi tra i tatuaggi, e ogni punto spezzato sembra ricomporsi? Avviene un miracolo, che ti afferra per mano e ti aiuta a respirare più a fondo, per rincorrere quel tempo sospeso di cui la vita ha provato a privarti senza riuscirci. Perché la vita ha tolto davvero tanto ai protagonisti di questa storia, amici Magnetici, ma tutti e tre cercano un modo straordinario per far sì che gli equilibri si ricostruiscano, anche se per farlo corrono quel quarto di miglio a velocità impossibili e con un motore che ruggisce impietoso per fuggire dal dolore.
Ho detto tre protagonisti, non due, e non l’ho fatto a caso. Perché anche se abbiamo una coppia bellissima, Ryder e Alyssa, è impossibile parlare di loro senza inserire il fratello di lei, Drave, nell’ equazione. Nonostante gli anni che li dividono, sono un tutt’uno, stretti come solo chi è cresciuto senza genitori può arrivare a essere. Abbandonati a loro stessi ormai da alcuni anni, nonostante i continui bisticci possono contare solo l’uno sull’altra, e rappresentano una delle più riuscite dinamiche familiari di cui abbia mai letto. Alyssa e Drave sono bellissimi, distanti come un uomo di ventisette anni e una ragazzina di appena diciotto possono essere, ma legati in modo indissolubile di fronte al muro di indifferenza di chi, dopo aver dato loro la vita, per un motivo o per un altro ha deciso di lasciarseli alle spalle.
Dal divorzio dei nostri genitori, quando aveva solo sedici anni e io sette, siamo sempre stati solo noi. Noi contro il mondo.
Esserne consapevoli non fa meno male, e il senso di abbandono per Alyssa è come il tuono che permea gli incubi in cui sprofonda, nonostante la luce del fratello rischiari il buio; in questo contesto si inserisce Ryder che, per altri motivi, da sempre frequenta la loro casa. Fin da piccoli lui e Drave si sono adottati a vicenda e adesso, ormai adulti, condividono la passione per i motori e per le auto truccate che servono al circuito di corse clandestine di cui Ryder è il re indiscusso, anche oltre i confini di Raleigh e del Nord Carolina. È la scarica di adrenalina che scorre nelle vene tutte le volte che quel braccio si abbassa sulla linea di partenza a dettare il battito del suo cuore oscuro, devastato da ciò che si porta dentro, colpevole di aver cambiato le sorti delle persone che ha amato. Solo, più solo di chiunque altro, si avvicina per allontanarsi, in un gioco al massacro di cui ha creato le regole che segue in modo diligente, fino a quando qualcosa non arriva a scardinare ogni certezza, fino a quando non ne diventa consapevole, come se da sempre in realtà fosse in attesa di una nuova travolgente catastrofe.
L’unica cosa che sento è il motore. È l’adrenalina. È la vita che non dovrei vivere. Ma la vivo a ogni traguardo. La vivo un quarto di miglio alla volta, in queste gare clandestine che sono il controsenso della mia ....... vita. Dominic Toretto in quei film di Fast and Furious aveva ragione. In questi dieci secondi io sono libero.
E se Drave e le macchine sono un porto per tenere a bada i propri demoni, così come le donne che scorrono nella sua vita giusto il tempo di un fotogramma, adesso Ryder deve fare i conti con quella ragazzina che ha visto crescere. Lei, che è sempre stata un raggio di luce, oro colato come i suoi capelli che si è spesso ritrovato tra le dita, che è dolce come i bon bon al caramello di cui è golosa e che è una spina del fianco la maggior parte del tempo, adesso è un maledetto problema. Perché lo guarda come ha sempre desiderato essere guardato, non solo come un campione senza paura, sprezzante di tutto perché troppo distaccato per tenere a qualcosa. Lei, che è diventata la sua famiglia e dunque intoccabile, sacra come una sorella nonostante non sia più quella bambina che gli donava conforto con il suo altruismo e il suo affetto perché aveva già visto oltre lo specchietto dei suoi anni arrabbiati. Alyssa è tutto quello da cui deve stare lontano e al tempo stesso è la benzina per il fuoco del drago che gli scalpita nel petto, che lancia fiamme incandescenti quando altri la avvicinano e provano a toccare quel tesoro che, anche se sbagliato, sente come suo. I punti di vista alternati ci trasmettono le sensazioni di entrambi in modo preciso e coinvolgente; da una parte la visione più spensierata e anche infantile di una giovane donna che non sa come gestire i propri sentimenti, dall’altra la certezza di cui si ammanta un uomo che sa di dover mantenere le distanze. Eppure lei è silenzio quieto, nonostante tutto, e gli permette di trovare quella pace di cui ha disperatamente bisogno. Che cosa succede quando due anime così combattive e diverse si scontrano come piloti su una strada sterrata pronti a premere sull’acceleratore? Succede che il mondo si sposta sul proprio asse e con esso le certezze fino allora rassicuranti come prigioni. Se il loro flusso di pensieri scivola come una carezza permettendoci di viverli come se uscissero dalle pagine, l’azione scorre veloce come le macchine che costellano la vita di tutti loro. Dall’esterno, come trainati da un karma implacabile e vendicativo, nuovi elementi occorrono per destabilizzare l’apparente tranquillità; la bravura di Ryder ha oltrepassato i confini dello stato, e adesso deve scegliere se cogliere un’opportunità che gli permetterà di guadagnare molti soldi sfruttando la sua più grande passione. Come sempre la penna di questa autrice non manca un colpo, tenendo alto il ritmo e raggiungendo tocchi di poesia che cadono come gocce di pioggia sull’asfalto rovente. Immaginate questo libro come una lunga strada nel deserto, col sole al tramonto e l’aria che entra dai finestrini per giocare con i vostri capelli, mentre le nocche sbiancano per la forza con cui stringete il volante. La velocità vi attorciglia lo stomaco come fanno le parole, mentre la storia di Alyssa, Ryder e Drave vi sussurra che c’è ancora una possibilità, persino per chi è stato abbandonato a se stesso e non ha alcuna colpa per questo.
Il rimorso e il dolore sono incisi come cicatrici profonde, ma tutti hanno la capacità di provare a vedere oltre, per raggiungere quel traguardo che non è una linea spezzata sull’asfalto, ma il viaggio in sé, che porta la consapevolezza di quanto sia necessario il coraggio per trovare il senso al salto che si vuole spiccare. E se per farlo usi citazioni di Walt Disney o post-it colorati che dissemini per tutta la casa o tieni nascosti nell’armadio come un tesoro inestimabile di cui non parli, va bene. Loro tre sono stretti in un cerchio perfetto, come un abbraccio che non sanno di volere, ma di cui hanno bisogno, per sollevarsi a vicenda dal buio che li circonda; il fatto che sia così da sempre non fa che rendere ancora più indissolubile quel legame creato dal fatto di vivere in un mondo privo di adulti in cui devono imparare a comportarsi come tali, pur con le loro follie.
Lui è il Bianconiglio. La bimbetta bionda che ride, mi attira nel soggiorno e mi costringe a sedermi al suo fianco è Alice. Io mi sento sul serio il Cappellaio Matto in una gabbia di matti.
Ryder è sempre stato consapevole di questo mentre Alyssa, essendo molto più piccola, sa soltanto che a un certo punto non ha più voluto vedere quel ragazzo solo, e ha fatto sua la missione di alleggerirgli l’esistenza, anima vecchia, ma bambina all’esterno, pronta a donare il suo tempo a chi l’amore vero di una famiglia l’ha vissuto e l’ha perso.
I flashback sono incisivi, bellissimi, e permettono di aprire uno spiraglio importante sulle dinamiche passate, senza mai appesantire il racconto. Sono un assaggio prezioso della portata principale, che si snoda adrenalinica, ma delicata, in pagine che non vogliono essere abbandonate nemmeno per un attimo. Letto tutto d’un fiato, ancora una volta Elvereth ci dona personaggi complessi, fragili, ma con inaspettate risorse, pronti a smembrarsi per poi ricostruirsi più forti dinanzi alla realizzazione di un sogno o di un amore. Cosa dirvi di più? Leggete questa storia e non troverete nessun principe azzurro, se ve lo aspettate rimarrete delusi. O forse non sarà così perché, ancora meglio, vedrete una principessa e un drago tenersi per mano, alla ricerca disperata di nuovi colori che possano sporcare le loro vite. E mentre affrontano un passato che morde ai fianchi e i motori ruggiscono come quell’animale imponente pronto a bruciare il mondo per lei, noi diventiamo passeggeri fortunati in un viaggio in cui non vorremmo mai, nemmeno per un attimo, smettere di essere i copiloti.
«Sei sempre stata l’unica persona capace di mettere in pausa tutto ciò che c’è di brutto a questo mondo».
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