Pagine

lunedì 24 aprile 2023

Recensione a "Flirt kilt" di Meghan Quinn

 



Genere: Commedia Romantica
Editore: Always Publishing
Data d'uscita: 18 Aprile 2023
Pagine: 406
Prezzo: eBook 4,99 - cartaceo 14,90

 
 
 
 

 

Reduce dal terzo licenziamento di fila e convinta di non aver ancora trovato il proprio scopo nella vita, la californiana Bonnie St. James ha bisogno di un cambiamento epocale. E così, quando insieme alla sua migliore amica Dakota, in crisi per la fine della sua storia d’amore, si imbatte in un annuncio di lavoro peculiare, si ritrova ad accettare la gestione di una caffetteria situata nientemeno che in un ameno paesino delle Highlands scozzesi.

Cosa può esserci di meglio che ritrovare la fiducia nei propri mezzi servendo tazze di caffè fumante ad aitanti giovanotti che indossano solo dei kilt? Con la fervente immaginazione e l'entusiasmo di Bonnie che partono al galoppo, le due amiche s'innamorano all'istante del panorama verdeggiante, della simpatica quanto stravagante fauna locale, ma soprattutto del calore e della simpatia degli abitanti, pronti ad accogliere le due straniere a braccia aperte nonostante i ripetuti pasticci combinati da Bonnie.
Peccato che la caffetteria sia meno idilliaca, e molto più trascurata, del previsto e un prestante scontroso tuttofare (che non indossa alcun kilt, a differenza dei suoi amici!) le abbia riservato un benvenuto per niente amichevole.

Infatti se non fosse per Rowan MacGregor, il figlio dei proprietari della caffetteria sempre pronto a criticare, Bonnie si impegnerebbe nella ristrutturazione del locale per riportarlo a nuovo splendore. Ma non può occuparsene senza il necessario aiuto – e i mille talenti – di Rowan, su cui lei comincia inopportunamente a fantasticare immaginandoselo in kilt e a petto nudo.

E Rowan, d’altra parte, ha ben altro per la testa che tener d'occhio la nuova arrivata in città, soprattutto perché ogni volta che si trova in sua presenza volano scintille, e il suo buon senso lo implora di mantenere le distanze. Tra un battibecco e una sfornata di biscotti al burro, riuscirà la bionda californiana solare e tutta pepe a risollevare le sorti della caffetteria, a trovare la propria strada nella vita e soprattutto a domare l’uggioso Rowan?

 
 
 
 
 
 
 

«Aiuto cercasi. Abbiamo bisogno di una coppia di amici per gestire un piccolo caffè a Corsekelly, Scozia, per sei mesi. Nessuna esperienza necessaria, spese incluse, compreso alloggio gratuito. Richieste attitudine energica e sete di Highlands scozzesi.»
 
Vi è mai capitato che un annuncio vi cambi la vita Magnetici? È quello che succede a Bonnie e Dakota quando, complici situazioni sentimentali e lavorative disastrose, decidono di lasciare Los Angeles per intraprendere un viaggio di migliaia di chilometri. Bonnie, la protagonista, è un coacervo di sbadataggine e battutine a sfondo sessuale: l’ arrivo rocambolesco in un nuovo paese, le peripezie legate alla difficoltà di guidare dal lato sbagliato e comprendere la lingua, gli imprevisti esilaranti al cottage, fin da subito ci preparano a quelli che saranno il ritmo e lo stile di questo romanzo. Lo confesso, ho riso tantissimo, come non capitava da tempo. Ad una lettura superficiale potrebbe sembrare un semplice chick lit, ma vi garantisco che non lo è. Innanzitutto ci sono due amiche, quasi sorelle, che decidono di lasciarsi alle spalle alcune situazioni dolorose che verranno approfondite proseguendo nella lettura. Bonnie è stata licenziata per la terza volta ed è profondamente in crisi sul valore della propria esistenza mentre Dakota, nonostante una promettente carriera, porta sul cuore il peso lacerante della fine della storia d’amore con Isabella. Sono due giovani donne ferite, stanche, e adesso anche spaesate dal mondo tutto nuovo che si svela davanti ai loro occhi. La Scozia è protagonista assoluta, con i paesaggi infiniti, i ruderi e le distese d’acqua, senza dimenticare le simpatiche mucche a pelo lungo e una capra molto famosa, simbolo di Corsekelly.

Un insieme di sfumature che ricordano l’infanzia, mischiate tra loro a risaltare il colore del terreno, la danza delle nuvole, e le cime che reclamano il loro dominio sulla terra.
 
E se da un lato mancano tutti i comfort della grande città, come non innamorarsi di un paesino di trecentosessanta anime quando ognuno dà una mano, i negozi hanno nomi caratteristici seppur improbabili, l’aria profuma di shortbread e torte alla ciliegia? E soprattutto, come si può ignorare che, proprio dietro l’angolo, potrebbe esserci un gigante scozzese musone e silenzioso, ma affascinante e ricco di talento? Se da una parte lo stile leggero e le battute esilaranti la fanno da padrona, è anche vero che ognuno dei personaggi principali, così come i comprimari, trova la sua ragion d’essere e il proprio posto con una logica ben precisa. Bonnie è divertente, ma nasconde una profonda insicurezza. Ha deluso se stessa e i genitori, ma scopriamo presto che dietro un’apparente superficialità cova il desiderio di sentirsi realizzata e che non è stata certo colpa sua se ha incontrato datori di lavoro ben poco interessati a farla crescere. La sentiamo vicina perché è una ragazza “normale”, una di noi insomma, ed è facile immedesimarsi nelle sue paure e nella voglia di emergere, di trovare finalmente una strada.

Non credo di aver mai creato nulla di perfetto. Non ho mai trovato qualcosa che mi rendesse speciale.
Non ho mai scoperto un talento nascosto che mi permettesse di distinguermi dagli altri. Non ho mai superato le aspettative. Sono sempre stata mediocre. Mediocre per tutta la vita.
 
Attraverso la narrazione in prima persona, con punti di vista alternati, gli occhi di Bonnie ci permettono di intrufolarci anche nelle vite degli altri: Finella, la proprietaria del caffè, mette l’annuncio cui rispondono le ragazze perché col marito deve partire per alcuni mesi. Nessuno conosce la loro destinazione, nemmeno il figlio Rowan, con cui da tempo i rapporti si sono raffreddati. Non solo Rowan è il prototipo del gigante burbero, ma è l’uomo con cui Bonnie, fin dal primo esilarante incontro, inizia una scanzonata battaglia di battute e doppi sensi. Se all’apparenza non si sopportano, saranno invece strumento l’uno per l’altra con cui tirar fuori vicendevolmente le qualità che nessuno ha mai visto prima.
Isla, Leith, Lachlan e tutto il paese di Corsekelly accolgono il lettore con la loro gioia e il paesaggio da cartolina. Leggendo si ha la sensazione di essere immersi in quell’atmosfera da fiaba, nonostante il duro lavoro, fisico e mentale, che i protagonisti decidono di compiere. Filo conduttore è il risveglio delle capacità nascoste, che attendono solo una mano o una voce gentile e autorevole che le aiuti ad emergere. Se da un lato il passato è pesante e incombe come un’incudine di rassegnazione, dall’altro tutti i personaggi si mettono alla prova, compiendo un viaggio nel viaggio: quello più difficile mette di fronte a se stessi, alle proprie paure, alla propria famiglia. L’autrice ci porta a riflettere sulla necessità del confronto: il “non detto” non aiuta, anzi porta solo ad ingigantire le incomprensioni. Le svolte dolorose, le separazioni, le rotture sono necessarie, ma non definiscono le persone. Non lo fanno l’orientamento sessuale e il fatto di provenire da un altro continente. Nemmeno le relazioni con gli altri ci determinano, ma devono essere strumento edificante per un movimento di crescita continuo.

«Non sono i rapporti a definire chi siamo, Dakota; sono soltanto un aiuto nel processo di trasformazione nella persona che dobbiamo diventare.».
 
Nessun cambiamento può essere compiuto senza coraggio: Rowan e Bonnie in primis sono bloccati nel desiderio di qualcosa che avrebbero desiderato fare, ma che, per motivi diversi, non hanno mai fatto.
Entrambi hanno un’“arte” da coltivare che nessuno ha riconosciuto, eppure sono stati i primi ad auto sabotarsi, non credendoci fino in fondo.

… non riesco a pensare ad altro che al fatto che Corsekelly inizia a sapere di casa, che quest’uomo mi fa sentire più speciale, più importante, di quanto sia mai riuscito a fare chiunque altro io abbia incontrato, e che a stare qui, in questa cucina, con un piano in piena regola e le mani impegnate a realizzarlo, mi sembra... di avere uno scopo.

Forse ero destinata proprio a questo. A essere qui.
Mentre ci sprona a buttarci in una nuova avventura, che sia una storia o un nuovo lavoro, l’autrice ci abbraccia con le sue parole: certamente il percorso sarà doloroso e difficile, ma forse, se saremo abbastanza fortunati, non dovremo farlo da soli. Perché è la comunità il fulcro di Corsekelly, dove è piacevole immaginare di sedere in un caffè rimesso a nuovo ascoltando la pioggia e ingozzandosi di butteries, magari aspettando una capra urlante comparire sulla porta o un’orda di turisti di passaggio incuriositi da una sorta di monolite molto particolare. Proprio come le persone tutta la Scozia ci abbraccerà, con i suoi profumi e i suoi colori, ricordandoci che spesso siamo destinati ad un luogo che ci chiama da sempre, anche se non lo abbiamo mai visto prima.

 


 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento