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domenica 26 novembre 2023

Recensione a "Always be my Baby" di Naike Ror

 



Genere: New Adult - Romance M/M
Editore: Always Publishing
Data d'uscita: 24 Novembre 2023
Pagine: 366
Prezzo: eBook 3,99 - cartaceo 15,10

 
 
 
 

 

Se c’è una cosa che Joon Seok Parker sa da sempre è che non potrà mai contrastare la variabile che scombina il primo giorno di ogni percorso lui intraprenda. Lo ha imparato a sue spese quando, il primo giorno di scuola materna, si è trovato a difendere un coniglio di peluche celeste con le unghie e con i denti. Non importa quanto Joon arriverà puntuale, quanta pazienza sarà costretto a esercitare, quanto distacco cercherà di mantenere: Dave Peterson scombussolerà puntualmente, e di proposito, la sua pace.

Ci sono certezze che per un tipo come Dave, allergico alle regole, sono incrollabili. Ad esempio, trascorrere l’estate a Parigi al termine del liceo, finalmente lasciarsi alle spalle Kerringhton, l’odiata cittadina militare in cui vive con sua madre, e diventare uno scrittore di successo. Nulla potrà trattenerlo nella sua tranquilla e ordinata città natale. Ne è convinto almeno finché, per colpa di un innocuo gioco, Dave non finisce rinchiuso in un sottoscala con Joon Seok, colui che incarna la sua perfetta antitesi.

E da quel momento, il filtro attraverso il quale si sono sempre guardati a vicenda, e detestati, cambia.

Avversari da sempre, amici mai, Dave e Joon Seok si scontreranno nell’ennesima lotta: razionalità contro istinto, ordine contro caos, odio contro amore. Per la prima volta, nella loro gara senza fine, l’obiettivo non sarà più occupare il posto più alto del podio ma tagliare, tra mille ostacoli, il traguardo insieme.
 
 
 
 
 
 
 

Caro diario, che non sei un diario ma io ho mal di testa e non ho voglia di trovare un incipit decente, hai la più pallida idea di quanto sia importante lo spazio? Be’, io non ne avevo idea. E invece gli atomi, le molecole e tutte quelle microparticelle che lo compongono sono determinanti. Quando me ne sono accorto? Quando lo spazio è diventato minimo e quelle particelle sono state scansate da Joon Seok. Lui ha eliminato lo S.P.A.Z.I.O. Adesso però lo spazio è tornato tra noi ed è ............ intangibile, sembra più consistente che mai. E io sono arrabbiato, tanto arrabbiato, perché quelle molecole che aveva tolto sono tornate e ce le ha rimesse proprio lui.

 

Cari amici Magnetici,

prendo ispirazione da Dave, famoso imbrattatore di quaderni e scrittore di lettere che attraversano l’oceano, per parlarvi di questo libro. Inizio come non si dovrebbe mai, con la consapevolezza però che quanto sto per dire sia una certezza assoluta. Joon Seok adorerebbe questo incipit credo, visto che le sue parole scivolano come lame pulite e centellinate, quindi non la tirerò per le lunghe e sarò breve: questo romanzo ha un enorme difetto, di quelli proprio su cui è difficile passare sopra. Ahi, direte, non è proprio un bel modo per rompere il ghiaccio e ammetto anche di essere d’accordo con voi. Tralasciando che immagino Dave sghignazzarmi alle spalle mentre osserva le mie dita scorrere sulla tastiera, ve la butto lì senza mezzi termini: il difetto atroce di questo romanzo è la fine. Non capite male per favore, perché non ho nulla da opinare su come si svolge e tantomeno su come finisce, ma intendo dire che, semplicemente, non avrebbe dovuto finire; lo divori, ti assorbe, arrivi all’ultima pagina e ti senti maledettamente abbandonato. La premessa è stabilita, quindi tirate il fiato e portate pazienza, non è poi così raro che io sia incisiva di prima battuta. Rientriamo nei ranghi e diamo la parola a loro, questo perfetto connubio di odio, rassegnazione e tenerezza, che riempie gli occhi, le pance e i cuori di emozioni incredibili. Non voglio usare iperboli perché sarebbero offensive nei confronti di questa coppia che è delineata con tale sapienza e coraggio, lucidità e affetto, da lasciarti lì a chiederti come sia possibile non vederli uscire dalle pagine per trovarli a battibeccare nel tuo soggiorno. Immagino Dave scomposto sul divano intento a mangiare porcherie, mentre Joona lo guarda tentando di celare il proprio disgusto. Immagino quaderni sparpagliati sulla scrivania, calzini sporchi e asciugamani gettati sul pavimento del bagno in attesa di una mano sapiente che li raccolga e cerchi di ritrovare un equilibrio in quel caos perfetto. Perché questo abbiamo tra le mani, un piccolo gioiello di rara bellezza dove l’amore trapela in ogni frase, in ogni sguardo, anche quando è camuffato da insofferenza e indubbio gusto per la provocazione. Come posso parlarvi di loro e farvi capire quello che mi hanno trasmesso? Come trovare il modo per spiegarvi che ogni singola parola che pronunciano, nelle infinite battaglie che li contraddistinguono fino all’ingenuo scoprirsi, è lanciata come un razzo nell’emisfero di quei libri che sai già che non potrai dimenticare? Come posso trasmettervi l’attenzione e l’estrema cura che permeano ogni battuta, ogni scambio, quando il ritmo non perde mai un colpo e tutto si srotola come un crescendo armonico? Non sono sicura di riuscirci, come spesso avviene quando leggo un libro che s’incastra come un pugno in mezzo alle costole, che fa male ancora prima di colpire perché consapevole del danno e del livido che provocherà. 

 

«Non siamo amici, non siamo Cugini, non siamo niente, quindi dove sarebbe il problema?» «Il problema sei tu che memorizzi tutto quello che dico e lo ritiri fuori quando ti fa comodo.» «Non è colpa mia se so usare le parole.»

«Tu non sai usare le parole, tu cambi il significato delle frasi senza prendere in considerazione il contesto.»

 

Se Dave è maestro di eloquenza e aspirante scrittore con la testa tra le nuvole per la maggior parte del tempo, Joona è la sua controparte razionale, studente modello, figlio devoto. Le figure maschili nella loro vita sono pressoché assenti; i genitori di Dave sono separati e gli incontri col padre trasformati in sporadici momenti in cui la lontananza tra i due è sempre più evidente. Il Sergente Maggiore Peterson è un militare in carriera, agli antipodi rispetto alla ex moglie Jane che invece è più simile al figlio, con cui ha costruito un nucleo familiare ristretto dove, in un certo qual modo, trovano posto anche i vicini di casa. Proprio al di là di una siepe e a portata di voce vivono Joona e sua madre Suji, socia e migliore amica di Jane, vedova da tredici anni. Il fulcro della storia è proprio qui, racchiuso nelle dinamiche di queste quattro persone, due donne e i rispettivi figli, che non potrebbero essere più diversi eppure legati da tutta la vita. Bellissimo il veloce excursus con cui il romanzo si apre, quando fin da subito, attraverso le fasi iniziali di ogni percorso scolastico, abbiamo un’idea di quello che sarà il rapporto difficile tra i due ragazzi. Tanto Joona appare calmo e riflessivo, quanto Dave è eccentrico, narcisista, confusionario e dedito a tutto tranne che allo studio. Rappresentano l’uno l’antitesi perfetta dell’altro, in uno scontro continuo esaltato da scambi verbali che ci fanno gridare al miracolo tanto sono precisi e puntuali. Mai un cedimento nelle loro guerre dialettiche, entrambi spinti dal fastidio reciproco ad affilare le lame come se da questo dipendesse il senso delle loro stesse vite.  È proprio il cercarsi nel respingersi che scatena i campanelli d’allarme, al punto che nemmeno Albert il custode avrebbe nulla da ridire se ci trovasse a correre a perdifiato per i corridoi per scampare all’incendio che sembrano voler continuamente provocare. Eppure nessuno come loro può aiutarci a vederli per quello che sono davvero, personalità schiaccianti seppur toccate dal dolore, ma talmente diversi da chiederci come sia anche solo possibile immaginarli insieme, figuriamoci la metà di una stessa cosa.

 

Entrato in camera, rinvigorito anche dal fatto che l’incontro con mio padre era stato meno peggio del solito, afferrai il quaderno che avevo iniziato qualche giorno prima e decisi che lo avrei dedicato esclusivamente a Joon Seok. Prima o poi gli avrei trovato un vero titolo, qualcosa di onirico, di forte. Qualcosa che mi facesse pensare a lui. Sfogliai le prime pagine e afferrai una penna dall’inchiostro viola. Iniziai con il fare dei piccoli cerchi sull’angolo del foglio, poi cominciai a scrivere: Calpestare le aiuole. Rompere le regole. Rigare storto. Joon Seok è un ossimoro vivente, è ghiaccio bollente. Una contraddizione gigante, un limite ammaliante. Mi respinge, poi mi costringe. Crede che sia sempre a sua disposizione, ma il Principino dei ghiaccioli non ha ancora capito che voglio la sua detronizzazione.

 

Ma come si può ripudiare chi tollera a malapena la nostra presenza? Che di solito ci ignora ed è costretto ad assecondare due donne ansiose solo per evitare che qualcuno si metta nei guai? Come leggere tra le righe di quelle attenzioni che, comunque, ci sono sempre state anche se non abbiamo saputo leggerle? Cercare di comprendere Dave senza coinvolgere Joona è impossibile e viceversa. Si alimentano a vicenda, come fiamme dispettose che trovano nuovo ossigeno e dunque nuova forza dal confronto che segue lo scontro. Perché ci sarà un momento in cui finalmente un po’ di silenzio storto cadrà sulla scena e allora resteranno solo sguardi, sospiri e carezze leggere che nessuno vede, ma che scuoteranno nel profondo quelle certezze destinate a cedere. E se Joona vive attraverso le parole oniriche di Dave, quest’ultimo fa altrettanto, nonostante i tentativi spesso riusciti di prendersi la scena senza troppi convenevoli. 

 

Dave era imprevedibile ed esplosivo, e calamitava imprevisti e attenzioni, tutte cose che evitavo come la morte. Indeciso e folle, ambizioso e pigro allo stesso tempo. Era una contraddizione irrazionale in un mondo che mi impegnavo a dipingere logico. Era il Plutonio della Tavola periodica il che significava che poteva essere il carburante di un reattore destinato a raggiungere la luna, oppure la causa scatenante di un’esplosione capace di radere al suolo un intero Stato.

 

Avendo stabilito che potrei stare ore a scrivere di questi due e non riuscire comunque a trasmettervi quello che mi hanno fatto provare, forse è il caso di considerare anche il contingente. Perché se è vero che il libro attraverso la loro relazione trascina il lettore in un turbine di emozioni, è anche vero che non possiamo togliere rilevanza al contesto. Vivono in un paesino, Kerrington, costruito intorno a una base militare; quasi tutti, in famiglia, hanno qualcuno lontano che sta combattendo per il Paese e questo contribuisce a creare un senso di comunità ristretta che accetta malvolentieri novità e cambiamenti, con un occhio di riguardo alle apparenze. Se Joona continua a vivere il dolore per la perdita del suo oppa, ma di contro ha un rapporto stretto con Suji, Dave rifiuta la figura autorevole del padre ed è simile a Jane per bizzarria e platealità. La Drama Queen per eccellenza ha però il merito di scardinare gli equilibri e riscrivere, volutamente e con coraggio, i capitoli di un’esistenza che non avrebbe mai immaginato. La scuola superiore, che sta volgendo al termine, è il teatro dove si svolgono le loro giornate, mentre le case sono il rifugio dove cercare di realizzare i propri sogni, sia che questi riguardino una carriera letteraria o una laurea in chimica. Il contorno dei compagni di liceo, Olivia e Charlie in primis in quanto ex con cui avere a che fare, non rimane in sottofondo, ma esplode allo scopo di far emergere ancora di più la luce di questa diade così normale eppure così straordinaria. Christiane, la preside Kennedy e persino Coop, sono strumenti atti a rivelare sogni, timori e passioni, anche se forse non si rendono conto della rilevanza che hanno nella vita dei protagonisti. Le parole che tutti gli attori pronunciano, anche quando si tratta di una breve battuta, lasciano il segno perché nate con lo scopo di non sprecare spazio, alla ricerca di quella perfezione stilistica che ci fa sperare che questo libro sia letto da molti, come un manuale di scrittura accettato da tutti. Adesso vi chiederete perché insisto così tanto sullo stile narrativo e non sul contenuto. La risposta è semplice tutto sommato; di buoni contenuti se ne trovano in abbondanza, ma di buoni contenuti che riescono a emergere grazie all’uso sapiente delle parole ve ne sono ben pochi.  È una storia d’amore, amici Magnetici, che va oltre le storie d’amore perché scritta da una donna che sa come rivolgersi ai giovani toccando le corde inespresse di quei sentimenti restii a farsi scovare. Ha il grandissimo merito inoltre di esistere tra due ragazzi, raccontata con delicatezza condita di pungente ironia, con lucidità e perspicacia, così lontana dai romanzi di genere da avere bisogno di un’etichetta tutta nuova, dovessimo mai sentire la necessità di apporne una. Ha l’immenso pregio di prendere qualcosa di semplice e trasformarlo in una sfida tra due anime che, non mi stancherò di ripeterlo, hanno cercato di odiarsi a prescindere ben prima di capire il sentimento che le lega. Tentare di descrivere questo romanzo è come illudersi di poter trovare la propria stanza segreta senza attraversare un percorso difficile e doloroso. Sei consapevole che esista e che ti stia aspettando da qualche parte, ma non è affatto scontato che tu riesca a trovarla, senza considerare il fatto che, se questo avverrà, non sarai più la stessa persona che ci è entrata.

 

Da bambino mi ero convinto che dentro l’armadio a muro si nascondesse una stanza segreta, un posto che nessuno conosceva e un luogo che mi avrebbe permesso di starmene in pace a giocare senza guardare l’orologio, dove le urla di mio padre e di mia madre non sarebbero arrivate e dove avrei potuto scarabocchiare sulle pareti senza che nessuno mi mettesse in punizione. Un posto dove c’era sempre la luce, dove c’era tutto quello che volevo. Un posto che ovviamente non ho mai trovato, se non nel sottoscala della casa di Cherry durante una penitenza. La stanza segreta è sempre esistita e io ci sono entrato, e mi accorgo che tutto sommato non mi sono mai sbagliato più di tanto. Quella stanza si chiama Joon Seok, e se io sono sempre stato nei suoi pensieri, adesso è lui che si ritrova sempre nei miei.

 

Credo che questo sia un romanzo di speranza, amici Magnetici. Quella speranza che ti porta a credere che i sogni possano avverarsi, sia che riguardino mondi meravigliosi da inventare per fuggire da questo, sia che si concentrino su atomi e molecole per descriverlo in modo razionale. Non importa l’approccio, ci suggeriscono questi due, perché l’unico modo per farlo è trovare una convergenza tra i metodi e la passione che investi nel farlo; è il rischio a ripagare degli schiaffi e delle frustrazioni, come è sempre il rischio a spingerti davanti a un plotone di esecuzione dal giudizio facile e gretto che non deve avere il potere di ridimensionare mai, e per nessun motivo, quello che sei. E quindi ben vengano i libri così, che t’insegnano a curarti del cuore degli altri di nascosto, attraverso gesti mal interpretati e soprattutto mai compresi fino in fondo. Dove le madri e i padri sono lo specchio dei figli, in un’eterna danza di rassicurazioni miste a litigi, affetto incondizionato e punizioni che non lasciano l’amaro in bocca. Ben vengano i libri così, che parlano d’amore perché di questo si alimentano, in cui il lettore trova uno spazio tutto suo dove riflettere sulla pioggia e i temporali, sulle ostriche e sui ghiaccioli, sulle domande della vita. Visto che di parole non volevo dirne troppe, direi che mi sono dilungata abbastanza. Le premesse le ho fatte e le tesi, spero, siano state abbastanza chiare. La sintesi, di contro, ha il vizio di essere una sola. Leggetelo, ve lo scrivo col cuore, e fatevi questo regalo immenso. Sorridete con Dave, non potrete farne a meno, e fatevi un giro in moto con Joona, sicuri che non supererà mai un limite di velocità. Fate quello che volete, ma leggetelo, sdraiati su un materasso o sotto un cielo di stelle, magari quando l’aria fredda è stemperata dal profumo dei cupcake o siete in metro per andare al lavoro e fuori è tutto tristemente grigio. Leggetelo, datevi la possibilità di comprendere cosa significhi essere davvero felici con un libro tra le mani.

 

Ognuno di noi ha dentro una pioggia. La mia è di quelle estive che scoppiano all’improvviso rinfrescando l’aria, ma che hanno come conseguenze altro caldo, afoso e assillante; quelle che finiscono con un arcobaleno che qualcuno tenterà di fotografare con scarsi risultati. Joona invece cambia a seconda del suo stato d’animo. A volte c’è un temporale in corso, a volte un uragano. Quando è silenzioso immagino invece in lui stia infuriando quella pioggia dalle gocce grandi e fredde, che si abbatte sul terreno e non c’è un filo di vento a smuoverla, perché ha deciso che non c’è scampo per niente, nemmeno per qualche foglio di carta svolazzante o per un palloncino scappato dalle mani di un bambino. Tutto è immobile mentre ogni cosa viene inzuppata.

Nessuno scampo per nessuno. Perché a volte piove così dentro di lui? Non ne ho idea. Forse non sarò mai in grado di far cessare quello scroscio incessante, però so che voglio essere una delle sue nuvole che, basse e scure, si scontra con un’altra nuvola rompendo il silenzio con il rumore di un tuono. Prima o poi smetterà di piovere, prima o poi arriverà il vento. E non importa che alla fine spunti un arcobaleno, perché la cosa che conta è che io sia stato lì, dentro di lui.




 
 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 

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