Editore: Ponte alle Grazie
Data d'uscita: 7 Marzo 2023
Pagine: 187
Prezzo: eBook 10,99 - cartaceo 15,20
È il 20 luglio 2001. Tre amici poco più che trentenni sono in auto sulla via Pontina, diretti da Roma al litorale, dove li attende – si direbbe – una serata come tante, la festa di compleanno della cugina di uno di loro. Enzo, Giacomo e Filippo hanno in comune le origini – vengono tutti e tre dal Mamiani, il liceo più politicizzato della Capitale – e si affacciano su una vita adulta più complicata e stentata del previsto; li unisce anche l’ambigua amicizia con Biba, che questa sera non è con loro. Lo stesso giorno, decine di migliaia di altri ragazzi si trovano invece più a nord, a Genova, dove si sta svolgendo il G8: la ferocia gratuita con cui vengono annientati i corpi e le idee dei manifestanti, produce e incarna assieme l’autentico crinale della nostra storia, ma anche un irreversibile punto di passaggio nella traiettoria esistenziale dei quattro protagonisti.
All’alba del 21 luglio, un’alba serena d’estate, niente sembra cambiato ma niente sarà più come prima, per nessuno di loro – e per nessuno di noi.
È una data che qualcuno ricorda, ma molti no: l’estate è caldo, sole, afa, mare, libertà. Ma quell’estate del 2001 è anche l’estate del "globale", l’estate di Genova e del G8, l’estate che cambierà la vita di Giacomo, Enzo, Filippo e Beba.
Loro, che di quell’amicizia/amore/legame ne hanno fatto un filo nascosto e consapevole che li lega, vivono l’estate come una stagione che valga la pena di vivere, in un senso di vita che è piacere e sofferenza al tempo stesso.
Perché è d’estate, in quella Roma deserta, espressione di tutta quella Democrazia che ha guidato il paese dal dopoguerra, che la generazione del liceo Mamiani, delle proteste degli inizi anni Novanta, si rende conto del suo fallimento.
E così per Enzo, che vive in una condizione lavorativa che si evolve velocissima e alla cui rapidità non riesce a star dietro; per Filippo, incapace di adeguarsi a qualsiasi cosa, e che ha trovato un suo pezzo di vita in quella solitaria officina di riparazioni di biciclette.
Accanto a loro Giacomo e Beba, nella continua ricerca di una loro dimensione: per Giacomo nell’arte e nel legame con lei, e per Beba, in quella strana relazione amorosa con tutti e tre, in cui rispecchia il suo voler sembrare qualcosa di diverso da quello che è.
Loro, che di quell’amicizia/amore/legame ne hanno fatto un filo nascosto e consapevole che li lega, vivono l’estate come una stagione che valga la pena di vivere, in un senso di vita che è piacere e sofferenza al tempo stesso.
Perché è d’estate, in quella Roma deserta, espressione di tutta quella Democrazia che ha guidato il paese dal dopoguerra, che la generazione del liceo Mamiani, delle proteste degli inizi anni Novanta, si rende conto del suo fallimento.
E così per Enzo, che vive in una condizione lavorativa che si evolve velocissima e alla cui rapidità non riesce a star dietro; per Filippo, incapace di adeguarsi a qualsiasi cosa, e che ha trovato un suo pezzo di vita in quella solitaria officina di riparazioni di biciclette.
Accanto a loro Giacomo e Beba, nella continua ricerca di una loro dimensione: per Giacomo nell’arte e nel legame con lei, e per Beba, in quella strana relazione amorosa con tutti e tre, in cui rispecchia il suo voler sembrare qualcosa di diverso da quello che è.
«Quella che sembra una scelta consapevole e ideologica in realtà nasconde il sentimento velenoso di non potercela fare.»
Come Genova fu un fallimento per i no-global, andando a rafforzare la mancanza di consenso e l’odio della collettività per le violenze e gli abusi, così in quell’estate, i quattro amici restano ancora una volta come fermi, immobilizzati in quell’attitudine a godersi l’attimo, perché non c’è molto altro in cui credere, di cui occuparsi.
Francesco Pecoraro, sempre molto accorto a raccontarci le debolezze, le aspirazioni, gli slanci e le illusioni, ci racconta una storia all’interno di una parte della storia della Repubblica Italiana dei primi anni duemila, e lo fa senza retorica o buonismo, ma con l’amara e disperata speranza dei protagonisti.
«"Credo che l’unica cosa importante sia vivere. Perché se sei morto, come quel ragazzo, sei morto e basta. Semplicemente non esisterai più."»
Grazie alla CE perla copia cartacea
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