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lunedì 22 maggio 2023

Recensione a "Bad Sugar" di Estelle Hunt

 


Genere: Romance
Serie: The Blackwood Castel #6
Editore: Self publishing
Data d'uscita: 17 Maggio 2023
Pagine: 355
Prezzo: eBook 2,99 - cartaceo flessibile 14,00
cartaceo rigido 18,00

 
 
 
 

 
A volte vale la pena perdersi nel bosco per scoprire cosa nasconde la sua oscurità.

Margaret ha solo otto anni quando conosce John ed è odio a prima vista. È convinta che quel ragazzino dagli occhi scuri e rabbiosi voglia rubarle il padre, ma non passa molto tempo prima che il disprezzo si trasformi in amicizia. Con il trascorrere degli anni il loro rapporto perde l’innocenza dell’infanzia. John rovescia tutto il suo mondo e le fa conoscere l’amore, fino al giorno in cui Margaret è costretta a spezzare il proprio cuore e quello di lui, pur di allontanarlo da sé.
Ora John è tornato, ma del ragazzo di un tempo non è rimasto più nulla.

È impossibile dimenticare il primo amore.
Sono trascorsi cinque anni da quando Margaret gli ha rivelato la sua natura fredda e calcolatrice e, da allora, la vita di John non è stata più la stessa. Sguardo tenebroso, tatuaggi che sporcano la pelle e un odio viscerale verso l’aristocrazia, è diventato una rockstar celebre in tutto il mondo. Possiede fama, potere, donne eppure solo una cosa gli importa per davvero: vendicarsi di tutto il male subito da parte di Margaret e dei Lennox. Ciò che non ha messo in conto è un sentimento mai sopito, pronto a esplodere nell’attimo stesso in cui i loro corpi tornano a sfiorarsi.

Lui vuole giustizia e per ottenerla sarà disposto a rinunciare a tutto.
Lei non ha mai smesso di amarlo, ma dovrà scegliere tra John e la sua famiglia.
E qualunque decisione prenderà sarà quella sbagliata.
 
 
 
 
 
 
 

 E davanti a questa pagina bianca, amici Magnetici, mi trovo a dover salutare, con parole senza dubbio inadatte, l’ultimo capitolo del viaggio nel mondo della Blackwood Castle Series. Un mondo fatto di castelli sferzati dal vento impetuoso della Scozia, boschi sfuggenti e pieni di promesse, mura che nascondono sospiri e lacrime, girandole di emozioni e carezze lievi che ci hanno accudito e accolti come fossimo di famiglia. Tutti e sette i romanzi ci hanno preso per mano per riscrivere quello che già sapevamo, trasformando fiabe in storie nuove, incrinando le nostre certezze: con “Bad Sugar”, almeno per il momento, si chiude il cerchio perfetto, come perfette sono state le penne delle autrici, che in una sincronia potente ed efficace ci privano adesso dei personaggi che abbiamo imparato ad amare. E così, accompagnati da una musica struggente e dolcissima, scivolano fuori le note finali di questo racconto e ci conducono all’ultima pagina, dove è incastrata come un diamante sbagliato la storia di John e Margaret. Anche se finora entrambi hanno danzato ai margini del castello, da subito ci hanno chiamato e incuriosito, affascinati dal loro spirito libero e l’odio feroce.
Il primo colpo al cuore è l’eco di quelle parole gettate sul bianco iniziale, uno spruzzo d’inchiostro definitivo, perché il romanzo è dedicato alle anime gemelle costrette a rincorrersi nell’oceano tempestoso della vita senza potersi mai sfiorare. È la storia preziosa di chi un sentimento non l’ha potuto vivere, ritrovandosi divorato nell’atroce silenzio di un’imposizione, con ali tarpate e polsi legati, davanti ad una luce che avrebbe fatto impallidire il mondo. 
È lo struggimento degli amori impossibili, perfetti nella nostra memoria, che bagna di lacrime salate le pagine e per cui sono state scritte da sempre tutte le poesie: John e Margaret sono ogni battito di quel cuore che riconosci come affine anche se si trova dall’altra parte del paese e non ci sono muri, o specchi, che possano intrappolarlo. Di entrambi conosciamo quanto trapelato dai precedenti libri: Margaret è la figlia di Travis, fratello minore del capostipite della famiglia, cugina di Wolf, Alistair, Hunter, Snow e Alice.
Sappiamo che è bellissima e che conduce una vita mondana all’apparenza perfetta: scrive di moda, è un’influencer con centinaia di migliaia di seguaci, ed è lontana dai doveri che appartengono ai figli del primogenito. Amatissima dalle cugine, cammina avvolta da una nuvola di classe distaccata, quasi altera, nonostante gli occhi brucino di un antico tormento. John Cunningham è il suo fratellastro, figlio della seconda moglie di Travis, ed è una rockstar di fama internazionale. Lontano da Blackwood Castle da anni, si tiene in contatto solo con Alice e Snow, cui è legato da profondo affetto, mentre nutre un odio viscerale per il resto della famiglia. È soprattutto Wolf, che ormai abbiamo imparato a conoscere, la nota dolente che molti anni prima ha contribuito ad allontanarlo da tutto, quando lo ha sorpreso in atteggiamenti non proprio fraterni con una Margaret quattordicenne. John, e come lui sua madre Laia, non dimentica e non perdona tutto quello di cui accusa i Lennox che rappresentano, ai suoi occhi, l’antitesi della famiglia inclusiva, araldo ormai pallido che tenta invano di rincorrere le parvenze di una nobiltà decaduta. Alla morte del padre, dopo il matrimonio di Laia con Travis, John inizia a perdere di vista il proprio centro: al principio non si rende conto che la stessa cosa avviene per quella bambina che ha appena conosciuto, che ha perso invece la madre, e che come lui è abbandonata a se stessa.

Conobbe Margaret il giorno in cui si trasferì nella magione a Morningside. John arrivò con il suo bagaglio di collera e odiò all’istante ogni angolo di quella casa immensa, i pochi domestici che vi lavoravano e la bambina bionda dagli occhi tristi. Lo fissava come se fosse lui la causa dei mali del mondo e, dalla prospettiva dei suoi dodici anni, il ragazzino ricambiò l’antipatia. D’altro canto era la figlia dell’uomo che si era portato via sua madre.
 
Come Hansel e Gretel anche John e Margaret sono, in un certo senso, soli: il bosco è un bosco dell’anima adesso e il tormento non è causato dai morsi della fame, ma la famiglia resta il detonatore che spinge due mondi ad incontrarsi in un punto che ha in sé il seme stesso della tragedia. Le loro solitudini si erano trovate. La casa a Morningside era colma di nascondigli dove bisbigliare segreti e paure e, quando le reciproche nostalgie pungolavano con maggior insistenza, si cercavano con la certezza che l’una avrebbe trovato conforto nell’altro. Non dovevano spiegarsi, era sufficiente il silenzio a esternare ciò che rimaneva intrappolato in fondo al cuore. I desideri erano una materia oscura da maneggiare, pertanto andavano serbati come un segreto.
 
Sono proprio i silenzi a urlare e spaccano i polmoni con la loro forza distruttrice. La storia di Margaret e John è fatta di parole taciute e segreti che tagliano muscoli e cartilagini, che si annidano come un predatore vorace nello stomaco e non permettono di respirare. Se ogni verso che John scrive è per lei, ogni foto sui social attorniata da gente famosa e soffusa dell’oro della popolarità è un pezzo di Margaret che viene taciuto, un brandello d’anima smarrito. Nulla è più potente del rancore che li divora, in una discesa infinita fatta di accuse e offese: la Musa è al tempo stesso una dea crudele che ha strappato il cuore di un ragazzo, e nel farlo ha portato via anche la parte più preziosa di se stessa. Poco importa se le sue note le appartengono di diritto e risuonano lente nelle tempeste di neve e rabbia in uno chalet sperduto nei boschi. Perché non c’è trama che possa risolversi senza che ogni attore reciti il proprio ruolo e Laia, madre terrificante e distrutta, ne giocherà uno più affilato di un coltello dall’impugnatura preziosa.

Se Margaret è, almeno all’apparenza, pura luce, John è quell’oscurità opprimente che non riesce a sollevare il velo di tristezza dalle proprie ossa, tranne quando suona. Vederlo per la prima volta da sola dopo anni, mentre è seduta sulla stessa altalena dove giocavano da bambini, è un affondo deciso che recide i tendini in modo chirurgico: non si sarebbe mai abituata a sopportare tutta quella tragica bellezza, il tormento che gli incendiava le iridi cupe, le labbra disegnate in una curva crudele.
Sono diversi loro due, come pianeti appartenenti a galassie sistemate agli angoli opposti dell’universo.
Non sarebbe bastata l’eternità per farli incontrare
, ma la storia ha uno strano modo di giocare con i protagonisti che prendono decisioni lucide nonostante i sentimenti siano più tempestosi della terra che abitano. In ogni pub, in ogni birra bevuta e sigaretta fumata, nelle note rabbiose degli Alice In Chains e degli Smashing Pumpkins, ci sono sempre loro: un ragazzo pieno di sogni e una ragazzina innamorata, che si guardano come se il mondo girasse intorno a quel sentimento che non possono vivere. Ma questo, ad un certo punto, deve finire: in un modo o nell’altro, nonostante la loro giovane età, hanno vissuto tutto.
L’abbandono delle figure amate, l’allontanamento dalla famiglia, il tradimento, l’annullarsi nella futile speranza di ritrovare un senso, sono tutti elementi che li accomunano, anche se reagiscono in modo diverso: mentre lui trasformava il dolore in rabbia, la rabbia in parole che riempivano fogli, Margaret è consapevole che ogni strofa parlava di lei, di loro e di un amore che si era trasformato in pericolose sabbie mobili. Erano affondati entrambi: John nel risentimento e nel rancore, lei nel rimpianto e nel dolore.
 
E per quanto le dita sfiorino la pelle come un pentagramma, c’è un segreto più grande di tutti che non può e non deve essere svelato adesso, pena il crollare di ogni parvenza di accettabile realtà. Entrambi sanno che non potranno avere con altri niente di simile a quello che hanno vissuto, nessuno sarà mai alla loro altezza, e nemmeno lo vogliono: le loro esistenze sono iniziate e finite in un abbraccio maledetto dalla famiglia e dal destino. E stavolta non c’è una fata madrina che interviene: “Bad Sugar” è il retelling di una storia particolarmente crudele e questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Nessuno aiuta i fratelli a fuggire dalla strega che li ha intrappolati nella casetta di marzapane, non ci sono famiglie affettuose, né principi, regine o lupi che si trasformano in improbabili eroi. Non ci sono cavalli con cui galoppare lontano o il conforto di un Castello Errante che ti porti oltre le nubi: ci sono solo la volontà ferrea e feroce di sopravvivere ad una fine che pare scritta nel sangue e due bambini, poi un uomo e una donna, che devono prendere le carte che il destino ha dato loro e decidere se abbandonarle o tentare l’All In, per evitare di essere divorati da fiamme di odio e colpe taciute.

Per un breve periodo, che nel tempo cosmico equivale al respiro di una stella, erano stati felici. Ora non erano più nulla. Solo due creature che si erano sfiorate accidentalmente, provocando rapide scintille inghiottite dal buio.

Cosa dirvi di più, amici Magnetici, senza svelarvi le trame infinite di questo romanzo che colpisce al cuore?
Chi ha amato in modo totalizzante e per tutta la vita qualcuno che non può avere sarà abbracciato da queste pagine, che mettono alla prova e al tempo stesso offrono un barlume di speranza. È possibile che un desiderio non si spenga nella discesa di una stella cadente impazzita? È possibile vivere ancora quando ti è stata strappata la ragion d’essere, la persona i cui silenzi erano urla nel deserto, e ti rimangono solo ricordi e rimpianti? È possibile sopravvivere, forse, ma non è la stessa cosa. Puoi amare solo una volta davvero, dicono, e tutto quello che viene dopo è un’ombra sfocata di quell’assoluto amore che risuona sulle labbra di John davanti a colei che ha segnato il suo destino.
Ho messo fin da subito in chiaro che le mie parole sarebbero state inadatte per parlare di un romanzo così spietato e coraggioso. Ad Estelle Hunt, unica fata di questa storia, va il merito di aver accompagnato loro e noi nel bosco più buio, dove il cielo non rilascia nemmeno il chiarore di una pallida stella. Lei ha sparso sassolini di luce per aiutarci a trovare la strada, viandanti tramortiti da un amore che va oltre tutte le regole. Si è assunta il compito non facile di chiudere con magistrale e lucida potenza un racconto che per mesi ci ha portato a scoprire un modo completamente nuovo, e adulto, di leggere le fiabe. Ed è sempre lei che mi piace immaginare adesso assieme alle altre su quella scogliera bellissima e pericolosa, abbracciata a loro e a noi, nel tentativo di consolarci almeno in parte per averci lasciato orfani di un mondo straordinario e indimenticabile.
 



 
 
 
 
 
 
 

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