Collana: Romance
Titolo: Tutta colpa del vicino
Titolo originale: Trouble with the Guy Next Door
Serie: Rock Bottom #1
Autore: Holly Renee
Traduttore: Margaret Petrarca
Editore: Triskell Edizioni
Genere: Romance contemporaneo - New Adult
Lunghezza: 250 pagine
Prezzo: e-book 3,74 cartaceo flessibile 15,00
ISBN EBOOK: 9791220702515
ISBN CARTACEO: 979-12-207-0252-2
I tipi come Tucker Moore non escono con ragazze come me. I suoi scontatissimi addominali scolpiti sembrano essere stati forgiati dagli dèi, mentre io ho più curve di una strada di campagna. Lui è un casanova che farebbe calare le mutandine a chiunque, invece io mi sento più a mio agio dietro l’obiettivo della mia macchina fotografica. È il ragazzo della porta accanto, e la definizione per antonomasia di una pessima idea. Non ho motivo di pensare a lui, e avrei dovuto scacciarlo dai miei sogni nel momento stesso in cui ha fatto capolino. Avrei fatto meglio a non tentarlo; anzi, avrei dovuto soltanto confinarlo nella friend-zone. Cosa che ho fatto, prima ancora che lui potesse pronunciare il fatidico “Solo amici”. Non importa se passa più tempo a casa mia che sua, o se il suo sorriso mi fa venire le farfalle nello stomaco. Si tratta soltanto di Tucker. E prima di rendermene conto, ecco che diventa il mio migliore amico. Per giunta, del tutto off-limits. La nostra rovina è una gita fuori porta, e ho i bagagli così pieni che alla fine ho lasciato la lucidità a casa. Perché Tucker sarebbe stato bene. Ma io sarei finita nei guai con il ragazzo della porta accanto.
Claim: Cosa succede se un casanova dai muscoli scolpiti va a vivere accanto a una ragazza formosa e insicura del suo aspetto? Finiranno per odiarsi, diventare migliori amici o… qualcosa di più? Una storia divertente, sexy, che vi terrà incollate alle pagine dall’inizio alla fine. Dall’autrice de La rovina di ogni brava ragazza, una storia d’amore friends-to-lovers divertente e passionale, di cui le lettrici dicono “ha preso tutte i miei desideri, insicurezze, pensieri, fantasie e bisogni e li ha portati in vita”. – Beauty and the Books
1. Lo squadrai dal basso verso l’alto, ma mi fermai di colpo nel rendermi conto gli penzolava qualcosa dalle forti dita callose. Quanto avrei voluto che fossero le mutandine di pizzo rosse di cui mi ero tanto vergognata poco prima! Ma al posto delle uniche mutandine sexy che possedevo, in mano reggeva, con sguardo interrogativo, nientemeno che la mia fidata e fedele panciera contenitiva della Spanx. Avrei voluto seppellirmi. «Che cos’è?» I miei occhi sfrecciarono dalle imbarazzanti mutande con il potere di risucchiarmi la pancia quando perfino la mia forza di volontà a volte rinunciava, ai suoi ridenti occhi color cioccolato. Gli strappai di mano la panciera, sotterrandola in fondo al cesto. Intravidi le mutandine di pizzo rosse, probabilmente intonate al mio viso in quel momento, e le maledissi tra me e me per non essere intervenute al momento del bisogno. Tra le pareti del vano scale riecheggiò una risatina profonda ed ebbi l’impressione che ci fossero almeno trenta persone a ridere di me. «Ehmm...» Mi bloccai, non sapevo cosa dirgli. Di certo non gli avrei spiegato cos’era che aveva trovato. Appena aprii bocca per rispondergli, gli squillò il telefono, il che mi salvò dal rendermi ancora più ridicola. Lui sventolò il cellulare nella mia direzione con un sorriso. «Be’, sembra che dovremo riprendere questa conversazione un’altra volta.» Ma neanche morta.
2. Mi vergognavo di me stessa. Certo, non era il tipo di vergogna che mi avrebbe impedito di rifarlo, probabilmente, ma piuttosto quello per cui avrei giurato solennemente di non farne mai parola con nessuno. Stava andando tutto bene. Ero immersa nell’acqua calda, il mio libro era in perfetto equilibrio sul bordo della vasca e la storia che leggevo coinvolgente. Ma le scene di sesso erano bollenti. Sentii un formicolio nello stomaco quando l’eroe sollevò l’eroina da terra e la sbatté contro il muro: era esattamente quello che serviva anche a me. Essere sbattuta. Ma ovviamente, essendo un po’ asociale e del tutto single, le possibilità che accadesse erano piuttosto scarse in quel momento. Così decisi di mettere mano al problema. Letteralmente. Chiusi gli occhi e feci scivolare la mano lungo il corpo. Immaginai i capelli biondi dell’eroe che mi scaraventava sul letto e mi faceva cose sconce. Che perfezione. Mi si strinse lo stomaco mentre immaginavo che la mia mano fosse in realtà la sua. Accelerai, di pari passo con la mia immaginazione. Poi andò tutto a rotoli. I capelli dell’eroe passarono da un biondo baciato dal sole al castano chiaro. I suoi vividi occhi azzurri virarono verso una tonalità castano scuro, e in qualche modo tutto era riuscito a diventare ancora più bollente. Se avessi avuto un minimo di buon senso, avrei interrotto quello che stavo facendo e mi sarei schiarita le idee. Ma ormai ero troppo avanti e, a quanto pareva, sarebbe stato Tucker a portarmi fino alla fine. Persi il controllo immaginando le sue mani che scorrevano lungo il mio corpo, la sua barbetta incolta che strofinava sulla mia pelle. Immaginai il suo sorrisetto soddisfatto per avermi fatta venire, e ancora una volta provai sentimenti contrastanti. Volevo ucciderlo, prendermi a schiaffi e poi pregarlo di farlo ancora. Affondai la testa sott’acqua, il calore copriva il mio corpo già surriscaldato, e urlai per la frustrazione. Ovviamente, prendermi cura di me stessa non si era rivelata la scelta migliore per alleviare lo stress. Anzi, sembrava avermi fatta impazzire ancora di più.
3. «Qual è il piano esattamente?» Attraversai la corsia dei costumi di Halloween da puttanella dietro Brooke e Sophie. Neanche sapevo come avevo fatto a ritrovarmi in quella situazione. «Ci presentiamo alla festa di Halloween del Rock Bottom, e tu farai perdere la testa a mio fratello.» Sophie mi mostrò un costume da Wonder Woman con una gonna lunga tipo dieci centimetri, e io scossi la testa. «E se lui non mi vuole vedere? Non voglio farlo indispettire mentre è al lavoro.» Sfiorai un costume da mummia, e pregai che mi facessero scegliere una roba del genere. Qualcosa che mi coprisse la carrozzeria. «Ma l’hai letto l’articolo?» Si mise le mani sui fianchi. «Certo che ti vuole vedere.» Mi passai le mani tra i capelli con un sospiro. Capivo cosa volesse dire e perché lo pensasse, ma me la facevo comunque sotto. E se fosse stato troppo tardi? «Che ne pensi di questo?» Brooke mi mostrò un costume: se non fosse stato per il simbolo di Grifondoro sulla camicia, non avrei capito cos’era. «Dovrebbe essere un costume da Hermione?» Presi la gonna per guardarla meglio. «Sì, sexy Hermione.» Brooke scatenò il bacino e io scossi la testa. «Direi piuttosto Hermione puttanella e, a dire il vero, è una vergogna. Hermione Granger è uno dei personaggi femminili più intelligenti e talentuosi della nostra epoca. Dovremmo celebrarla e non renderla una poco di buono soltanto per avere la scusa di andare in giro mezze nude per una notte.» Brooke alzò gli occhi al cielo e rimise il costume a posto. «Non sapevo che Harry Potter ti piacesse così tanto.» Sophie mi guardò come se fossi un alieno. «Se c’è un consiglio che posso darti su Kennedy, è di non insultare la saga di Harry Potter. Quella stronza ha ucciso per molto meno.» Brooke fece un gesto con le mani che, secondo lei, era una mossa da gang. Sophie lo reputò esilarante; per me sembrava solo un’idiota. Mi allontanai e presi un costume di Mary Poppins. Era adorabile. «Ehm, no,» spuntò Brooke alle mie spalle. «Perché no?» Mi misi il costume addosso e mi guardai allo specchio. «Vogliamo che si metta in ginocchio implorando di tornare con lui, e non farlo scappare a gambe levate perché gli ricordi la nonna.» Le diedi una gomitata sulla pancia e lei rise. «Sono seria.» «Mi è venuta un’idea.» Ci girammo entrambe a guardare Sophie. «Puoi provarlo se accetti di provare anche due costumi scelti da noi, poi votiamo il nostro preferito.» Esitai, ma poi pensai “e che cacchio”. Se non mi piacevano, non li avrei comprati. Tanto valeva accontentarle, allora. Non avrei di certo rivelato che non avrei mai indossato quello che mi avrebbero proposto.
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