mercoledì 21 marzo 2018

Intervista a Sara Fusco


 Buongiorno a tutti! Oggi siamo felici di essere in compagnia di Sara Fusco, scrittrice di Fantasy e non solo. Siamo curiose e vogliamo conoscere qualcosa in più di lei e ovviamente farvela conoscere anche a voi.
Ciao Sara, partiamo subito con le domande:

Quando è iniziata la tua passione per la scrittura?
Non ricordo un periodo preciso. Ho iniziato a scrivere diari quando ero molto piccola e, tra una pagina e l’altra, scrivevo delle poesie. Fin da bambina ho sempre avuto molto da dire, quindi questo era il mio modo per sfogarmi, fino a quando poi non ho scoperto le fan fiction. È da lì che ho compreso di poter scrivere qualcosa di diverso, anche se per un periodo molto lungo non ho osato farlo. Ma, quando ho ripreso carta e penna, non ho più smesso.


Cosa ti attira di più il genere romance o fantasy visto che hai scritto tutti e due?
- È una domanda davvero difficile, perché è come se entrambi rappresentassero il mio mondo personale. Dipende molto dal periodo che sto affrontando, nella scrittura così come nella lettura. Nonostante ciò il fantasy avrà sempre un posticino speciale nel mio cuore. Ogni volta che scrivo storie di questo genere, o che mi immergo nella lettura, mi sento sempre a casa. Il fantasy ci permette di evadere totalmente dal mondo reale, ed è una cosa fantastica.


Ti piacerebbe cimentarti in un genere diverso da questi? Se sì, quale e perché?
- Sì, mi piacerebbe molto scrivere anche altri generi. Vorrei spaziare, non pormi limiti, scrivere quello che voglio a seconda del mio bisogno personale. Vorrei provare a scrivere dei dark ma, prima di provare ad affrontare un dark romance, ho preferito cimentarmi in un dark fantasy. E’ molto più sulle mie corde e, magari, partendo da questo riuscirò a capire meglio come muovermi in questo genere che bisogna saper trattare bene in ogni minimo aspetto.

Da dove prendi ispirazione? Sogni, persone o crei le tue storie dal nulla?
- Mi capita di avere l’ispirazione anche grazie a una piccolezza. Una frase sentita da qualcuno, la frase di una canzone, un piccolo particolare di un sogno. A parte questo, sì, mi è capitato anche di scrivere le storie dal nulla. In realtà, mi sta capitando proprio in questo periodo e devo dire che è una cosa meravigliosa. Mi siedo al computer e la storia si svolge davanti ai miei occhi, senza che io faccia nulla. Mi fa sentire libera.


Hai qualcuno che ti sta vicino mentre scrivi e ti aiuta oppure fai leggere tutto solo alla fine?
- Sono una persona a cui piace essere indipendente e fare le cose da sola, per questo è davvero molto difficile che mi affidi a qualcuno durante la stesura. A volte capita di voler avere un parere su una scena o su un frase e chiedo aiuto a delle amiche, ma non vado oltre. Preferisco prima completare il libro, essere sicura di ciò che ho scritto e poi porlo all’attenzione di qualcuno a cui fa piacere leggermi e di cui mi fido ciecamente.


Chi è la prima persona a cui fai leggere il tuo libro?
- Dipende dai casi e dalla mia sicurezza. Alcune volte mi è capitato di farlo leggere prima a un mio amico, altre direttamente all’editor. Non ho nessun punto di riferimento fisso.


    Dove ti piace scrivere, su pc o su carta? E qual è la situazione ideale per poter scrivere.
- Mi piace scrivere al computer, perché digitare sulla tastiera mi permette di seguire in modo più semplice i miei pensieri. Con carta e penna è davvero difficile, a volte mentre scrivo dimentico una parola importante, una frase a effetto, a furia di correre per cercare di trascrivere tutto. Il computer invece è a passo con la mia mente super veloce.


Hai mai pensato di mollare tutto e non finire un libro? Chi o cosa ti ha fatto cambiare idea?
- Sì, ci ho pensato tantissime volte. Sono poco sicura di me stessa e vado spesso nel panico. È capitato che non finissi la stesura di un libro, mentre altre volte ci sono state amiche che mi hanno incoraggiato. Certo, però, che se non ti incoraggi prima da solo le parole degli altri sono inutili. Non mi piace sforzarmi, quando scrivo. Mi rendo conto da sola quando una storia, una frase, un dialogo non reggono e sembrano finti. Mi infastidisce.


I tuoi famigliari ti hanno sempre supportato?
- Devo dire di sì. Mi hanno sempre dimostrato che credono in quello che faccio e che sono fieri del mio impegno. Non c’è giorno che non mi vedano davanti a un computer, mentre digito su word. Notano da soli quanto mi piace fare tutto questo.


I tuoi amici sanno della tua passione? Tanti si nascondono dietro a pseudonimi per non farsi riconoscere perché secondo te?
- I miei amici sanno della mia passione, ma non tutti. Preferisco che alcune persone non lo vengano a sapere, ma semplicemente perché non capirebbero e oserebbero giudicare, magari denigrare ciò che amo. Capisco che è un loro limite, ma preferisco non infastidirmi e intavolare discorsi inutili. Gli pseudonimi sono scelte personali, magari non solo perché non si ha voglia di farsi riconoscere dagli amici e familiari, ma anche per problemi lavorativi. Non ho nessun problema al riguardo, anzi, prossimamente pubblicherò dei libri con uno pseudonimo. Non mi nasconderò dalle lettrici, ma preferisco che certe scene, certe frasi, restino tra me e i lettori. Mi fa sentire a disagio sapere che un parente possa leggere qualcosa di così personale, soprattutto perché non capisce davvero quanto per me sia importante.


Cosa diresti a una lettrice o lettore per farti leggere?
- Questa è una domanda che mi mette molto in difficoltà, perché riesco a vendermi davvero difficilmente. Sono fin troppo critica e, ogni volta che devo proporre i miei libri, vado nel pallone. Ciò che posso dire è che, se piacciono i romanzi fantasy con una profonda storia d’amore, avventura, azione e magia, allora la serie “Light of Nature” fa al caso vostro. È una seria colma di battaglie, di sacrifici in nome dell’amore oltre che per la salvezza dell’Universo. Storie intrecciate tra di loro che ci dimostrano quanto l’amore sia importante. Verso la persona che si vorrebbe al proprio fianco, ma anche verso la famiglia.


Parlami un po’ dei protagonisti dei tuoi libri, Dalia e William, Andir e Annie, Light e Sybil.
- Sono tutti loro così diversi! Leggendo i loro nomi mi sembra di vederli accanto a me, ed è fantastico. Il legame che c’è tra lo scrittore e i suoi personaggi è davvero molto intimo.
Delia è altruista e combattiva in qualsiasi momento. È disposta a sacrificare la sua vita per salvare le persone che ama, eppure durante il suo libro scoprirà che esiste anche un altro tipo di amore. Quell’amore che conoscerà grazie a Will, un Guerriero così testardo e senza cuore, acido e scorbutico che, alla fine, si rivela solo molto protettivo e devoto alla propria donna. Una donna che gli ha salvato letteralmente la vita.
Annie e Andir sono molto simili. Entrambi soffrono, sono altruisti, empatici e si amano follemente. L’amore che condividono è così puro da farmi commuovere ogni volta. La loro storia li ha resi forti e coraggiosi, disposti a combattere contro un destino crudele che vorrebbe distruggerli senza pietà. Ma l’amore, se vero, può vincere persino contro una storia già scritta.
Light e Sybil invece, lo ammetto, sono i personaggi più complessi di questa trilogia. La loro storia è molto diversa da quella degli altri, è caratterizzata da ostacoli maggiori, dolori differenti. C’è la paura di essere fin troppo diversi dalle persone che li circondano, di non riuscire a capire alla perfezione il loro essere. C’è la paura di restare vicini, di apprezzarsi, che sfocia in un desiderio disperato di rivedersi e riabbracciarsi. Entrambi si dimostrano forti, ma al cospetto dell’amore sono deboli, e non in senso negativo. E’ impossibile resistere di fronte a un sentimento così puro e forte, soprattutto quando si è nei loro panni e degli ostacoli quasi li costringono ad arrendersi. Per fortuna, però, non lo fanno!
Nessuno dei protagonisti della serie lo fa, o non avrebbe meritato una storia tutta per sé.


Non ho ancora letto “L'ultimo addio” ma la trama mi sembra molto interessante, raccontami qualcosa dei protagonisti.

- Ah! La mia prima creatura.
I  protagonisti del romanzo sono Amy e Daniel. Amy è una ragazza molto fragile e distrutta dal dolore, anche se prova ad andare avanti con la sua vita. Incontra Daniel che le ricorda il suo primo amore e, questo, porta a galla ricordi molto tristi. Ma Daniel non è comparso nella sua vita per farle del male, non oserebbe mai. È un ragazzo molto protettivo e forte, e il suo desiderio è solo quello di proteggerla.
Sono due persone unite nel dolore che, forse, insieme possono trovare la forza di andare avanti e affrontare dei problemi da cui non possono scappare per nulla al mondo. La tristezza e la perdita sono due elementi molto importanti nella storia, li accompagnano in quasi ogni pagina, fino a quando non proveranno a riscattarsi entrambi.

La coppia che ho preferito è stata Light e Sybil, ma anche come scrittura, ho visto che dal primo volume al terzo hai avuto un miglioramento evidente nella stesura, oppure sono io che mi sbaglio?
Ti ringrazio per avermelo detto perché, in realtà, il terzo libro è quello più complesso e difficile da digerire, forse anche a causa dei due protagonisti che sono molto differenti rispetto agli altri di cui ho parlato. Non ho avuto molte soddisfazioni da questa storia che mi ha dato tanto ma, sì, credo che la mia scrittura sia diversa. Non so se migliorata, però anche durante la stesura del romanzo avevo una consapevolezza di me maggiore, sapevo ciò che volevo e ho provato a renderlo al meglio. Nel corso di questi due anni grazie all’editing ho imparato davvero molto, e spero di poter migliorare ancora di più a ogni libro che scriverò.

Quali sono le difficoltà che incontri nella scrittura di un libro?
- La parte centrale di un romanzo per me di solito è sempre difficile. Quando inizio a scrivere, la maggior parte delle volte conosco già l’inizio e la fine, con alcune scene centrali. Arrivo a un certo punto, però, che mi domando dove sto andando, cosa sto facendo, perché magari i personaggi mi hanno assorbito fin troppo e hanno scelto di seguire delle strade completamente differenti rispetto a quello che mi ero prefissata. Quindi inizio ad andare letteralmente nel panico, perché ho paura di non riuscire a proseguire e bloccarmi.

Quando scrivi hai già fatto uno schema con tutti i personaggi oppure è tutto nella tua testa?
- Se i personaggi sono complessi e molti, ho bisogno di stilare uno schema, con caratteristiche fisiche e caratteriali. Così facendo, pian piano che scrivo, aggiungo sempre caratteristiche nuove, così da tenere sotto controllo l’evoluzione del personaggio. Lo schema mi semplifica di molto il lavoro.


Hai già in testa una nuova storia oppure la stai scrivendo? E di cosa parla, se si può sapere?
- Ho due storie in corso: un fantasy dark che ho dovuto stoppare, perché non sono ancora pronta per scrivere gli ultimi capitoli. Voglio renderli al meglio, dare tutta me stessa e coinvolgere il lettore in certe scene che hanno la loro importanza nella loro crudeltà.
Nel frattempo sto scrivendo un contemporary romance molto fresco e frizzante, completamente diverso da qualsiasi cosa io abbia mai scritto. È stata una novità, per me, trovarmi così bene con questo genere. Ho scoperto nuovi tratti di me e, dopo una storia così dura come quella del fantasy dark, avevo proprio bisogno di sorridere durante la stesura di un romanzo.


Un genere che non scriveresti mai e perché?
- Horror e giallo. Gli horror non mi sono mai piaciuti, non li leggo nemmeno, ma un libro giallo non oserei mai scriverlo perché non sarebbe giusto nei confronti di quegli autori che si impegnano così tanto per rendere un libro perfetto e maledettamente reale. Io non ci riesco, quando scrivo ho bisogno sempre di rifugiarmi nella mia fantasia, senza tener conto di dettagli tecnici e scientifici, logici, storie complesse e ingarbugliate. Non credo nemmeno che sarei capace di mantenere la suspense per tutto il libro. No, non fa per me.


Cosa è cambiato nella tua vita da quando scrivi?

- Mi sento meglio con me stessa e sono più sicura. Ma, prima di tutto questo, la scrittura mi ha anche permesso di conoscere delle persone favolose di cui non riuscirei più fare a meno. È stata un’ancora di salvezza in qualsiasi senso.


Cosa ti piace leggere?
- Tutti i generi letterari, ma non amo il giallo e l’horror. Per il resto datemi tutto quello che volete: classici, romance, storici, fantasy, dark romance, paranormal…


Un libro che vorresti aver scritto tu?
- Azzardo, nominando la serie “Shadowhunters le origini”. Forse perché Cassandra Clare è sempre stata un punto di riferimento.

     Ti piace ascoltare musica mentre scrivi e che tipo? Oppure ti piace il silenzio?
-Entrambe le cose. Alcune volte ascolto musica, altre volte preferisco il silenzio. Dipende molto dalla scena che sto scrivendo e, di solito, opto per della musica che si abbina alla scena in corso. Di solito vado su youtube e scelgo video che durano ore, con le instrumental di musica celtica, fantasy, dark. Se sto scrivendo un romance, allora canzoni più dolci.


      Se sei in giro e ti viene in mente una scena dove scrivi, sul cellulare o su fogli?
- Uso il cellulare. Sia lodato il cellulare! Senza di esso avrei sempre perso qualsiasi scena a cui penso sempre nei momenti meno opportuni.
  
  Una domanda che non sopporti?
- “Quanto sei riuscita a guadagnare fino a oggi?”


       Una domanda che nessuno ti ha fatto ma che vorresti ti facessero, e rispettiva risposta.
- “Sei felice di ciò che fai?”
E, sì, sono felice. Magari a volte mi abbatto, ma stringo la felicità tra le mani e non me la lascio sfuggire via.


     Cosa sogni per il futuro?
- La realizzazione dei miei sogni. Voglio continuare a pubblicare, a leggere, a confrontarmi con le persone e migliorare. Magari, lavorare anche in una realtà editoriale e cimentarmi nei libri degli altri, per permettere loro di fare ciò che amo anche io: scrivere e pubblicare.


        Questo è il tuo spazio a disposizione,  di quello che vuoi.
Grazie mille per avermi dato questa splendida opportunità. Vi ringrazio per aver letto i miei romanzi, per aver dedicato loro del tempo e averli recensiti. E, a voi lettori che ci avete letto, grazie per il vostro interesse. Spero che, se mi darete un’opportunità, non la deluderò.
Grazie mille.


    Lo Staff ringrazia Sara Fusco per la sua disponibilità e cortesia. Siamo felicissimi di poter parlare con te anche in futuro con tuoi nuovi libri.
    Grazie
   

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