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martedì 16 maggio 2023

Recensione a "Ci mancavi solo tu. When Grace met the grump" di Mariana Zapata

 


Genere: Romance
Editore: Newton Compton Editori
Data d'uscita: 2 Maggio 2023
Pagine: 644
Prezzo: eBook 0,99 - cartaceo 9,40

 
 
 

Sono tante le cose che possono finire per caso in un giardino. Un pallone, un uccellino caduto dal nido, un aquilone.
In quello di Gracie Castro, però, è piombato qualcosa di molto originale, o meglio, qualcuno: l’uomo più sexy che abbia mai visto, seminudo e gravemente ferito. Ma la serie di assurdità non finisce qui: lo sconosciuto è il Difensore, uno dei tre individui noti in tutto il mondo per essere impegnati in un’eterna lotta contro il male e le ingiustizie. In pratica dei supereroi che però... esistono davvero.
Chi non desidererebbe incontrarli almeno una volta nella vita? Figuriamoci trovarsene uno in casa! Per Gracie, invece, è solo una grandissima rottura: è una tipa decisamente solitaria, e di certo non era in cerca di compagnia. Come se non bastasse, il suo ospite inatteso è scontroso e maleducato, tutto il contrario di ciò che ci si aspetta da un supereroe. Invece di metterlo alla porta, però, Gracie decide di dargli una mano a rimettersi in sesto, ma solo per il bene dell’umanità, sia chiaro! Ancora non sa che quella decisione potrebbe cambiare per sempre il destino di entrambi...

 
 
 
 
 
 
 

Vi è mai capitato, cari Magnetici, di aprire un libro, pensare che sarebbe stata una lettura di un certo tipo e poi vedere tutte le vostre aspettative crollare con un colpo nello stomaco, diritto e senza tante cerimonie? A me poche volte, e questa è una di quelle. Penserete “che presentazione… deve essere stato orribile” e invece, no. Ho amato ogni singola pagina di questa storia. Ogni singola battuta. E quello che mi ha entusiasmato di più è stato proprio veder smontato un pezzo alla volta quello che mi aspettavo.
Non inizio mai in questo modo, ma ho pensato che fosse doveroso stravolgere un po’ le regole, perché questo libro, letteralmente divorato, lo ha fatto per primo. E non importa se gli Shinto Studios non ne trarranno mai un film e non ne esiste l’anime. Ci sono i protagonisti, c’è la storia, c’è il mondo che conosciamo e quello nascosto, in un mix calibrato di avventure e colpi di scena. E poi c’è quel malessere latente che esplode all’improvviso, come succede a Gracie, quando sta per accadere qualcosa di brutto o importante.

Quando pensi che le cose non possano peggiorare, tieniti forte: ecco la storia di Gracie Castro. Mai su questi schermi. Gli Shinto Studios avrebbero cestinato la sceneggiatura ancora prima di finire di leggere il titolo. Gracie Castro: la maga dei segreti poteva funzionare, pensai tetra. Solo che non avevo superpoteri, se non si contavano i miei rari, ma mitici, mal di pancia.
 
Gracie ha quasi trent’anni e vive in una roulotte circondata da ettari di terreno nel New Mexico. Odia il caldo, corre per dovere e non per passione, non ha un animale domestico e insegna a distanza lingue straniere a studenti in varie parti del mondo. Non si attacca alle cose perché
sua nonna le ha insegnato a usare delle forbici immaginarie molto affilate per tagliare i legami con tutta la roba troppo grande e problematica da portarsi dietro. 
 
La sua è un’esistenza in fuga a cui, fin da bambina, l’hanno abituata i nonni dopo la sparizione dei genitori. Il romanzo si snoda come un flusso continuo di pensieri e il punto di vista univoco è quello della protagonista: scopriamo così che è abituata a vivere senza legami, nascosta, con più nomi e una casella postale lontana chilometri, perché un cartello della droga le dà la caccia. Porta sulle spalle il debito degli errori commessi dai genitori e per tutto il romanzo questa convinzione, legata a quella di essere destinata alla solitudine, la accompagna sia nei momenti di sconforto che in quelli in cui decide di reagire. Ma tutta questa finta tranquillità a un certo punto sparisce, spazzata via da un uomo che cade letteralmente dal cielo nel suo giardino. La figura è tramortita, sofferente e impressionante. Lei sa di chi si tratta anche se il suo volto non è mai stato ripreso in modo preciso, ogni volta casualmente sfumato nelle riprese delle tv o nelle foto sui giornali: tutto il mondo riconoscerebbe il Difensore, uno dei membri di quella Trinità che da decenni interviene per evitare catastrofi.

Per un decennio nessuno dei tre aveva comunicato con nessuno: semplicemente si presentavano, facevano quello che dovevano e poi sparivano. A volte passavano mesi prima che riapparissero. Poi, all’incirca dieci anni prima, le cose erano cambiate e avevano iniziato a parlare un po’ con la gente, ma restavano comunque il più grande mistero di tutti i tempi. L’opinione pubblica aveva inventato i loro “nomi”. Lei non si era mai definita “la Primordiale” né aveva chiamato gli altri due con un qualche nome ufficiale. Qualcuno si era inventato la Primordiale, il Centurione e il Difensore e quei nomi avevano preso piede. Poi un presentatore televisivo li aveva chiamati “la Trinità” per la prima volta, e poco dopo qualcuno da qualche parte aveva disegnato un simbolo per loro–tre triangoli equilateri neri in fila.
 
La paura e il senso d’inadeguatezza hanno poca importanza: Gracie sa che la cosa giusta da fare è proteggerlo, cercando di fare in modo che guarisca da quelle che sembrano ferite insanabili, e tenerlo nascosto. Ancor meno importante che lui sia la persona più insopportabile che abbia mai conosciuto, che non parli e al massimo grugnisca, non riconoscendole nulla, nemmeno il fatto di essersi auto relegata su un vecchio divano per permettergli di riposare.
Alla fine è solo una debole umana, no? Eppure quella ragazza così strana, così sola, ha qualcosa dentro che sembra provenire da un altro pianeta, una forza interiore talmente bella che, anche se mascherata da battute improprie e una serie infinita di turpiloqui, gli mostra a poco a poco il valore dell’essere umano nella sua forma più resiliente e fragile.
Passano pagine prima che si presenti col suo vero nome, Alexander, e anche il solo fatto di averlo condiviso risuona come una concessione dall’alto. Mentre lui sembra conoscere tutto, e si sforza con vigore di non conoscere lei, Gracie ha la testa che scoppia di domande. Da una parte c’è il terrore quando gli uomini del cartello si presentano e li imprigionano entrambi, dall’altra la consapevolezza di avere la responsabilità, per quanto improbabile possa sembrare, del benessere della persona più forte sull’intero pianeta che, a differenza di quanto succede di solito, non sembra guarire dalle ferite con cui è caduto dal cielo.

Aprii gli occhi e li posai sul corpo disteso per terra a pancia in giù. A quel punto fui travolta dalla paura. Non come quando guardavo un film dell’orrore o sentivo rumori strani la notte. Era terrore puro, del tipo provato appena mia nonna era morta, quando mi era venuto in mente che avevo buone probabilità di rimanere sola per il resto della mia vita. Alcuni dicono che il contrario dell’amore è la paura. Ma la verità è che, senza la paura, non può esserci amore. Se non si ha paura di perdere qualcosa di prezioso, forse quel qualcosa non ha poi un gran valore.
 
La prigionia, le torture e la feroce convinzione di un futuro incerto, dominano la prima parte del romanzo. Gracie è una barca alla deriva, che tenta di tenere salde le vele nei venti contrari come ha fatto per tutta la vita. Lo fa per proteggere se stessa e perché ha una missione. Deve mantenere la promessa fatta ai suoi nonni di cercare di avere una vita, il più possibile normale nonostante le circostanze in cui è costretta, di cui scrivere ricordi e emozioni. E proprio nelle condizioni più impensabili e difficili ecco nascere un’amicizia: accanto ad un essere incredibile, la sua straordinaria capacità di adattamento si modella e diventa punto di forza. Le conversazioni che ha nella testa in cui medita vendetta contro gli uomini del cartello da mettere in atto una volta morta in forma di fantasma, o quelle che rivolge ad Alexander nei momenti in cui lui è catatonico, sono divertenti e toccanti. Gracie non si auto commisera anche se il filo conduttore di tutto il libro, e della sua vita, è la paura della solitudine.

Volevo trovare la felicità. E mantenerla. E avere una vita. Non chiedevo troppo, no? Amici? Uno o due? Uno peloso e uno che mi poteva rispondere quando gli parlavo? Alcune persone volevano la cura per il cancro, andare sulla Luna, girare il mondo. E io? A me bastava vedere il mare, prima o poi. Avere un amico. Essere amata almeno una volta. Mi sarebbe piaciuto avere un figlio o due, un giorno, a cui voler bene come i miei nonni ne avevano voluto a me, senza però la severità estrema. Ma soprattutto non volevo essere sola. Dovendo scegliere, ecco per cos’avrei optato: non essere più sola.
 

È il potere della scelta l’altro grande tema di tutta l’opera e quanto ad esso correlato determina le azioni di entrambi:
Alex è cristallino quando apre una finestra sul suo mondo e le mostra quanto sono simili.
 
 «Mi hai aiutato anche se non avresti voluto, rischiando in prima persona. So cosa vuol dire quando non vuoi fare qualcosa ma la fai lo stesso perché è la cosa giusta». Il Difensore inclinò la testa e mi guardò con profonda ed estrema serietà. «La gente pensa che fare la cosa giusta sia facile, invece non è così. La cosa giusta non conviene quasi mai».
 
I giorni che passano insieme, i chilometri trascorsi cercando di sopravvivere in una natura ostile, il fatto di non comprendere fino in fondo come possa essere possibile che uno dei membri della Trinità non stia ricevendo alcun aiuto, tutto è elaborato attraverso le sensazioni di Gracie. Che fa domande nonostante le risposte laconiche, ma che capisce anche quando tacere, facendo parlare l’ammasso di dolore che è il suo corpo, afona per le torture subite.
Eppure ogni passo che compiono, come una squadra, li porta verso la definizione di se stessi, facendo in modo che possano uscire da un sentiero all’apparenza già scritto per entrambi. Può il Difensore trovarsi senza armi, indifeso, davanti a colei che a poco a poco diventa una sua estensione? Come reagire alla scelta di un’umana che si sacrifica pur di aiutarlo, perché consapevole di non essere niente, mentre dall’esistenza di Alexander può dipendere la salvezza di milioni di persone se non dell’intero pianeta? Non smettono mai di essere consapevoli del loro ruolo anche se sembrano muoversi in un ambiente ostile, che sia una prigione fisica o mentale, una roulotte o l’immensa villa dove si trasferiscono. Il valore della promessa che si scambiano supera ogni diffidenza mentre cercano di capire cosa fare del loro rapporto, di questa amicizia così particolare e non scevra da difetti. Uno degli aspetti che ho amato di più è che non ci troviamo di fronte alla solita storia in cui il supereroe scontroso e bellissimo salva la ragazza pasticciona e un po’ logorroica della situazione. Sia Alex che Gracie sono profondamente umani, pieni di dubbi e remore. Ognuno dei due mette i bisogni dell’altro prima dei propri, e lo fa in modi a volte imbarazzanti e non scontati. Non abbiamo una protagonista preda di sdolcinate elucubrazioni su una possibile svolta romantica, ma una donna consapevole e forte che vuole togliere il disturbo il prima possibile: ha paura di perderlo, ma sa che lui manterrà la parola e sarà sempre presente, per questo è pronta a fare le valigie per non essere un peso. Bellissimo il contorno di personaggi che animano la famiglia di Alex: esseri straordinari e sovraumani, con poteri più o meno spiccati, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità. Selene, Alana, Asami e quella nonna dal nome mai pronunciato, primordiale come il potere enorme che racchiude e che vede, che ha visto, ogni cosa sin dall’inizio dei tempi. È la famiglia che Gracie non ha mai avuto e che adesso non vuole lasciare, nonostante le incertezze che la divorano quando lui se ne va. Quelle donne bellissime e quegli uomini che paiono divinità le creano intorno un cerchio protettivo, ma sa che senza di lui niente ha lo stesso sapore, lo stesso valore. Non sono né il potere curativo né il fatto di saper volare a rendere straordinario l’uomo che inizia a guardare in modo diverso: è solo Alex, che sa dare un senso nuovo ad una vita mai vissuta, alla neve e ad un giro al Luna Park, che le dona un sorriso che è come un regalo all’Universo e le fa capire che lei, su tutte, è la persona davvero straordinaria. Per questo, e per il modo in cui è raccontato, vi consiglio davvero di leggerlo amici Magnetici. Farete un viaggio doloroso, difficile, ma bellissimo. Non guarderete più i ruscelli e i terrazzi allo stesso modo e sorriderete pensando ad improbabili costumi e giochi di ruolo con bambine che possono sollevare trattori. Forse sentirete il bisogno di un cucciolo addormentato in grembo con cui parlare, o magari sprofonderete a leggere accoccolati su una poltrona in una biblioteca gigantesca, dove l’odore delle vostre lacrime richiamerà qualcuno che se ne vuole prendere cura. Se sarete molto fortunati quella stessa persona vi prenderà un mignolo di nascosto per farvi sentire la sua presenza o vi solleverà in cielo, senza alcuno sforzo, per riposare tra nuvole di zucchero filato e sempre, sempre, vi stringerà e ricorderà che non avete niente da temere fino a quando sarete insieme.

 

 
 
 
 
 
 
Grazie alla CE per averci fornito l'eBook
 
 
 
 
 
 

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